Post di Andrea De Candia

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Avere un fratello gemello omozigote è qualcosa che rientra nella categoria dell'indescrivibile. È ben più dell'avere un "semplice" fratello. Significa intendersi senza avere bisogno di parlare, mantenere una barriera che nessun altro può valicare, stesso sangue ed impronte digitali speculari. Ci guardiamo negli occhi e sembriamo quasi specchiarci, ma proprio in quel momento scopriamo la distanza dei nostri mondi ed assumiamo la meravigliosa consapevolezza di una innegabile diversità.

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Può essere follia la mia natura, ma più grande follia è la tua, di ostinarti ogni volta a volermi diverso da quello che sono, da quello che sento, sol per vederti più simile a me. Non ne hai più paura?

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È difficile rendersi conto che perdonare qualcuno può voler dire anche farlo andare via dalla propria vita. Questo è il perdono di chi ha capito che, nel farlo restare, commette un errore imperdonabile verso sé stesso: sottrarre tempo alla ricerca della sua identità e del senso della vita. Non esiste un perdono più nobile di questo, perché gli si perdona tutto, anche il suo continuare a non aver capito di essere stato perdonato.

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Vogliate perdonarmi se ho voluto difendermi con la sola forza del mio pensiero.

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Il più grande dilemma umano, da sempre e ora più che mai, è: siamo tutti uguali o siamo tutti diversi? Prova solo a risolverlo e impazzirai.

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Preferisco svestirmi dell'effimero affetto di chi non mi ha dato, nonostante io abbia provato a dargli qualcosa di autentico; se quell'affetto è effimero, lascio che scivoli via dal mio corpo come una foglia in autunno che, una volta caduta a terra, diventa una cicca di sigaretta: inesistente, spenta per sempre, inadatta alla mia vita.