Le migliori poesie di Giuseppe Freda

Nato a Napoli (Arabia Saudita)
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Scritta da: Giuseppe Freda

Dorme di nuovo

Luce riflessa.
Specchi infiniti
che creano luce.
Eco perpetua
di parole
mai pronunciate.
Ricordo tormentoso
di un fuoco acceso,
di un grido.
Sensazione di risveglio.
Immenso fremito divino.
Involucro scalfito in un punto.
Soluzioni scontate.
Orgoglio.
Certezza di fuga.
Vertiginosa corsa lenta.
Velo,
tenda,
pietra.
Disperazione.
Tristezza.
Insoddisfazione.
Universi vuoti.
"Dorme di nuovo".
Giuseppe Freda
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    Scritta da: Giuseppe Freda

    Il fotografo del terzo mondo

    Io sono il fotografo del terzo mondo.
    Raccolgo il pianto, la fame e la morte
    in artistici libri di carta lucida.
    Costosi e impegnati regali di Natale
    per voi che, come me,
    non potete far nulla per questa infamia,
    se non commuovervi di compassione grave,
    criticare i governi
    e denunziare agli altri le ingiustizie del mondo.
    Ma sono imparziale.
    Quando il vento del Sud vi travolgerà tutti
    ci sarò ancora, per fotografare voi.
    Giuseppe Freda
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      Scritta da: Giuseppe Freda

      Ascoltando un predicatore

      Venerando nell'aspetto,
      solenne nelle movenze,
      insigne umanista,
      storico,
      filosofo,
      dal pulpito marmoreo
      il prete arringava i fedeli.
      La voce suadente
      marciava maestosa
      tra le navate barocche,
      modulandosi
      in toni or gravi,
      or carezzevoli,
      or dignitosi;
      e arricchendosi
      di cenni or lievi,
      or amichevoli,
      or vigorosi.
      Un esercito ordinato
      di cenni e di parole
      difendeva,
      a passo di danza,
      il pulpito e il prete
      dalla narcotizzata, confusa
      moltitudine di povera gente.
      Giuseppe Freda
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        Scritta da: Giuseppe Freda

        Resurrezione

        Promessa.
        Sul fiore appassito
        petali teneri,
        gocce di stelle.

        Segreto.
        Vento notturno,
        mantenerlo e sperare.

        Sorriso.
        Sul cuore impietrito
        battono candidi
        baci di luce.

        Destato.
        Soffio di vita,
        riscaldarsi e pulsare.

        Osserva.
        La coltre di nubi
        filtra una pallida
        falce di luna

        Svanita.
        Cielo di seta,
        ritrovarla e pregare.

        La mano.
        Si muove indecisa.
        Prendila, stringila
        prima che fugga

        Rapita.
        Fiaba incantata,
        risvegliarsi ed amare.
        Giuseppe Freda
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          Scritta da: Giuseppe Freda

          L'amore che voglio

          L'amore che voglio
          è una fantasia viva
          che riesca a vedere
          senza bende sugli occhi.

          La fantasia che cerco
          è un sorriso di sole
          che non si spenga
          quando intorno c'è il buio.

          Il sorriso che amo
          è una sciarpa azzurra
          calda intorno al cuore
          nelle sere d'inverno;

          una spina di luce
          da portare nel petto
          gridando di gioia.
          Giuseppe Freda
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            Scritta da: Giuseppe Freda

            Dormiveglia (canzone)

            Occhi.
            Girano e pensano.

            Ruvida chiesa
            di stile romanico.
            Sepolcro di tempo.
            Sudario di secoli.

            Falce di luna
            sospesa sui tegoli.
            Vento d'autunno
            la sfiora gelido.

            Nastro magnetico
            farcito di musica.
            Sali di ghiaccio
            sparati nei muscoli.

            Bimbo sdraiato
            a leggere favole.
            Testarda speranza.
            Pazienza dei popoli.

            Di false leggi
            stupido codice.
            Boria pomposa.
            Farsa da stupidi.

            Toga di giudice.
            Carcere putrido.
            Poltrona comoda.
            Scherno degli umili.

            Formaggio svizzero.
            Di marca Zenith.
            Preciso e rigido
            Come un oracolo.

            Misura i tempi,
            ma non li elimina.
            Ridine o piangine,
            ma non gli credere.

            Ha il buco anonimo
            di stampo elvetico.
            Pigiama elastico.
            Ti può comprendere.

            Purché tu eviti
            di confidartici.
            Giuseppe Freda
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              Scritta da: Giuseppe Freda

              Preghiera

              Questa notte
              io canto per te,
              segreto antico
              della Terra che vive.
              Respiro caldo
              delle sere d'estate.
              Brivido dolce
              che dai luce
              e sorriso alle stelle.
              Alzami al cielo,
              e lascia che io goda
              della gioia e del dolore,
              del sole che mi scalda
              e del ghiaccio che mi gela,
              del velluto di una carezza
              e del singhiozzo di una ferita.
              Gabbiano nella luce del sole.
              Delfino nell'azzurro del mare.
              Amore,
              prendimi per mano
              e conducimi a Dio.
              Tu che mi doni la vita,
              fammi gli occhi raggianti
              del mio immenso destino.
              Verso lo spirito,
              anche attraverso i sassi.
              Verso orizzonti tersi,
              anche attraverso la nebbia.
              Verso la luce,
              anche attraverso il buio.
              Verso la gioia,
              anche attraverso il dolore.
              Ma se la gioia
              di cui son capace
              non è la più grande,
              la più pura,
              la più vera,
              l'l'unica gioia
              che esista al mondo,
              dammi il dolore.
              Perché questa notte
              io sogno di te,
              mistero profondo
              della Terra che ama.
              Sapienza eterna
              che ti sveli in silenzio.
              Candido Padre
              che mi batti
              potente nel cuore.
              Giuseppe Freda
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                Scritta da: Giuseppe Freda

                Radio tre (canzone jazz)

                Francese e nobile
                palato tremulo
                la lingua scivola
                ma non incespica
                confonde il misero
                che ascolta timido
                discorso aulico
                parola effimera
                concetto etereo
                pensiero gracile
                seme di arachide
                venduto ad atomi
                per farne olio
                di nebbia inutile
                che presto evapora
                come uno spirito.

                Deterge esausto
                labiale frivola.
                Saliva rancida
                risucchia rapido.
                È stanco, immagini.
                Deve ormai cedere.
                Ma un arzigogolo
                incomprensibile
                verbale colica
                riprende intrepido.

                Rimani attonito.
                Lo sguardo vitreo.
                Sudore a rivoli.
                Ma lui continua:
                dietro l'anonima
                cortina eterea
                comprende d'essere
                irraggiungibile
                dal tuo penultimo
                scatto di collera.

                Poi come al povero
                si fa elemosina
                ti annunzia il prossimo
                brano di musica.
                Giuseppe Freda
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                  Scritta da: Giuseppe Freda

                  Social network

                  Discorsi fumogeni
                  farciti di fronzoli
                  si levano e inseguono
                  nell'aere di zucchero
                  mielose mandragore
                  dai fiori venefici;
                  pensieri improbabili
                  giulivi galleggiano
                  in brodi di giuggiole
                  scaldati al crepuscolo
                  ma resi credibili
                  dall'arte di porgerli.
                  Saggezza in coriandoli
                  di chiacchiere inutili?
                  Per quello che dicono,
                  per quello che valgono,
                  è certo che rendono
                  a chi le confabula
                  neanche un minuto
                  del tempo che costano;
                  ma molti le ascoltano,
                  e se ne compiacciono,
                  e ridono e piangono,
                  e ci si accapigliano.
                  Giuseppe Freda
                  Composta lunedì 14 maggio 2012
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