Commenti a "La paura rende uniti gli uomini... spesso..." di Andrea Matacchiera


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La paura è la salvezza dell'uomo.
solo avendo paura noi possiamo assumere gli atteggiamenti di difesa adeguati.
gli uomini senza paura non si preparano alla difesa e muoiono.
è antropomologia di base la mia lo so, ma è dato scientifico ampiamente condiviso.
per cui: tutti abbiamo paura, la differenza sta nel come la manifestiamo e/o la esprimiamo.
il resto è filosofia, ovvero area in cui sono poco portato e non commento.
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Dario, mi dispiace, ma sei completamente fuori strada.
Il raziocinio è l'unica cosa NON dogmatica che esista. Se tu mi dici che a = b, anche b deve essere = a. Non puoi sfuggire. Senza la logica matematica, adesso staremmo ancora tutti in una caverna. Questo è un dato non contestabile.
    Chi nega valore alla razionalità, lo sappiamo chi è: è Nietsche. Ma, ditemi, con quale metro si misura il valore della sua filosofia? Con l'ispirazione? Beh, a questo punto una ispirazione vale l'altra, mi pare. Ripeto per l'ennesima volta: l'UNICO chiodo che abbiamo sulla parete di roccia della conoscenza è la razionalità. Abdicato a quella, siamo fregati. Si precipita.
    Se io quindi riesco a dimostrare l'incoerenza logica di una qualsiasi teoria, quella teoria cade, non c'è niente da fare.
    E veniamo alla benedetta paura.
    Io non nego che la paura abbia potuto far sorgere l'idea di Dio nell'uomo primitivo. Assolutamente, l'ho già detto.
    Nego però che il concetto, una volta nato, rimanga collegato in eterno a questo cordone ombelicale.
    E' un concetto, Dario: e i concetti possono essere enunciati. Anzi: lo DEVONO essere.
    E nel concetto di Dio, la paura non entra più.
    Ma così è per tutte le idee dell'umanità. Addirittura per le invenzioni. Nascono per una esigenza, poi vengono applicate per esigenze addirittura opposte. Figurarsi per un concetto astratto, come quello ontologico.
    Da ultimo, è naturale che non possiamo risolvere il problema ontologico su pensieri e parole. Possiamo però dimostrare che la "soluzione" che ne dà Nietsche (negazione della ragione-riconduzione di Dio alla paura-negazione di Dio) è completamente sballata, salvo voler precipitare nel più totale QUALUNQUISMO, per cui a un illuminato può equivalerne un altro che dica esattamente l'opposto del primo.
    Niente più di questo.
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Beh, certo noi non possiamo sapere nulla della sfera psicologica altrui. Chi mai potrà dire a te che io non sia in cuor mio un fan sfegatato di Nietsche?O dire a me che tu non sia nel tuo intimo un simpatizzante di comunione e liberazione? O addirittura come potranno esser certi i terzi che non stiamo facendo tutta questa pantomima d'accordo tra moi, giusto per fare un po' di "show" ?
(Secondo me però se Giordano Bruno avesse avuto paura si sarebbe chiamato Bellarmino e avrebbe abiurato pure il teorema di Pitagora...)
Ma facciamo così: lasciamo per ora perdere il problema ontologico (Dio e derivati) e spostiamoci sull'altro punto di cui parlavo al commento n.12.
    Potresti definirmi cosa intendi per  " Caso  " ?
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Non hai risposto alla domanda. Non puoi sapere che non avessero paura nonostante ciò che hanno fatto o pensato. Non puoi saperlo perchè non li hai conosciuti e non sono rimaste le loro confessioni. E ti ripeto che tutti hanno paura e tutti mentono.
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Beh, è semplice. Sia per Parmenide che per Spinoza, questo Dio si disinteressa totalmente delle cose umane. Anche se tenti, dico, di ingraziartelo con sacrifici di qualsiasi genere. E' un dato puramente concettuale, che non placa nè genera alcuna paura.
     Quanto a Giordano Bruno, è stato il suo stesso modo di concepire Dio (eresia) che lo ha portato sul rogo. Se c'è andato, vuol dire che non temeva nè il rogo nè la vendetta di questo Dio. Poteva abiurare in qualsiasi momento, come fece (per sua e nostra fortuna) Galilei.

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