Fossero i miei versi

Fossero i miei versi quello che la neve
è per i bambini quando si svegliano
e guardano dal vetro sbalorditi la lieve
polvere caduta da lontani mondi.

Fossero i miei versi quello che l'acqua
di maggio è per i meli dalla foglia lustra
quello che il vento è per i pini (una frusta
verde che schiocca sulla selva e sul pascolo).

Quello che per i pesci guizzanti è la ghiotta
esca, per il tordo bottaccio
la trappola insidiosa fatto col setaccio
di casa ancora sporco di farina.

Capaci di catturare, capaci di ferire,
capaci di serbare un segno segreto,
un mistero d'origine nel lieto
turbinio delle cose che lievita la massa.

Fossero i miei versi quello che le stelle
sono per la notte quando esplodono in cielo
come larghi rododendri sullo stelo
d'un sospiro che veglia alle finestre.

Fossero i miei versi di bella fattura
ma nutriti di umana realtà.
Fossero i miei versi come la libertà
aria della lotta e pane del riposo.
Fernando Bandini
Composta giovedì 1 luglio 2010
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    Anapesti per un gufo

    Gufo, gufo, dove sei nascosto,
    tu che fai vibrare di tristezza
    la notte taciturna sopra cui la luna
    si affaccia con i suoi corni d'argento?
    Non si capisce se sei qui vicino
    o se viene da lontano il tuo verso fioco
    (a meno che il suono della tua voce
    non salga dal fondo dell'Erebo).
    Fratello di uccelli notturni
    quando canti nella notte profonda
    tu ci rammenti l'eterno e le cose ultime,
    altro che cattivi presagi, come si crede.
    Sembra piuttosto una rauca ninna-nanna,
    il tuo gemito tra le ombre.
    Allora su, chiudiamo gli occhi e il letto
    diventi la culla dove infine
    il grande sonno verrà a ghermirci.
    Fernando Bandini
    Composta giovedì 1 luglio 2010
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