Poesie di Angelamanuela Tosi

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La stanza di Alberto

I muri parlavano si dicevano tutto!
Le fessure, le fessure erano le loro bocche
i pori respiravano anche il veleno, tutti
quanti gl'istanti s'amalgamavano: nella
stanza una luce nasceva e spirava.

Alberto, era fra quei muri il più silenzioso
le sue mani aprivano mondi d'argilla
compagna, arrivava a misurare
la scheggia solare.
Angelamanuela Tosi
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    Le cose

    Non combacia il puzzle, hai provato e lasciato
    andare voglioso d'ogni cosa: dalla rosa
    senza profumo che porta in sé una
    bellezza nuova e al buio sfuma.
    Alla pinta di birra scura che abbassa il tuo sguardo
    preda della ragnatela; suggestionata
    la tela si vela di fumo.

    Compaiono così i tuoi amici e
    tutte le cose che si fecero piccole
    per essere, da te, dimenticate.
    Angelamanuela Tosi
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      L'anno nuovo

      Il conto a ritroso il tuo viso mi sfiora,
      sobbalzano i secondi, s'annullano:
      il tempo spavaldo l'anno deflora.

      Un perlage salta nei capelli e fra
      le dita il calice collassa; calpesto
      ridendo la melagrana.

      La testa aleggia con lo spirito,
      il freddo esalta il respiro, che va e
      viene-va e viene, per capriolare nella fumana.

      La volta arde, sono sparite le stelle, la
      musica si fa pittura cangiante: un pane
      ha in serbo per noi una monetina augurale.
      Angelamanuela Tosi
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        L'antiquario

        Fra le sfere di bosso, un portone
        antico e ospitale, dischiuso al sole,
        sognante, che ha il potere di apparire alla
        gente, come una visione.

        Più o meno pensoso, tocca le vene
        d'un Trumeau, e c'è nel suo stile uno
        sprazzo d'aprile, per niente maldestro,
        ma con fare modesto, leggermente
        piegato, scema verso il bronzo d'un leone ruggente, dentro un cristallo raffermo, o su
        un cavallo imponente: lui, l'antiquario.

        Un quadro circonfuso par catturare il
        suo gesticolare con perizia, e quel
        batter prezioso sul comò, addentrato
        dal tarlo rabbioso.
        Angelamanuela Tosi
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