Commenti a "A chi è solo, Dio dona un cane. Il cane è la..." di Victor Hugo


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Un'altra via ci sarebbe, in verità: un deciso aumento della capacità della scatola cranica umana, che, con un maggiore spazio per la materia grigia, riuscisse a portare il QI medio, dai 100 attuali, almeno intorno ai 130-140. Ma questa è cosa sottratta alle cure di noi m0rtali, e potrà operarla solo madre natura.
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Per Sergio: inutile illudersi, non c'è crescita sociale o collettiva che dir si voglia senza crescita individuale. E la crescita individuale è culturale e spirituale. Non vi sono altre vie.
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Mi dispiace dover contraddire Margherita e Maria De benedictis, ma i loro commenti sono (purtroppo) frutto evidente di un approccio estremamente superficiale alle mie parole. E purtroppo, da approcci superficiali derivano considerazioni e conclusioni di natura superficiale.
    Mie care signore, stavo facendo un discorso di evoluzione spirituale, e il termine "santità" non era da me usato in senso "tecnico", ma nel senso, del tutto generico e laico, di "probità e integrità di vita e di costumi". Senso che, se aprite un qualsiasi dizionario, rinverrete ampiamente. Le parole esprimono concetti: e non ne ho mai usate a vanvera. Se mi fossi riferito a "santi" canonizzati, avrei fatto un discorso molto più articolato e profondo. Devo dunque con rammarico, e non per vendetta ma per medicina, rinviare al mittente, con invito a maggiore meditazione per il futuro, le considerazioni di Maria di Benedictis intervallate da puntini sospensivi.
    Ma vorrei dire ancora due parole circa i concetti espressi da Margherita relativamente ai "santi" canonizzati. Niente di più errato. Secondo la religione cristiana, TUTTI i credenti DEVONO essere santi. La santità non è dunque un optional, ma un preciso dovere del credente. Inoltre, tra uno che porta la croce perché gliel'hanno appioppata sulle spalle, e un altro che la porta di sua volontà, semmai anche per gli altri, io non capisco sinceramente come si possa preferire il primo.
     Sia ben chiaro anche a te, comunque, Margherita, che non mescolavo il sacro col profano. Mi riferivo solo ad un tipo di Uomo che esiste, che è visibile di tanto in tanto, e per questo motivo rappresenta ai miei occhi, inequivocabilmente, la meta del genere umano.
     Vi dirò infine in tutta sincerità che, dopo questa precisazione, resa necessaria da superficiali interpretazioni di discorsi seri, certo più seri di quelli cui assisto quasi diuturnamente (mi riferisco, per parlare fuori dai denti e nel gergo di Maria De Benedictis, alle str...ate di cui sono farciti i vostri ordinari dialoghi), sono seriamente tentato di liberarvi della mia presenza e di respirare aria migliore.
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"E sono in molti, forse troppi, a dire che amano più i cani che gli esseri umani, però sono in pochissimi a trattarli con la stessa pazienza e la stessa dolcezza di prima quando essi si invecchiano o diventano seriamente malati." ~Jean-Paul Malfatti
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Jo, mi sembri un pò rigido sulla tua posizione! Credo che Maria intenda che essere uomo significa anche assumersi la responsabilità di esserlo. Chi non si assume questa responsabilità non è UOMO ... su questo sei d'accordo Jo?

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