Commenti a "La paura rende uniti gli uomini... spesso..." di Andrea Matacchiera


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Venendo a noi, io avevo chiesto a Dario (e ad Andrea) perché il concetto di Dio includerebbe in sé la paura. Le risposte di entrambi sono identiche, e credo di poterle riassumere così:
- paura della natura e dell'ignoto;
- nascita nella mente dell'idea di una forza soprannaturale cui appigliarsi a scopo propiziatorio, sia contro le forze della natura, sia contro la collera della stessa divinità;
- questa paura di dio o degli dei, e delle forze oscure che vi sono connesse (diavolo, inferno ecc.), genera nuova paura, abilmente mediata dalla classe sacerdotale a mero fine di potere.
Anche a me, in verità, sembra che le cose stiano proprio così. Mi pare, anzi, sin troppo evidente.
Però solo quanto alla nascita ed evoluzione nella mente dell’uomo del concetto di Dio. Cioè in senso storico, come sopra dicevo.
Non in senso ontologico.
Mi spiego meglio: sembra incontestabile che il concetto di Dio nasca nella mente dell’uomo dalla paura, e a nuova paura sia stato e venga ricondotto.
E dunque:
- genesi dell’idea di Dio nell’uomo = paura;
- gestione sociale dell’idea di Dio = paura.
Tuttavia, se andiamo a esaminare a fondo le cose, a me sembra che, pur accettando queste due equazioni, esse non possono portarci all’equazione
- Dio = paura

Per il semplicissimo motivo che la paura esula dal concetto di divinità. A questo concetto potremo viceversa ricollegare i concetti di
- essere
- creazione o anche non creazione
- onnipotenza
- onniscienza
- amore , o anche odio
- bontà o anche malvagità

ma non certamente il concetto di paura, che è cosa che riguarda la nostra sfera psicologica, non assolutamente la sfera psicologica e quindi l’essere o le attribuzioni di questo ipotetico Dio.
     So già quello che mi risponderete; ma preferisco non andare avanti dandomi risposte e controrisposte da solo, sia per rispettare la natura di dialogo di questo nostro raginare, sia per non rendere il commento troppo lungo.
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Sono d'accordo con Alessandro quando dice che per arrivare al nocciolo delle questioni ci vogliono intelligenza e sensibilità.
     C'è però un punto importante: la ragione è un patrimonio comune, la sensibilità no. Con la sola sensibilità, noi possiamo arrivare individualmente alla soluzione di un problema; possiamo poi fare gruppo con tutti quelli che a quel problema danno la stessa soluzione che diamo noi; ma poi ci fermiamo. Non possiamo andare oltre.
     Si vengono a creare, per tal via, una serie di gruppi diversi, non comunicanti tra loro, ciascuno dei quali spera che gli altri ricevano la medesima illuminazione.
     Viceversa, la ragione è ciò che dal metodo sperimentale di Galilei in poi ha condotto l'uomo al progresso scientifico e tecnologico cui siamo giunti oggi. E' l'unico linguaggio universale che abbiamo.
      Si potrà dire: a questo progresso ci ha condotti la scienza, non la filosofia; quest'ultima, è rimasta praticamente ferma alle conclusioni cui era giunta nella Grecia antica. Da cui il vecchio adagio che "la filosofia è quella cosa, con la quale o senza la quale si rimane tale e quale".
       Ma in questa visuale si trascura che il metodo sperimentale altro non è che una geniale (quantunque di sua natura limitata) intuizione filosofica. Filosofia e scienza non sono dunque su due posizioni diverse, anche se lo sono spesso filosofi e scienziati, ma solo perché la cultura paludata è restia all'umiltà (ma questo è un diverso discorso, seguendo il quale andremmo fuori tema).
       E dunque: per concludere su questo argomento, a me sembra che, quanto alla convinzione personale, occorrano senza dubbio ragione e sensibilità insieme; o anche la sola sensibilità, ove si voglia; ma, quanto alla comunicazione interpersonale delle idee e del sentire, occorra fare uso della ragione fino al massimo grado, abbandonandola solo quando, per evidenti suoi intrinseci limiti, è costretta a fermarsi.
      Io spero comunque che Alessandro,pur impossibilitato per impegni e problemi tecnici, segua il discorso che andremo via via facendo, intervenendo quando potrà e vorrà. Sarà questo stesso discorso, io spero, a far decadere i suoi dubbi circa il "giustificare tutto" e le "ambizioni da classifica" (quale? L'unica classifica cui tenevo era quella del Napoli.. : ).
      Per ora, grazie dell'intervento e della partecipazione.
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E dunque, con quel tantino di "sensibilità" che giustamente non guasta mai, avevo visto giusto: i leoni erano tre, non due. : )) Ma, per essere sincero fino in fondo, avevo colto anche altre due cose. Primo: che, in quell' elogio della parte della frase in cui Andrea dice "perché amano la vita e non la giustificazione della vita" (commento n.15), quell'accenno agli "altri" spiriti poteva con ogni probabilità riguardare (anche) il sottoscritto (o meglio: una certa interpretazione della sua posizione); secondo, che i leoni sono addirittura quattro, il che mi pare ovvio. : ))
Insomma: come si dice a Napoli, mi trovo in una vera e propria "liunera". Questo termine a Napoli si usa per evidenziare la posizione del "micco" ("int' 'a liunera", appunto) che di solito è un mingherlino (fo**uto di paura) capitato per caso, appunto, nella "fossa dei leoni".
     Ma io non ci sono per caso. Ci sono venuto apposta, perché sono una sorta di vecchio leone anch'io; e quindi non solo mi trovo a mio agio; ma in ogni caso, preferisco la compagnia di leoni con cui non dovessi essere d'accordo a quella di pecorelle pur gentili e mansuete con le quali l'accordo potrebbe essere solo superficiale,  perché lontane anni luce sia per visuali che per sincerità.
     (Continua)
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Un ultima cosa: visto che non potrò più rispondere per motivi di tempo e di connessione. Il mio commento era riferito esclusivamente alla frase e a nessun'altro. Ho condiviso questa frase per lo stesso motivo con cui ho condiviso "smisurata preghiera" di Fabrizion De Andrè, ascoltando quel brano ho trovato un nesso molto forte con la frase di Nietzsche87. Onde evitare qualsiasi discussione per poi riprendere la mia vita e le mie questioni personali, vi porgo i miei più sinceri saluti.
Arrivederci.
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http://www.youtube.com/watch?v=2px-6gdD0C8&feature=related

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