Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
Occorrerebbe almeno una volta fingere di essere in serie difficoltà per comprendere chi ti porgerà la mano quando lo sarai realmente.
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Occorrerebbe almeno una volta fingere di essere in serie difficoltà per comprendere chi ti porgerà la mano quando lo sarai realmente.
Hai confuso la mia educazione con la debolezza, la mia cortesia con la stupidità, la mia umiltà con l'ignoranza. Ora mi auguro non confonderai il mio ignorarti con una forte miopia.
Slacciale l'animo, spogliala dalle sue remore, falla sentire nuda, ma non vulnerabile, indifesa, ma protetta.
Mi parlo, ma non mi ascolto. Non ho più dialogo con me, solo reciproca sopportazione.
Sogno per sopravvivere, per decontaminarmi dal reale.
T'insegnano a non accettare caramelle dagli sconosciuti, ma quelle avvelenate provengono spesso da mani fidate.
È uno strano mondo quello degli ascensori. Un metro quadrato di asocialità in cui sguardi estranei giocano a evitarsi reciprocamente, pochi secondi di vulnerabilità esistenziale e di improbabili silenzi. Io salgo al quarto piano, lei?
Scrivo per non urlare, per non far rumore, una penna che sanguina senza dolore, un foglio privato del suo candore, un'inquietudine nuda dinanzi al lettore, perché il silenzio è l'unica via per ascoltare.
Ciò che non è alla portata degli occhi lo si può raggiungere chiudendoli, perché l'immaginazione ha costante fame di buio. Ed io, immaginando, ho viaggiato, amato, costruito e delle volte persino vissuto.
Cerco riparo dal tempo, ritaglio scampoli d'incanto, alzo il volume di questo silenzio.