Procedo con calma tra il trambusto e la l'urgenza, e ricordo quale pace possa esserci nel nell'essenza dei rumori. Per quanto posso, senza franamento conservare in buoni rapporti con chiunque. Espongo il mio parere con tranquillità e nitidezza, e ascolto gli altri quando raccontano la loro storia. Sfuggo le persone autoritarie: rappresentano un supplizio per il mio spirito. Mi incaponisco nel consultarmi con gli altri, rischio di divenire superba, perché esistono sempre persone più buone o più cattivi di me. Mi godo i miei esiti positivi e anche dei miei propositi. Conservo interesse per il riconoscimento, per quanto remissiva: essa rappresenta un vero capitali nella mutabile fortuna del tempo. Uso cautela nelle mie faccende personali, perché il cosmo è pieno di falsità, ma questo non mi rende cieca a quanto vi è di moralità. Tanti sono coloro che inseguono alte chimere e dovunque la vita è colma di nobiltà. Sarò sempre me stessa, al di sopra di tutto non fingo negli affetti. Non ostento indifferenza verso l'amicizia, perché, pur di fronte a qualunque delusione e cattiveria, esso resta costante come il caduco. Accetto con dolcezza la sapienza della mia età, e lascio senza rimpianto la mia trasparenza le cose della mia gioventù. Curo con amore la forza della mia anima, per difendermi nelle sciagure improvvise. Ma non mi tormento con delle assurde utopie. Molti orrori nascono dalla fatica e dall'abbandono. Aldilà di una sana dottrina, sono paziente con me stessa. Io sono figlia del cosmo non meno della pianta e della luce propria, ed ho tutto il diritto di esserci in questa vita. Per tanto sono in pace con me stessa e con Dio. E quali che siano i miei respiri, e le mie speranze, in questa realtà, sono in pace con i miei principi. E nonostante i miei sogni crollati, questo è pur sempre il mio mondo ed è splendido. Sarò sempre ponderata e cercherò... di essere sempre felice.
Composto martedì 1 gennaio 2002
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