E ancora adesso
E fui nel tempo,
nel tempo sono stata
nuvola erratica, salsedine giù al molo,
la trasparenza lieve del mattino.
la nomade irruente, senza pace,
quella che fugge vincoli
e pianti di bambini.
Fu un dio beffardo, un satiro
con vesti lacerate e occhi lustri
a sceglierti per me
nel gorgo turbolento
di quelli che s'arrischiano da soli
e che, da soli, per la terra vanno.
La grande mano aprì e senza cautela
ti scagliò accanto a me,
poi passò ad altro.
E ancora adesso stiamo a domandarci
chi tra quel dio o noi due
rimase stupefatto
dall'esito di quel remoto suo capriccio.
Ancora adesso,
mentre dolcemente,
continuo a lungo a scompigliarti i ricci.
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