Scritta da: Alberto Iess
Molti grandi poeti scrivono per cambiare sé stessi e finiscono per cambiare il resto del mondo.
Composta martedì 9 novembre 2010
Molti grandi poeti scrivono per cambiare sé stessi e finiscono per cambiare il resto del mondo.
L'uomo è il peggiore degli esseri, l'unico sciagurato che si chiede il perché delle cose. Perché quello è partito, perché quell'altro ha ucciso, perché esistiamo, perché esiste l'universo? Ve la dico a modo mio: non esiste nessun perché. La realtà è caos irrazionale.
Nella vita incontrerai sempre degli abissi spaventosi che ti creano vertigini e paura. Tuttavia in quei momenti ti basterà ricordare che l'abisso c'è sempre stato mentre salivi la parete della tua vita: intento nella scalata non te ne accorgevi. Il modo migliore per superare le sofferenze? Badare a scalare senza voltarsi a ricordarle!
Della vita ha visto più il cieco che ha puntato gli occhi al sole, di chi si è sempre guardato i piedi per non inciampare.
Le debolezze e le qualità di un uomo, la stasi le nasconde.
Avremmo bisogno di tre vite: una per sbagliare, una per correggere gli errori, una per riassaporare il tutto.
La foglia si stacca e danza nell'aria. Un giorno purtroppo toccherà il suolo e tutto, inevitabilmente, finirà. Le grandi storie tutte terminano, le realtà idilliache svaniscono. E noi? Dovremmo essere come il vento, accompagnarle danzanti alla fine.
Ricordate che chi ama troppo, un giorno odierà. E chi ha odiato un po', forse un giorno amerà.
Se è amore che ti trasporta, sarai sempre felice di sentirti perso.
Vivere è passeggiare su di un colle: prima giungi alla cima, poi ti resta solo da scegliere se ridiscendere attraverso lo stesso sentiero o percorrerne uno nuovo. Resta il declino dopo la salita.