Poesie inserite da Paul Mehis

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Scritta da: Paul Mehis

Oscura Vittoria

Le tenebre ingoiarono gli occhi!
Luce della vermiglia luna
rischiarava tronchi ormai morenti,
come patiboli per l'impiccagione.
Le poche gemme rimaste,
dall'aspetto di vita soffocata.

Il vento inneggiava,
con voce infernale:
Trionfo!
Vittoria!

Annegò le fauci scarne
su morbide labbra di more.
Un ultimo freddo brindisi...
con coppa marmorea di linfa coagulata.
Un ultimo abbraccio d'amore...
per ciò che era già,
morto inconsciamente.

Tornò il silenzio,
dal gusto di un sorriso abortito,
affogato nella memoria del tempo...
... e l'alba di un nostro domani che mai sorse.
Composta lunedì 30 novembre 2009
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    Scritta da: Paul Mehis

    ¿Qué es poesía? (Che cos'è la poesia?)

    ¿Qué es poesía?, dices mientras clavas
    en mi pupila tu pupila azul.
    ¡Que es poesía!, Y tú me lo preguntas?
    Poesía... eres tú.


    "Che cos'è la poesia?", dici mentre fissi
    la mia pupilla con la tua pupilla blu.
    "Che cos'è la poesia? E tu me lo domandi?
    Poesia... sei tu!"
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      Scritta da: Paul Mehis

      Parole

      Le parole
      attraversano la mia pelle
      sciolgono la mia carne
      scheggiano le mie ossa
      si infilzano nella mia anima.

      Ormai indispensabili
      come luce per i colori,
      come notte per la luna,
      come sguardo per gli innamorati,
      come saliva per la digestione,
      come il dolore per la vera gioia,
      come madre per un bimbo,
      come la vita per la morte.

      Come Te
      ed i tuoi Sorrisi,
      per me...
      Composta venerdì 6 novembre 2009
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        Scritta da: Paul Mehis

        Simbiosi

        Mi adagiai disfatto
        su quel giaciglio d'erba grassa.
        Infinito stupore per la comodità
        del corpo nudo
        che si ritrova come abbracciato
        dall'amata.

        Sulla pelle lascio riposare
        Il sole,
        quasi sconosciuto...
        Pelle irradiata,
        prettamente,
        dalla sintetica fluorescenza dei neon.

        Osservo il richiamo delle cicale,
        simili a batteristi,
        per velocità e sapienza,
        ma con risultati da violinisti.
        La loro musica si fonde con la mia...

        Una farfalla si adagia
        sul mio petto, dissetandosi con le lacrime saline del mio corpo.
        L'ammiro e sono colpito
        enorme differenza
        del suo essere,
        dalle pagine lucide dei libri.
        Le sue ali,
        come morbide lenzuola di pile
        dai tenui colori.

        Una mantide smeraldo pasteggia avida
        sul mio ginocchio.
        Affonda le mandibole con fredda presa.
        La cavalletta si contorce
        nella disperazione.
        Ricordo la gioia del predatore
        ed il dolore della preda,
        ma non sono
        ne giudice,
        ne giustiziere.

        Muore la mia inquietudine,
        mentre
        sprofondo nella terra.
        Composta martedì 11 agosto 2009
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          Scritta da: Paul Mehis

          Il fiore marino

          Perché sento la mia carne così viva?
          Come puoi tu divorarmi così... senza alcuna pietà?
          Com'è possibile
          che comprendi ogni schizzo del mio sangue?
          La forma di ogni mia gelida goccia
          che io stesso non comprendo,
          ma che ora ribolle della tua dolce voracità!

          Passando dalla mia anima...
          ti ritrovo insediata anche nella mia carne!
          Tutta la mia follia si scioglie nella tua follia.

          Donami l'illusione che il tempo, per noi, non esista...
          Che una fine non esista...
          Composta lunedì 5 ottobre 2009
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            Scritta da: Paul Mehis

            Ode all'allegria

            Allegria
            Foglia verde
            Caduta dalla finestra.
            Minuscola chiarezza
            Appena nata,
            elefante sonoro
            abbagliante
            moneta,
            a volte
            fragile raffica,
            o
            piuttosto
            pane permanente,
            speranza compiuta,
            dovere svolto.
            Ti sdegnai allegria.
            Fui mal consigliato.
            La luna
            mi portò per i suoi cammini.
            Gli antichi poeti
            mi prestarono occhiali
            e posi
            accanto ad ogni cosa
            un nimbo oscuro,
            sul fiore una corona nera,
            sulla bocca amata
            un triste bacio.
            È ancora presto.
            Lascia che mi penta.
            Avevo pensato che soltanto
            se il mio cuore
            avesse bruciato
            il rovo del tormento,
            se la pioggia avesse bagnato
            il mio vestito
            nella regione violacea del lutto,
            se avessi chiuso
            gli occhi alla rosa
            e toccato la ferita,
            se avessi condiviso tutti i dolori,
            avrei aiutato gli uomini.
            Non fui nel giusto.
            Sbagliai i miei passi
            Ed oggi ti invoco, allegria.

            Come la terra
            sei
            necessaria.

            Come il fuoco
            sostieni
            i focolari.

            Come il pane
            sei pura.

            Come l'acqua d'un fiume
            sei sonora.

            Come un'ape
            Distribuisci miele volando.

            Allegria,
            fui un giovane taciturno,
            credetti che la tua chioma
            fosse scandalosa.

            Non era vero, me ne resi conto
            quando sul mio petto
            essa si sciolse in cascata.

            Oggi allegria,
            incontrata per strada,
            lontano da ogni libro,
            accompagnami.

            Con te
            voglio andare di casa in casa,
            voglio andare di gente in gente,
            di bandiera in bandiera.
            Tu non appartieni soltanto a me,
            Andremo sulle isole,
            sui mari.
            Andremo nelle miniere,
            nei boschi.
            E non soltanto boscaioli solitari,
            povere lavandaie
            o spigolosi, augusti
            tagliapietre,
            mi riceveranno con i tuoi grappoli,
            ma i congregati,
            i riuniti,
            i sindacati del mare o del legno,
            i valorosi ragazzi
            nella loro lotta.

            Con te per il mondo!
            Con il mio canto!
            Con il volo socchiuso
            della stella,
            e con la gioia
            della spuma!

            Io sono debitore verso tutti
            perché devo
            a tutti la mia allegria.

            Nessuno si sorprenda perché voglio
            consegnare agli uomini
            i doni della terra,
            perché ho imparato lottando
            che è mio terrestre dovere
            propagare l'allegria.
            E con il mio canto compio il mio destino.
            Composta mercoledì 23 settembre 2009
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              Scritta da: Paul Mehis

              Alla Luna

              Conobbi una luna,
              ma mi appariva così lontana...

              Conobbi una luna
              dal pallore Nostalgico.

              Conobbi una luna
              che mi illuminò Teneramente.

              Conobbi una luna
              che inciampava Adorabilmente tra le Stelle.

              Conobbi una luna
              dai Colori sgargianti.

              Conobbi una luna
              dal Sorriso contagioso

              . Conobbi una luna
              e ne fui Affascinato.

              Conobbi una luna
              e la sua Timida melodia mi ammagliò

              Conobbi una luna
              che sognai di avere accanto.

              Conobbi una luna,
              e mi Innamorai.

              Conobbi una luna,
              ma abbracciata dal suo Cielo.

              Quando un dolce temporale ci separerà,
              sarò Felice,
              perché ora una luna,
              sa di essere la Luna
              ed ogni volta che scruterò nel cielo la notte
              ricorderò il suo Nome sorridendo nostalgicamente.
              Composta lunedì 14 settembre 2009
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                Scritta da: Paul Mehis

                Il mio Angelo

                Conobbi un Angelo
                vestito di malinconia,
                nel suo sguardo persi tutto.
                Lo spogliai, stupendomi della sua radiosa bellezza
                mi accecò la sua gioia...

                Ma le sue vesti rimasero sospese
                ... fino a che non venne il gelo.

                Ma il mio angelo
                ritrovò la sua primavera,
                ed io terrò sempre strette a me
                le sue malinconie.
                Composta giovedì 10 settembre 2009
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                  Scritta da: Paul Mehis

                  Angeli caduti

                  Ho visto Angeli
                  sprofondati all'Inferno ribellarsi,
                  bruciavano
                  le loro ali di cera,
                  candide come gigli.

                  Ho visto Angeli
                  incatenati a ricordi
                  nostalgici
                  estenuati dalle battaglie,
                  perdere la speranza.

                  Ho visto Angeli
                  dal viso incrostato dal sale,
                  intrappolati in oscene ragnatele
                  del Tempo,
                  come anello saldato sulla carne.

                  Ma la rassegnazione al vuoto,
                  emana lezzo di putrefazione e
                  come un palloncino sfuggito a un bimbo,
                  esplode...

                  prima di giungere al Cielo.
                  Composta domenica 6 settembre 2009
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