Poesie di Alda Merini

Poetessa e scrittrice italiana, nato sabato 21 marzo 1931 a Milano (Italia), morto domenica 1 novembre 2009 a Milano (Italia)
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Scritta da: Andrea De Candia
Come crepiti nelle mie mani.
Da quando ti ho conosciuto
ho perso i valori estremi della vita.
Sai quanto pesa una carezza?
Sai cosa sono le mani?
Sono uccelli che cercano orizzonti,
sono uccelli che cercano pace,
sono le mani dell'intelligenza e della ritrosia,
sono il pane quotidiano degli angeli,
sono le ali che cercano refrigerio.
Il tuo volto è un nido d'aria
attraverso il quale io trovo il mio nulla.
Alda Merini
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Paura dei tuoi occhi

    Paura dei tuoi occhi,
    di quel vertice puro
    entro cui batte il pensiero,
    paura del tuo sguardo
    nascosto velluto d'algebra
    col quale mi percorri,
    paura delle tue mani
    calamite leggere
    che chiedono linfa,
    paura dei tuoi ginocchi
    che premono il mio grembo
    e poi ancora paura
    sempre sempre paura,
    finché il mare sommerge
    questa mia debole carne
    e io giaccio sfinita
    su te che diventi spiaggia
    e io che divento onda
    che tu percuoti e percuoti
    con il tuo remo d'Amore.
    Alda Merini
    Composta martedì 4 agosto 2015
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Amami

      Amami
      e nel ricordo prendi la fionda antica
      e battimi i capelli. Mi vedrai crescere
      nera come la foresta dell'Amazzonia,
      ma se scosti i miei rami vedrai nella mia lingua
      uccelli variopinti e paradisi terrestri.
      Allora non pregare il Signore,
      perché la dovizia del mio canto
      io l'ho rubata a lui in un giorno di distrazione.
      Alda Merini
      Composta domenica 12 aprile 2015
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        Scritta da: Andrea De Candia
        C'era una manciata di semi odorosi
        nelle mie mani per te,
        e un ricordo lontano di cose accadute
        ma senza sentimento.
        Pensavo che tu fossi la mia strada,
        e ho messo calzature leggere
        perché tu mi credessi un'ombra.
        Ho vagato solitaria con te dentro la mia stoltezza.
        Non ti dissi che ero innamorata
        fino al pudore,
        finché non vidi sangue nella mia mente:
        come se partito da me
        mi avessi rapito il fulgore degli anni.
        E così ho aspettato che tu rinverdissi
        e che da erba diventassi un altare;
        ma come tutti gli altari
        ti sei fatto pietra.
        Alda Merini
        Composta sabato 11 aprile 2015
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