Poesie di Fabio Piscicelli

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Scritta da: F F

Pesci

Siamo come pesci
confinati in laghi fondi
saliamo a pelo d'acqua da freddi fanghi immondi
quando il cielo batte a gocce e il cibo cade come rocce.
Siamo come pesci
assegnati a fiumi mossi
battiam le code senza sosta oltre secche, anse e dossi
finché s'arriva a monte contro corrente e a corpo morente.
Siamo come pesci
dispersi in mari vasti
vaghiamo in mezzo a strani mostri e siam l'un l'altro i pasti
tra mille onde senza confini e ignari dei nostri affini destini.
Siamo come pesci
a mollo in grandi vasche o in buste buone per le tasche
stiam così a penzolar per l'amo abboccando di riflesso ai "ti amo".
Fabio Piscicelli
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    Scritta da: F F

    LA GIUSTA STAGIONE

    So che più non vivrò.
    In quale istante certo non so,
    so quando non vorrei, però.
    Per esempio nei meriggi
    di questi giorni di febbraio,
    freddi di vento e freschi di nevaio.
    C'è una luce adagiata, arancia,
    che riscopre le cose qui d'intorno,
    pei raggi fugaci del sole vicino
    sulla nostra azzurra trottola
    in curva di fine inverno.
    Nunzio è persino un arco in cielo,
    che dopo la pioggia breve
    fa di gocce pinte un velo.
    Indugi di primavera a venire,
    del periodo estivo poi a seguire.
    Lunghi, caldi, calmi giorni quelli.
    Attesi, quindi ancor più belli.
    Cader ai piedi della duna,
    di sabbia che scende al mare,
    e non potersi rialzare...
    la luce rossa tra la pelle,
    che cala sulle larghe pupille,
    e sensi d'incanti lì a svanire...
    no, non è la stagione
    (neanche questa)
    per morire.
    Fabio Piscicelli
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      Scritta da: F F

      Diamanti

      Se ne stanno caldi, e se ne stanno cheti,
      nel buio profondo di presse pareti.
      A volte si fan cavare al mondo,
      e si fan tagliare a tondo,
      a far da stella dietro gran cassa,
      quando la luce ben li trapassa.
      Mentre la vita invecchia e passa,
      per quelli in carne e ossa,
      per loro no, ché di supremo carbonio,
      ché per sempre splendono.
      Dannati a bellezza, sottratti al demonio,
      a morte mai s'arrendono.
      Fabio Piscicelli
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