Scritta da: Giovanni Battista Quinto
L'uomo integerrimo ha un'unica condanna, ma molto pesante: è destinato a camminare per sempre in solitudine.
Composta giovedì 22 febbraio 2018
L'uomo integerrimo ha un'unica condanna, ma molto pesante: è destinato a camminare per sempre in solitudine.
Non temo la solitudine quando sono io a farle compagnia.
I giorni distanti da te mi hanno portato la neve nel cuore.
Non c'è niente di nostro, se non quel vuoto che rimane quando siamo soli.
Quando qualcuno è andato via, l'importante è che ha attraversato parte della tua strada, ha inciso impronte nel tuo cuore. Il ricordo ravviva la solitudine mentre l'amarezza di chi non è mai venuto lascia senza respiro il silenzio.
Stare soli qualche volta serve per ritrovare se stessi, ma troppa solitudine non fa bene a nessuno, perché una vita può aiutare un'altra vita a vivere. L'uomo non è nato per stare solo.
Nel momento in cui penserai di essere solo, sarai solo, resterai solo.
Ogni sera scrivo con l'inchiostro delle mie occhiaie tutto quello che mi è mancato dirti.
Il malato spesso rimane solitario ed estraneo all'amore socievole, per questo desidera di più rispetto. Chi resta solo nella malattia avverte di più il peso della comprensione dando maggior fiducia e rispetto per essere accudito.
La vita è un sentiero da varcare, un sentiero buio e luminoso, un sentiero da percorrere in solitudine, perché la vita non è fatta di gente.