Scritta da: Mela Favale
Quando puoi chiamarlo amore?
Quando senti la voce più dolce e leggera
che ti entra dentro senza fermarsi;
quando vedi due occhi che vorresti guardare per ore,
incantata,
ma la tua nemica più grande, la paura,
ti concede solo qualche secondo;
quando basta sentire il suo nome,
che ha una forza maggiore di qualsiasi contatto;
quando la tristezza può volare via senza tornare,
se davanti ha un suo semplice sorriso;
quando lui è vicino più di quanto tu possa sognare
e un fuoco dentro di te non riesce a trovare acqua per placarsi;
quando pensi che vorresti dargli un bacio
che ancora non conosce.
Questo penso sia l'amore:
il sentimento più nobile e profondo,
ma allo stesso tempo crudele e ingiusto,
perché vede protagonisti coloro che,
solamente per uno sguardo,
darebbero ogni cosa posseggono.
Anonimo
Vota la poesia: Commenta

    Notte senza fine

    Pioggia sulle mie lacrime
    di un'infanzia senza nuvole
    gioventù senza più regole
    raccolgo le briociole
    di affetto prematuro
    gioventù senza futuro
    resto nel mio limite
    del tutto imprescindibile
    ego calpestabile
    un amore esile
    un'umiltà ormai debole
    e tenue...
    cresce il mio pensier
    di rimanere libero
    lontano da ogni stimolo.
    Anonimo
    Composta lunedì 2 novembre 2009
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: fucku
      Vent'anni fa m'ammascherai pur'io!
      E ancora tengo er grugno de cartone
      che servì p'annisconne quello mio.
      Sta da vent'anni sopra un credenzone
      quela maschera buffa, ch'è restata
      sempre cò la medesima espressione,
      sempre cò la medesima risata.
      Una vorta je chiesi: - E come fai
      a conservà lo stesso bonumore
      puro ne li momenti der dolore,
      puro quanno me trovo fra li guai?
      Felice te, che nun te cambi mai!
      Felice te, che vivi senza core! -
      La Maschera rispose: E tu che piagni
      che ce guadagni? Gnente! Ce guadagni
      che la gente dirà: Povero diavolo,
      te compatisco... me dispiace assai...
      Ma, in fonno, credi, nun j'importa un cavolo!
      Fà invece come me, ch'ho sempre riso:
      e se te pija la malinconia
      coprete er viso cò la faccia mia
      così la gente nun se scoccerà... -
      D'allora in poi nasconno li dolori
      de dietro a un'allegria de cartapista
      e passo per un celebre egoista
      che se ne frega de l'umanità.
      Anonimo
      Composta giovedì 6 marzo 2014
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Danza di Venere

        Sei un dono

        Sei un dono perché quando sorridi,
        le tue labbra disegnano splendidi orizzonti,

        Sei un dono perché quando parli,
        è melodico il suono della tua voce,

        Sei un dono al quale non riesco a rinunciare,
        Perché è di passione che è fatto il tuo cuore,

        Sei un dono perché anche se mi fissi in silenzio,
        Nel tuo volto percepisco ogni piccola espressione,

        Sei un dono quando ti muovi,
        ammiro in silenzio la tua eleganza apprezzando ogni forma da te disegnata,

        Sei un dono quando finalmente posso rivederti,
        Perché sta un attimo per riempire il vuoto che si crea,

        Sei un dono al quale mi sono legato o forse lo sono sempre stato.
        Anonimo
        Composta martedì 7 marzo 2017
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: PuzzlePuzzle
          Mi dici parole taglienti,
          che aprono ancor di più le mie ferite,
          il dolore forte di un pugno sui denti.
          Se prima era poco,
          ora è molto il sangue che esce,
          la mia essenza di sporco peccatore
          abbandonato
          e tormentato dall'amore assenza.
          Non si può avere la conoscenza della vita
          e questo causa altre lacerazioni tra le dita
          della mia mano.
          Gioco con le rose,
          non più belle dei tulipani,
          ma più forti,
          spinose.
          Anonimo
          Vota la poesia: Commenta