Scritta da: fucku
Ma c'è davvero bisogno di piangere per far capire alle persone che stai male?
Composta sabato 4 aprile 2015
Ma c'è davvero bisogno di piangere per far capire alle persone che stai male?
E l'ho amato, come l'oscurità ama la notte, un tutt'uno, un completamento. L'ho amato lentamente e profondamente come un sonno tranquillo e leggiadro da cui non vuoi svegliarti mai e poi mai, l'ho amato come un sogno, un sogno da cui non volevo uscire solo per paura di non realizzarlo, e ho avuto il timore che il mio amore facesse parte di una fugace fantasia ma, ahimè, questo amore forte e sconvolgente non può essere frutto della fervida immaginazione dell'uomo, è impossibile, perché ho sentito la mia mano sulla sua, le sue labbra sovrapporsi soavemente sulle mie rubandomi un timido bacio, e in quel momento l'ho amato e l'amerò, ancora e ancora.
Amici vitia si feras, facis tua.
Tollerando i vizi dell'amico, rendi palese i tuoi.
Le nostre esistenze sono come il corso del sole: nel momento più buio c'è la promessa dell'alba.
La mano di un amico che non mi lascia mai, lo sguardo di un amico che segue quel che fai...
A volte ti illudi che sia per sempre, ma in realtà ogni cosa ha il suo tempo.
Il momento giusto non esiste, ma noi lo aspettiamo in eterno, e così sprechiamo la nostra vita ad attendere qualcosa che non arriverà mai! La grazia del presente è nascosta dalla nostra mente indaffarata a cercare cose con la convinzione che esse possano darci la soluzione. Ma ciò non sarà mai vero!
Guarda adesso, in questo Istante, con grande forza, attraverso tutti i tuoi strati mentali di sofferenza e vedrai che dietro c'è la Luce e la Libertà nella loro eterna Presenza. Non interrompere questa Forza che vuole raggiungerti con i conflitti della tua mente! Lascia stare e vedrai!
Non giudicare l'operato del tuo prossimo senza avere prima esaminato severamente il tuo.
Nel nostro piccolo mondo eravamo una sola anima io e lui. I più bei arcobaleni ci prestavano i loro sfolgoranti colori per dipingere i nostri sogni. Immaginandoli dialogando come se avessimo avuto una sola bocca per poterli descrivere, un solo olfatto per poter odorarne il profumo. Fronte a fronte, gli occhi dell'uno persi dentro al mare scuro ma limpido degli occhi dell'altro, parlavamo usando gli sguardi.
In un luogo di dolore e di esclusione, nel diluvio di parole e gesti incomprensibili un sorriso resta l'unica certezza che abbiamo tutti noi per farci apprezzare in virtù di quel che siamo.