Tanti lampioni, tanti fochi accesi, tante donne intorno a quei falò. S'avvicina un regazzino vergognoso, pe scommessa fatta co gli amici, ad una di loro s'avvicina e je chiede: che lavoro fai? La meretrice, che Dio te benedice! E che vor dì? Distribuisco amore a piene mani e poi co tutto er resto ma pe te è presto, che sei venuto a fà? Pe scommessa; je risponne er ragazzino, nun me fa perde me danno un sordino. Poi dì agli amici che puro a te l'ho dato "un po' d'amore" Jò fatto na carezza sur visino, scroccato un bacio sulla fronte e me so torta na piuma pe riprova. Jò detto poi a quer mezz'ometto: fino a na certa età nun ce devi da venì quà questa è l'ora pe stà a letto. Tu hai bisogno ancora di un solo amore quello della tu mamma... core a core.
Vicino a quell'artare me so inginocchiato: Signore mio, perché m'hai dato sto tempo tanto limitato? Eppure dalla vita, fino ad adesso nun ho avuto ancora quello che mi avevi promesso. Nun posso crede che te sei scordato, forse che so er fijo sfortunatò eppure nun c'è giorno che nun t'ho pregato. Mentre ch'ero inginocchiato, s'ode un pianto sommesso, de na mamma cor fijolo appresso, che pena drentro ar core, se trascinava dietro quer dolore, chiedendo grazia pe quell'unico amore. Co devozione, me so girato, pe quardà er regazzino, e jò detto ar Signore: me tengo er mio dolore e scusame per la mia insistenza, nun me strazià er core, sarvame te prego sta creatura, abbi pazienza.
Papà non stringere così forte, non è così che devi volermi bene, non lo voglio il tuo amore, non chiudere le porte, ti prego, non toccarmi o grido forte... l'acqua mi ha lavato, scivolando sul mio corpo profanato, mi aveva fatto una promessa, ma era amore malato non sono più la stessa.
Prigioniera in doppia chiave in un carcere da sogno e lascio scorrere il tempo in fiumi di parole i miei versi che mi ricordano te. Cosa farai adesso e dove mai vicini comunque due cuori in pena legati da una doppia catena che non stringe ma quanto ci fa male. Questo tuo partire senza mai certezza questa lontananza che ci dà amarezza quello che mi dai in certi momenti e ti chiedo ancora... non è mai abbastanza.
La mano su quel viso provato, amore sono qui, non ti ho lasciato, provo ad accarezzarti, a baciarti, ma non mi stringi più, non mi chiami più mamma, non mi parli più, non posso far altro che guardarti. Amore sono qui, quanto tempo è passato, non aver paura, sei sempre il mio bambino, ricordi la favola dell'agnellino, che tanto ti piaceva, te la racconterò sempre e ancora, finché mi starai a sentire. Amore sono qui, da questa stanza non riesco ad uscire, voglio essere la prima a vedere i tuoi occhi, che senza parole mi riuscivano a capire. Maledetto quel giorno, e quella moto, bella da morire, si da morire, per i tuoi 18 anni, ed ho rischiato d'impazzire, ancora la torta con il fumo delle candele, non ho saputo frenarmi, guarda giù dalla finestra amore, c'è il tuo regalo parcheggiato, non mi hai più sentito e sei scappato. Amore sono qui, torna dalla tua mamma, fai presto. Ma non sei riuscito più a sentire.
Siamo sognatori, poeti, giocolieri, pagliacci con maschere e trucchi, poi semplici uomini, persi tra domani e ieri, tra mucchi di rime e parole che fanno sognare, fanno piangere, fanno pensare. Scriviamo per il nostro piacere, la nostra è voglia di comunicare, spesso denunciare, cercar di capire. Per chi ci vuol seguire, si troverà a giocar con le parole, confidenze, peccati, sogni inventati, desideri avverati e no, concetti sballati, passioni controllate, ed una serie di bugie, per i più sbadati. La voglia che ci preme è dentro, non si può contenere, siamo forse capricciosi a volte o eterni bambini, ma questo nostro gioco di parole è un bisogno per sentirvi vicini.
Sicuramente, quando mi lascerà, si perderà in un campo di papaveri, tra il grano maturo, il vento lontano la porterà, andrà in cerca di un cuore puro, quello di un bambino con il naso in su che piange per un palloncino. L'ultimo suo desiderio esprimerà, si adagerà sulle onde del mare, prima di salire a te, si farà cullare, Salirà dove dicono è luce, ma prima vorrà dare un ultimo bacio a quelli che mi hanno amato, a quelli che non ho mai dimenticato, e non finirà mai di ringraziare per tutto il donato. Tu, misericordioso, perdona qualche peccato, l'ho fatto perché ho amato, non dovevi farmi desiderare, non dovevi darmi un cuore, perdonami, altro non ho da confessare, la mia anima pura ti riconsegnerò. Mi hai sempre detto: "Ama il tuo prossimo come te stesso" Ed io l'ho fatto.
Sono un bimbo mai nato, non voluto capitato, incidente di percorso, professionista o artista mancato? Non sono degno di menzione perché non ho una croce, non ho un nome, ne data da ricordare. Rifiuto speciale tra garze e sangue, di un anonimo ospedale. Eppure già esistevo, già c'ero... Ora anonimo rifiuto.
Ho visto nei tuoi occhi il dolore, ogni lacrima scendeva e scavava dentro, ho sentito la disperazione da mezze parole. Con la morte nel cuore potevi impazzire, ma l'hai aspettato, senza capire, contro quel tempo che non contava più, guardando l'aereo che lo portava giù, continuavi a pensare di farla finita, troppo forte ormai sentivi la vita, ma la sentivi perché ti distruggeva, ti stravolgeva. Maledetta guerra! Davanti ad una bandiera, sola con un figlio, che non conoscerà padre, in grembo lo sentivi muovere insieme al tuo dolore, e non l'avevi visto morire, te l'han detto non volevi credere e non credi ancora, ma quella medaglia puntata sul petto quanto ti fa male, ti trafigge il cuore, hai regalato per onore, perché l'aveva giurato davanti alla bandiera, quella che ora l'aveva coperto e accompagnato, il tuo grande amore.