Commenti a "Un ateo arrogante e chiuso di mente riesce ad..." di Jean-Paul Malfatti


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Ok, siamo alle solite, però la storia ci insegna una cosa, ci urla una cosa, ci chiede affranta una cosa: credete nell'uomo, e smettetela di credere ai fantasmi, agli orpelli divini. Io non posso biasimare un uomo che agisce (anche male) in difesa di un ideale che tocca l'umanità, che ne cambia le sorti, che la fa evolvere-involvere (che a seconda dei punti di vista è la stessa cosa), ma non posso più accettare che si agisca (anche male, soprattutto male) in nome del niente, di un nome che suscita timore, più che amore, un nome e basta, perchè non ce lo meritiamo tanto subdolo destino.
Ma la cosa che più m'infastidisce è chi pronuncia certe affermazioni, come se si muovesse col paraocchi. Centinaia di anni di umiliazioni e torture per difendere uno status civile-affettivo specifico, un modo d'essere e di amare... distrutti, annientati dalla religione di costume, la quale viene difesa a sua volta da chi quello stato lo vive (evidentemente con giustissimo fervore). Come dire, siamo amici di tutti che a me personalmente non ne verrà nulla si male. E' un volo davvero troppo basso.
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Questa conversazione mi sembra molto interessante, perché tocca un nervo scoperto dei rapporti sociali, e quindi esprimo il mio modesto parere.
   Concordo perfettamente con le parole di Paolino: "Sii credente, sii agnostico, sii ateo, oppure sii nulla, tutto o solo ciò che vuoi essere, ma, per carità, siilo senza fa*na*tismo o spa*valderia e, soprattutto, senza ins*ul*tare o dare del fe*s*so a chi la pensa diversamente da te."
    Queste parole sono rivolte non ad atei o a credenti, ma a TUTTI. E' poi chiaro che al credente non faccia piacere essere ema*rginato o de*riso dall'ateo, e all'ateo essere emar*ginato o de*riso dal credente. La soluzione è semplice: esprimere le proprie opinioni, rispettando non le opinioni altrui (cosa impossibile se non le si condivide), ma l'altro, sempre, anche se portatore di diversa opinione.
    Sotto altro aspetto, se parliamo di mar*tiri o generici m0rti am*ma*z*zati, ai ma*rtiri dell'inquisizione cattolica (perché era cattolica, perb*acco: cosa inc*redibile ed or*re*nda!) si possono affiancare tranquillamente i ma*rtiri di diverse religioni di Stato, come quella dell'antica Roma, o i ma*rtiri   missionari in Africa o Asia, o i ma*rtiri dell'ateismo di Stato (come avvenuto nei regimi comunisti "ditt*atoriali", che furono a mio avviso il massimo della contraddizione in termini e dell'ipo*cr*isia).
     Né atei né credenti dunque, a mio avviso, dovrebbero prendere cappello dinanzi a questa frase, condivisibile da chiunque.
     Quanto poi a Guccini, mi sembra esprima il medesimo concetto, anche se con una ribe*ll*ione in altre opere più nettamente di parte, e che comunque ha sempre il retrogusto amaro della scon*fitta e dell'auto-ema*rg*inazione. Povero Guccini, profeta di scenari sempre più demodé, stante l'avvenuto svili*mento e prosti*tu*zione alla ragion pratica anche delle sinistre e delle ana*rchie di qualsiasi gusto ed estrazione, cosa che è ormai sotto gli occhi di tutti...
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Questa conversazione mi sembra molto interessante, perché tocca un nervo scoperto dei rapporti sociali, e quindi esprimo il mio modesto parere.
   Concordo perfettamente con le parole di Paolino: "Sii credente, sii agnostico, sii ateo, oppure sii nulla, tutto o solo ciò che vuoi essere, ma, per carità, siilo senza fanatismo o spavalderia e, soprattutto, senza insultare o dare del fesso a chi la pensa diversamente da te."
    Queste parole sono rivolte non ad atei o a credenti, ma a TUTTI. E' poi chiaro che al credente non faccia piacere essere emarginato o deriso dall'ateo, e all'ateo essere emarginato o deriso dal credente. La soluzione è semplice: esprimere le proprie opinioni, rispettando non le opinioni altrui (cosa impossibile), ma l'altro, sempre, anche se portatore di diversa opinione.
    Sotto altro aspetto, se parliamo di martiri o generici m0rti amma*zzati, ai martiri dell'inquisizione cattolica (perché era cattolica, perbacco: cosa incredibile ed orrenda!) si possono affiancare tranquillamente i martiri di diverse religioni di Stato, come quella dell'antica Roma, o i martiri   missionari in Africa o Asia, o i martiri dell'ateismo di Stato (come avvenuto nei regimi comunisti "dittatoriali", che furono a mio avviso il massimo della contraddizione in termini e dell'ipocrisia).
     Né atei né credenti dunque, a mio avviso, dovrebbero prendere cappello dinanzi a questa frase, condivisibile da chiunque.
     Quanto poi a Guccini, mi sembra esprima il medesimo concetto, anche se con una ribellione in altre opere più nettamente di parte, e che comunque ha sempre il retrogusto amaro della sconfitta e dell'auto-emarginazione. Povero Guccini, profeta di scenari sempre più demodé, stante l'avvenuto svilimento e prosti*tuzione alla ragion pratica anche delle sinistre e delle anarchie di qualsiasi gusto ed estrazione, fatto che è ormai sotto gli occhi di tutti...
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Ti rispondo con un brano del buon Guccini...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi igno*ranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...

...Io dico Addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia

e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ru*ffiani e di put*ta*ne a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbr*oglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

io, giu*llare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipo*crita uditore, mio simile...
mio amico...
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Ti rispondo con un brano del buon Guccini... Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia

e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ru*ffiani e di put*tane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...
mio amico...

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