Scritta da: Sergio Rimondot
Dieci, cento, mille sguardi, ma tu non c'eri. Ho chiuso gli occhi miei e ho visto i tuoi.
Composta venerdì 11 marzo 2016
Dieci, cento, mille sguardi, ma tu non c'eri. Ho chiuso gli occhi miei e ho visto i tuoi.
Un giorno andrò alla finestra dei tuoi occhi solo per controllare se da lì si può ammirare il cielo.
Mi perdo nei tuoi occhi per ritrovarmi nel tuo sorriso.
Affacciate su rupi di palpebre, le ciglia sono uomini senza testa che cercano di contemplare la loro immagine riflessa sul lago pupilla: inguaribili narcisi, sono salvati come sempre dall'immobilità del mio destino.
Le pupille sono commercianti che finiscono di lavorare solo quando s'è abbassata completamente la saracinesca della palpebra.
Quanto vorrebbero parlare gli occhi di notte, ma le labbra delle palpebre proprio non vogliono aprirsi e sembrano essersi chiuse per sempre.
La luce che brilla negli occhi è la luce del cuore. La luce che riempie il cuore è la luce di Dio.
Sapevate che lo sguardo è un ottimo conduttore di calore? Quando lei mi guarda riesce a bruciare ogni mia resistenza.
Spesso la bocca fa solo rumore, allora usiamo gli occhi parlano meglio ed in silenzio!
Lo sguardo è qualcosa a cui non puoi sottrarti, è l'unico con cui non puoi fingere, perché attraverso lo sguardo l'anima parla.