Forse se non avessi mai fatto parte della mia vita, sarebbe stato tutto molto più semplice, meno lotte, meno preoccupazioni, meno tempo perso a sprecare inutilmente il tempo stesso. Avrei potuto concentrarmi su cose più importanti, reali, cose naturali e magari assecondare quello che è l'istinto naturale, o almeno quello dell'umanità che mi circonda così da sentirmi anch'esso io, umano. Ma è questo che non capisco, perché hai così tanta importanza per me, tu che non servi a niente, non hai scopo, utilità, niente di niente, perlomeno avrei inconsapevolmente quella serenità di non sentirmi un estraneo nel mio pianeta natio.
Non so come mai sono in costante ricerca di te, innaturalmente attratto da un unanime, assuefatto e sfatto, perché poi alla fine mi fai sempre a pezzi e proprio da quei resti ogni volta mi devo ricostruire, cercando in mezzo ad un cumulo di mostruose macerie lasciate dalle vite altrui che mi seppelliscono nell'animo, quelli parti che sono le migliori di me, cercarle, scovarle, scavando con le mani rotte per tenerle lì da parte a fare quel poco che da sole possono contro una montagna che cresce sempre e da sempre.
Mi piacerebbe arrivare a capire, arrivare finalmente ad un puzzle unicamente composto di tutto quello che di positivo mi è sopravvissuto. Così finalmente non ci sarebbe più nulla capace di alimentare tutto quel peggio che c'è in me, e finalmente mi sentirei veramente arrivato dove, insieme, io e te, cerchiamo di andare ogni volta che partiamo, ogni volta che ti accendi. Chissà un giorno, si. Raggiungeremo quella metà, insieme e finalmente sarò contento di averti incontrata, di aver viaggiato.

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