Scritta da: G. Valdemarin
Chi sei civetta dolce appostata alla finestra?
È forse la mia morte che ti attira?
È lei che ti risponde, non è vero,
Quando cantando volgi i larghi occhi
Fissi sul vuoto dietro alle mie spalle?
Grazie di venirmi a ricordare
a chi posso rivolgermi ogni volta
Che sentirò il bisogno di un consiglio.
Gisella Valdemarin
Composta martedì 5 maggio 2009
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    Scritta da: G. Valdemarin
    Dentro la sola cellula
    Immortale del mio corpo,
    Dove zampilla
    La luce onirica
    Ti ritrovo,
    Purezza scagliata
    Contro l'aridità del mondo.

    Ai confini della veglia,
    Quando tutto è permesso,
    Seguirò il filo d'oro
    Attaccato al mio seno
    Sulle tracce della tua presenza.

    Tra le labbra del vento
    Questa migrazione folle
    Mi spinge a contemplare
    Il corpo della notte.

    Eccoti ancora,
    Moltiplicato dall'invisibilità
    Segui la forma eccitata
    Dal fuoco degli astri.
    Violino incantato,
    Violenta armonia,
    Tu seduci lo sguardo lunare.
    Gisella Valdemarin
    Composta mercoledì 19 novembre 2008
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      Scritta da: G. Valdemarin
      Ahi questi occhi
      Incollati all'orizzonte
      Che osservano nel buio
      Sipari misteriosi
      Levarsi all'improvviso!
      Il mondo è popolato
      da eteree presenze
      Che mi chiamano
      Dal fondo della notte.
      Un quarto di luna dondola
      Appeso alla stella più grande,
      Pare il sorriso invitante
      Di una creatura
      Dal corpo invisibile.
      Danzano le ombre
      Dei rami nudi
      Sui fitti dialoghi
      Di uccelli insonni.
      Sento che lo fanno
      Perché io guardi,
      Perché io intenda
      Una vita segreta.
      Gisella Valdemarin
      Composta lunedì 20 luglio 2009
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