Scritto da: Maria Auriemma
Ad un certo punto della notte, dovrebbe essere vietato svegliarsi di punto in bianco e pensare al cellulare. Dovrebbe essere vietato tenerlo sotto al cuscino, prenderlo e iniziare a controllare. Controllare se quel messaggio tanto atteso fosse arrivato proprio nel momento in cui abbiamo chiuso gli occhi, con la speranza incastrata tra le ciglia. Per una chiamata. Per controllare l'ultimo suo accesso su Whatsapp. Per i vecchi messaggi e conversazioni che dovrebbero eliminarsi, sparire automaticamente, appena si chiude con una persona. Per uno stupido "ciao" sulla chat di Facebook, ma per quanto stupido possa essere, per qualcuno, quella notte potrebbe cambiargli l'umore, giorno, settimana, se non pure l'intera vita. Oppure l'opposto, peggiorandola, si peggiorandola perché la nostra generazione, perché noi, crolliamo anche per un visualizzato di troppo. Crolliamo per uno stupido "online" di Whatsapp, e non trovar la scritta "sta scrivendo..." Crolliamo per un sms di ritorno non ricevuto. Crolliamo di notte, in silenzio nel nostro letto, dove nessuno può sentirci, nessuno può vedere le nostre lacrime. Per poi alzarsi la mattina fingendo un altro giorno felice. Il vuoto attorno a noi, Il vuoto dentro. Non ci resta più nulla, nemmeno la speranza che era riuscita a farci addormentare la prima volta. Dovrebbe essere vietato si, almeno per me, che sono le 4.30 e sto scrivendo questo stupido post con le lacrime agli occhi. Si finisce sempre per non dormire più.

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