Piccoli mali grandi rimedi

Con la stagione estiva,
vanno a puttane
vigili e poliziotti
ma non per loro piacimento,
bensì per riportar decoro
ed il rispetto
a strade
a marciapiedi
ed ai lampioni,
perché qualcuno,
come sempre accade,
si è messo in testa
di cacciarle via,
ma senza saper dove,
le donne con i tanti nomi.
Via dalle strade
le antiestetiche battone,
o se ne vanno
o c'è rivoluzione.
Forte è lo stato
nella caccia grossa,
uomini e mezzi,
multe
e schiaffi in faccia,
e manca poco
che il cliente
venga marchiato a fuoco,
messo alla gogna.
Ed ecco
che qualcuno già propone
di eliminare il problema alla radice
magari con la castrazione,
tolto lo strumento della voglia,
tolta la voglia.
Tolta la voglia
tolto il commercio.
Prima davano noia nelle case,
adesso nelle strade,
vediamo di portarle in paradiso
e organizzare voli quotidiani.
Intanto i ladri salgono sui tetti,
passano le finestre,
rubano nelle case e negli alberghi,
portano via gioielli e portafogli,
bastardi pestano chi trovano,
per strada,
per un niente.
E il giorno dopo tutto come prima
tutti a lamentarsi
mancano uomini
mezzi e carburante,
ma intanto abbiam pulito i marciapiedi,
fino alla sera dopo.
Alexandre Cuissardes
Composta domenica 12 agosto 2012
Vota la poesia: Commenta

    Regalasi, poco usata

    io la rimando indietro
    questa vita,
    come si fa
    con un regalo non gradito.
    L'ho usata il giusto,
    tenuta troppo bene,
    che quasi sembra nuova,
    fatene voi commercio,
    datela a chi la vuole,
    non c'è alcun prezzo da pagare.
    Io l'ho lasciata qui
    e non farò reclami,
    ma non assicuro i risultati,
    non c'è nessuna garanzia.
    L'unica cosa di cui rimango certo
    è che è la vita mia,
    periodo oscuro
    da non perpetuare.
    Alexandre Cuissardes
    Composta domenica 12 agosto 2012
    Vota la poesia: Commenta

      Il giorno dopo, san Lorenzo riposa

      Stanotte
      si guardano le stelle
      con un calice di vino in mano,
      in bella compagnia.
      Io guardo il vino,
      tenuto nelle mani
      a coppa,
      lo tiro su
      con la bocca,
      con rumore,
      come si beve
      l'acqua dalla fonte.
      Cambio la sguardo,
      ho in mano
      le stelle
      bruciano un po',
      lucciole dal cielo alto,
      lucciole misteriose.
      Piego la testa,
      no,
      è lei che si piega,
      e vedo le stelle,
      nude,
      sdraiate a terra,
      lucciole terrene,
      pronte a farsi raccogliere,
      disponibili per la nottata,
      proverò a bere anche loro.
      Alexandre Cuissardes
      Composta sabato 11 agosto 2012
      Vota la poesia: Commenta

        Legno e dolori

        Lei
        al palo balla,
        per guadagnarsi il pane.
        Io
        ad un palo mi aggrappo
        per star su.
        Lui
        nel palo
        vede il suo orizzonte verticale.
        C'è chi invece
        il palo non lo vede
        e ci batte contro.
        I forti mettono al palo
        un palo
        più corto,
        di traverso,
        croce per tutti i giorni,
        per chi al palo balla,
        per chi al palo si aggrappa,
        per chi nel palo
        vede il suo orizzonte verticale,
        per chi il palo non lo vede.
        Alexandre Cuissardes
        Composta sabato 11 agosto 2012
        Vota la poesia: Commenta

          Mani vuote

          Vorrei avere
          noci grosse fra le mani
          e mani forti per schiacciarle,
          sentire il rumore
          delle noci che si rompono,
          la vittoria delle mie mani
          e la sconfitta delle noci.
          Ma perché dovrei sconfiggere le noci
          non mi hanno dichiarato guerra
          ed io non l'ho dichiarata a loro.
          I miei nemici non sono le noci,
          tutto rinviato.
          vorrei avere un rosario
          tra le mani
          o forse fra le noci.
          Alexandre Cuissardes
          Composta sabato 11 agosto 2012
          Vota la poesia: Commenta

            I buoni nonni

            Li hanno visti in centritalia,
            in un locale fuori mano
            ad un tavolo in disparte
            senza scorta ne lacché,
            Alberto da Giussano
            con Francesco di Borbone
            Fra un arrosto e un fritto misto
            annaffiati con buon vino
            parlottavano fra loro
            dello stato del paese,
            dell'eterna divisione,
            delle troppe discussioni.
            Convenivan che a nessuno
            può servir la divisione
            e che il popolo migliore
            non sta tutto da una parte,
            su una cosa eran d'accordo,
            che chi guida è un incapace
            e chi si oppone non è meglio.
            Al momento del liquore
            han deciso di chiamare
            un uomo forte dall'esterno
            ne sudista ne padano,
            per provare a governare
            un po' meglio la nazione
            Alla fine della cena
            si son stretti in un abbraccio,
            a conferma dell'impegno.
            Carta bianca a chi verrà
            e ogni cosa cambierà.
            Alexandre Cuissardes
            Composta mercoledì 8 agosto 2012
            Vota la poesia: Commenta

              Un posto in disparte

              Vai in un luogo affollato
              ma ignora la folla,
              cerca un tavolo appartato,
              la bottiglia giusta,
              un vino
              pieno di corpo
              oltre che di anima,
              che si faccia bere lentamente,
              come fosse liquore
              oppure in fretta
              come fosse veleno.
              Poggia la testa al muro,
              metti al collo il cartello
              "non rompete i coglioni
              perché rompereste me",
              socchiudi gli occhi,
              lascia che sia la testa a vedere,
              comincia a sorseggiare,
              alternalo col bere,
              ti accorgerai
              che costa così poco viaggiare,
              vincere tutte le battaglie,
              vedere tutto a lieto fine.
              Finché regge il braccio
              per alzare il bicchiere.
              Alexandre Cuissardes
              Composta mercoledì 8 agosto 2012
              Vota la poesia: Commenta

                L'eterno momento del solito paese

                Le vittime di oggi
                saranno l'ennesimo caso non risolto di domani,
                lavoro ancora per esperti e ciarlatani.
                La gente ha manifestato,
                i politici hanno parlato troppo.
                Mitraglie di carta hanno sparato le loro notizie,
                qualcuno mette bombe
                qualcuno spara proiettili
                troppi sparano cazzate
                e tutto uccide.
                Alexandre Cuissardes
                Composta mercoledì 8 agosto 2012
                Vota la poesia: Commenta