Scritto da: Ivan Arpaia
Ero steso un pomeriggio qualunque, su una pila di scatoloni appiattiti più comodi di un letto.
Li nella tua bottega dove tutto sembrava antico, dove ai piedi delle pile di scatoloni il tuo leggio raccontava la tua storia.
Tu seduto sorvegliavi il mio sonno e non prima di sera mi svegliavi, la mia mano tesa afferrava la tua e insieme andavamo verso casa.
Sereno ero, totalmente, con un sorriso al passato e un piccolo ingenuo sguardo al futuro.
Vorrei mi vedessi oggi, da uomo, non come te, credo di non esserne in grado, con la mia barba la mia rabbia i miei errori e i miei problemi, con uno sguardo inerme fisso al futuro e un altro malinconico al passato.
Mi basterebbe anche una mattina, una qualunque, non importa se fuori piove o spicca il sole, non importa dei miei errori, della mia rabbia e dei miei problemi, vorrei una mattina per svegliarmi con te condividere la schiuma da barba, una camicia e magari per l'ultima volta tenderti la mano.

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