Commenti a "La nostra concezione di Dio deriva dall'antico..." di Bertrand Russell


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Ebbene sì, maledetto Carter, quella del sonno era una scusa; ma non saprai mai in quali altre faccende fossi in realtà affaccendato. : )))))))
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Mio caro Giulio, fare il discorso di Russell all'incontrario lasciandoci dentro la tazzina è difficoltoso, perché è evidente che la tazzina è studiata ad arte per colpire l'immaginazione con qualcosa di assurdo.
    Se infatti lasci la tazzina, a rigore dovresti dire che l'ateismo sostiene l'inesistenza della tazzina, il che appare in effetti di per sé più verosimile che il sostenere che esista, e dunque tarpa le ali al ragionamento all'incontrario.
     Ma poniamo di sostituire all'esempio della tazzina un altro esempio, come l'esistenza o l'inesistenza di un pianeta abitabile intorno alla stella alpha centauri. Alcuni - ipotizziamo -asseriscono dogmaticamente che vi sia, altri dogmaticamente che non vi sia (e noi - attenzione - ci troviamo tra le mani la sola arma della ragione e della scienza). Orbene, con la ragione noi, in base al ragionamento di Russell, non avendo adeguati strumenti di indagine, possiamo confutare allo stesso modo entrambe le opposte opinioni dogmatiche. Ma se ci troviamo a dover esprimere in proposito la verità razionale, non possiamo che sospendere il giudizio.
     Ripeto: l'artifizio di Russell sta nel confutare un'opinione dogmatica "dando a bere" che sia vera l'opposta opinione (dogmatica anch'essa, perché non scientifica). La controprova? Le persecuzioni dei cristiani in tutte le epoche storiche, che fanno il paio con l'inquisizione. Squallori in entrambi i casi, e noi poveri idioti in mezzo.
     Opinione mia personale: Russell ha tentato di dimostrare in ogni modo l'inesistenza di Dio, senza riuscirvi, e senza dare lustro alla sua fama di scienziato (sotto altri aspetti ben meritata).... Operazione controbilanciata dai pari sforzi (con pari risultato) di tanti altri sul versante opposto.
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E dunque, Giulio, siamo all’ora del the.
Trascrivo qui di seguito la proposizione di Russell, per averla più chiaramente sott’occhio.
Molte persone ortodosse ritengono che sia compito degli scettici confutare i loro dogmi piuttosto che compito dei dogmatici rendere conto delle loro affermazioni.
Questo è ovviamente un errore.
Se io sostenessi che c’è una tazza da the cinese che gira attorno al Sole in un’orbita ellittica che passa tra la Terra e Marte nessuno potrebbe confutare la mia affermazione posto che io fossi abbastanza accorto da aggiungere che la tazza da the è così piccola che anche il più potente dei nostri telescopi non è in grado di rilevarla. Ma se io mi spingessi a sostenere che siccome la mia affermazione non può essere confutata è un’intollerabile presunzione della razionalità umana dubitarne sarei considerato un folle. Se d’altro canto l’esistenza di questa tazzina da the fosse sostenuta in libri antichi, fatta passare per verità sacra ogni domenica e instillata nelle menti dei bimbi a scuola, dubitare della sua esistenza diverrebbe un marchio di eccentricità, un caso degno di attenzioni psichiatriche in epoca moderna o dell’inquisitore in passato.

Nell’esaminare questa proposizione, bisogna premettere (non mi stancherò mai di dirlo) che la posizione di Russell è perfettamente razionale, e come tale va analizzata.
    Ti dicevo prima, cioè al commento n. 15, che circa l’esistenza di Dio l’unica posizione razionalmente corretta è quella agnostica.
    Ti dicevo però anche, sempre al commento n. 15, che la ragione può in proposito ottenere due grossi risultati:
1) Smontare pezzo per pezzo i RAGIONAMENTI volti ad affermare o a negare l'esistenza di Dio, dimostrandone l'inconsistenza: questa operazione si può fare anche con il ragionamento di Russell;
2) Mostrare la natura FIDEISTICA,  cioè l'ARAZIONALITA' o IRRAZIONALITA', di tutte le opinioni non agnostiche circa l'esistenza o inesistenza di Dio.
     Russell, in questa storiella della tazzina, altro non fa che quanto appena descritto al punto 2: mostra la natura fideistica dell’affermazione (dogmatica, cioè indimostrata e indimostrabile) che la tazzina (cioè Dio) esiste. E giustamente dice: spetta a voi dogmatici fornire la prova della sua esistenza, non a me (scettico) provare la sua inesistenza. Giustissimo, Perfettamente corretto.
     Solo che… dal ragionamento di Russell non si arriva, purtroppo o per fortuna, a poter dimostrare che la tazzina non esista.
     Infatti, ove qualcuno asserisse “la tazzina non esiste”, il ragionamento di Russell potrebbe perfettamente essere ripetuto all’incontrario.
     E proviamo, dunque.
Molti atei ritengono che sia compito dei credenti confutare la loro  opinione dogmatica piuttosto che compito dei dogmatici rendere conto delle loro affermazioni.
Questo è ovviamente un errore.
Se io sostenessi che c’è una tazza da the cinese che gira attorno al Sole in un’orbita ellittica che passa tra la Terra e Marte nessuno potrebbe confutare la mia affermazione posto che io fossi abbastanza accorto da aggiungere che la tazza da the è così piccola che anche il più potente dei nostri telescopi non è in grado di rilevarla. Ma se io mi spingessi a sostenere che siccome la mia affermazione non può essere confutata è un’intollerabile presunzione della razionalità umana dubitarne sarei considerato un folle. Se d’altro canto l’esistenza di questa tazzina da the fosse sostenuta da secoli di ateismo, fatta passare per verità assoluta in ogni regime ateo e instillata nelle menti dei bimbi a scuola nei regimi stessi, dubitare della sua esistenza diverrebbe un marchio di eccentricità, un caso degno di attenzioni psichiatriche in epoca moderna, o del martirio (di credenti e missionari) non solo in passato, ma anche al giorno d’oggi.

Una piccola osservazione: è evidente che la tazzina da the è usata ad arte da Russell per parlare di qualcosa di impossibile e ridi*colo. Perciò ho preferito nel mio esempio riferirmi all’esistenza, e non all’inesistenza della tazzina (d’altra parte, anche dire che qualcosa nn esiste è un’affermazione, cioè appunto.. una tazzina).
    Meglio sarebbe però, ad esempio, parlare della diagnosi di un tumore in base a poche cellule invisibili ai mezzi di ricerca moderni, o dell’ astronave madre di una civiltà aliena (anziché la tazzina) in orbita ellittica tra Terra e Marte, anch’essa invisibile ai più moderni telescopi.
    Ripeti l’operazione: se levi la tazzina, e la sostituisci con qualcosa di più… onesto, i conti torneranno perfettamente; e avremo applicato al ragionamento di Russell il trattamento di cui sopra al punto 1).

    Mi chiederai dove sia il gioco di prestigio di Russell.
    Ma.. è semplicissimo: il gioco consiste nel confutare una posizione dogmatica facendo apparire che l’opposta posizione dogmatica sia veritiera fino a prova contraria. La posizione razionale corretta è invece confutare la posizione dogmatica e basta.
    Quanto alla soluzione del problema, uno scienziato sereno (e non dogmatico come Russell in materia di ateismo) non potrà dire altro che, di fronte all’impossibilità di indagare qualcosa con gli strumenti OGGI a sua disposizione, l’unica posizione corretta è la sospensione del giudizio.
    In attesa che prima o poi i fatti o la ricerca siano in grado di vedere o non vedere la tazzina.
    Tanto ti dovevo.
     Ma… prima o poi presenterò la parcella: e la parcella, Giulio,    E’ LA TUA ANIMA.
     Ah-ah-ah-ah-ahahahahaha (risata angelica in allontanamento..)
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Il nuovo mondo......viene da noi, dalla nostra intelligenza????........Se vado a vedere i lavori fatti millenni addietro in Oriente....altro che, non rimpiangere il passato...........se guardo al mio mondo vedo solo uomini persi nel vuoto che, non sanno nemmeno dove ricominciare a costruire qualcosa.........La libertà della mente viene dopo l'educazione della mente giustamente.....ma, come si educa una mente?Chi educa le menti?Si guarda sempre al passato e ci si aggiunge sempre qualcosa o ci si toglie...............questo è il limite della libertà, a mio avviso!  Come il dogma può generare robot, la libertà può generare mostri distruttivi...cosa sia più intelligente ancora la nostra intelligenza non l'ha capito!  Andiamo avanti comunque nel bene e nel male!
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L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di DOGMI destinati a proteggerla (...) Il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano.
   Un'educazione che miri alla LIBERTA' della mente deve dunque innanzitutto essere ESENTE DA DOGMI. Ma...che cos'è un dogma?? Vediamo cosa dice in proposito il vocabolario della lingua italiana.
   In senso religioso, un dogma è una verità contenuta nella Rivelazione e proposta come obbligatoria
alla fede universale per esplicita e solenne dichiarazione di concili ecumenici o del sommo pontefice (esempio: dogma della Trinità, dell'Immacolata, dell'Assunzione di M.V, al cielo). Ma questo significato è naturalmente restrittivo. In senso esteso,    dogma è qualsiasi proposizione o principio tenuto per verità incontrastabile: il dogma può dunque essere non solo religioso, ma anche filosofico, politico, scientifico; di ogni tipo.
       Anche l'ipse dixit è un dogma. La mente umana tende istintivamente ad attribuire maggior valore a ciò che è stato detto da grandi personaggi, semmai dotati di estrema competenza in un certo ramo; occorre invece SEMPRE, nell'esame di una qualsiasi proposizione, analizzare il suo contenuto di verità intrinseco, indipendentemente da colui che l'abbia pronunziata. Solo in questo modo può farsi esercizio di lbertà e di verità.
    Questa premessa, Giulio, l'ho fatta perché è indispensabile all'analisi di quanto affermato da Russell  circa la tazzina da the. Se su essa concordi, possiamo andare avanti; se non concordi, tu ti terrai la proposizione di Russell e io... la tazzina. : )))
    A proposito: chiedo scusa per ieri sera, ma con l'avanzare degli anni sempre più di frequente capita di crollare improvvisamente dal sonno,  venendo meno ad appuntamenti, sia pur solo virtuali, che si avevano con altre persone... le quali rimangono, sia pur sempre solo virtualmente, con un palmo di naso ad attendere un interlocutore ormai perduto nel mondo dei sogni. : ((

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