La rabbia e il rancore fanno parte dell'essere umano. Sono emozioni impossibili da evitare. La rabbia a volte aiuta a reagire, il rancore è meno nobile, ma a volte inevitabile. L'importante è che sia di breve durata. Il rancore portato a lungo non conduce a nulla di buono. La rabbia non è un'emozione. È il segnale che siamo intensamente insoddisfatti e, difficile a idearci tristi. La rabbia è la conseguenza dell'essersi comportati da brave persone a lungo, facendo rinunce e recidendosi fuori da se stessi. Non è con le rappresaglie, con le pretese, con i giudizi e con la violenza che si concorre a "colmare" la rabbia, ma convertirla in energia che ci aiuti a fare scelte concrete. Alla base della rabbia c'è un pensiero, una calcolo approssimativo che noi formuliamo verso qualcuno o verso di noi stessi. La rabbia è un certo modo di pensare che valuta ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, chi merita e chi no, chi è sciagurato e non lo è. Quando l'avremmo notato da qual momento avremmo la possibilità di capire quali sono le ragioni che lo reggono e avremo più probabilità di avviare azioni che ci aiutano a provare sollievo ancor prima che ci venga in mente di sfogarti. Sfogare la rabbia recano danno gli altri e compromette alla lunga la tenuta del nostro sistema apparato circolatorio. Due buoni motivi per modificarla... a vantaggio di tutti.
Composto martedì 1 gennaio 2002
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