Poesie preferite da Marco Panizza

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Scritta da: Gaetano Toffali

Lettera per una domanda di perdono

L'esperienza ci ha strappati
l'uno dall'altra, amore;
l'esperienza ci ha rattristati
l'uno nell'altra, amore;
e il mio "tu" e il tuo "tu"
si perdono nel vento:
quale furtiva foglia
asciugherà il pianto del rubinetto?
Quale cotone assorbirà
il mio canto?
Io nudo come il cielo;
tu troppo densa, troppo carica,
troppo, troppo.
Sbaglio le parole e suono
come un peccato, come una percossa,
come un tradimento, come una pazzia.
E tu, se mi disegni a lungo,
mi perdi. Ritrovami
nel giuramento della sera:
io sono
il demone del dramma e della catarsi.
Ma per raggiungerti in purezza
dovrò mangiarmi le mani?
La tua bocca mi guarda e io svanisco,
insano dentro una perla
umida di nebbia.
Le tue mani mi dividono
e io scivolo
in un tempo di zanzare.
Resta solo di me il bicchiere
di questo seme sparso sul cuscino;
le radici di questa barba
che abbrutisce il cuore;
il grido di questa gola
che nessuna pastiglia addolcisce
e questa rovina che assapora
tutto il pudore che mi resta,
tutta la malizia che ho consumato
e tutto il canto.
Vieni, e credi di nuovo
che il mio corpo, sposo del tuo;
che il mio silenzio, padre del tuo;
che il mio canto, fratello
della tua amarezza
raggiunga il dio nel tutto che supplichi
e s'allontana.
Non ci sono più ossa, ma rose;
non ci sono più muri ma strade;
non ci sono più inverni, non ci sono:
tra poco è marzo, vieni,
camminiamo.
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    Scritta da: DANA

    Senza tempo

    Non so
    se scrivo per me o per te
    Stasera
    Ma è stato bello sentirti
    Non chiederti il perché
    dopo tanto tempo
    E non ringraziare!
    l'amicizia e l'amore
    son grati a se stessi
    Fa che non esistano
    giorni
    di ossimori mesti
    la morfina nasconde le domande
    ma le risposte
    s'affollano
    in quegli occhi gentili
    che ti accarezzano ancora i capelli
    Ricorda di ridere
    davanti allo specchio
    poiché io
    sono lo specchio
    e ti vedo buffa
    con l'armadio che esplode
    nel campo minato
    delle tue paure
    E riportami la tua vita
    fa che sia
    ogni giorno diversa
    non sopporto la noia
    e l'hai promesso
    che vivrai per raccontarmi
    come stasera
    che trent'anni eran ieri
    e spingevamo la tua Charleston
    per farla partire
    così come oggi
    io spingo te
    a ricordare
    per vivere.
    Composta giovedì 1 dicembre 2011
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      Scritta da: Davide Bidin

      Stuprato è l'amore

      Amore e Ossessione
      son troppo spesso confusi
      non solo da chi
      mai
      ha analizzato i due aspetti
      ma anche dagli artisti
      dai poeti.
      Per questo odio parlar d'amore
      usando questa,
      stuprata,
      parola
      è un'eccezione, oramai
      banalizzata
      dai volti dei vuoti
      ansimanti,
      amanti
      e non è contro il sesso
      questa poesia
      ma contro il milione
      tra noia e peccato
      di cuori, di baci, di triti e ritriti
      canzoni uguali
      ad esse stesse
      che battibeccano
      tra millenni, compresi,
      di ovvi cadaveri lieti
      di felicità anestetica
      morfina e dopamina
      sputati sul foglio
      in un gorgo di noia
      la mia bile non trova più pace.
      Composta domenica 10 luglio 2011
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        Scritta da: Gaetano Toffali

        Cedi all'amore

        Gli uomini sbagliano
        Quando non piangono
        Il silenzio dei forti
        È ancora vagante

        Amore ha brezza
        Che vuole tempesta
        Di fuoco e fulmini
        Vive certezza

        Al cielo pallido
        Gli aironi aspettano
        Aquile ignorano
        Paure instabili

        Gli uomini osano
        Quando si perdono
        Gli amori vivono
        Quando si cedono.
        Composta lunedì 30 novembre 2009
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          Scritta da: DANA

          Sonnifero

          Le gocce cadono
          la lingua le accoglie

          è un sapore malato
          un sollievo di nulla

          di lingua assopita
          gonfia e taciuta

          distillo ricordi
          le grida da muta

          cercando l'oblio
          di un sonno di bimba

          di carezza perduta
          di lenzuolo tra le dita

          la parete protegge
          un lato dei sogni

          risveglio di baci
          che ti colgano nuda

          e non sai dove sei
          ma t'importa un bel nulla.
          Composta lunedì 6 giugno 2011
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            Scritta da: Franco Mastroianni

            Marea nera

            Stranieri questi tasti
            eppure
            le
            lettere che vi dimorano
            mi
            hanno sempre attirato
            nel
            magico momento
            in
            cui diventano parole

            quando le vedo nascere
            provando immensa gioia
            come
            nel nascere
            del sole.

            Ma questa sera nò
            i
            tasti sono aculei
            e
            ogni battere di dito
            è
            dolore che aumenta
            all'infinito

            come se respingessero
            il mio scrivere
            il mio dire
            e
            questo silenzio intorno
            è
            marea nera
            che tarpa le mie ali.
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              Scritta da: giosc

              Vestiti d'amore

              Voi, vesti d'amore
              di cachemire riscaldate,
              e, sottovesti d'amore
              di voile abbracciate

              Voi, Intimi d'amore
              d'oro e gioiello fasciati
              e, gnudi d'amore
              di carezze sublimati.

              Voi, ironie d'amore
              di giochi deliziati
              e, sorti d'amore
              di gesta passionati.

              Voi, brulli d'amore
              di incesto svogliati
              e, fiabe d'amore
              di voli navigati.

              Voi.
              Composta venerdì 24 settembre 2010
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                Scritta da: Giuseppe Catalfamo

                Ana, per gli amici

                Trovandomi per Giosc ad omaggiare gli amici di Pensieri Parole
                potrei far le fusa come un Gatto, decantando i Valii dei vari
                De Luca, Crispoldi, Giusva, potrei sorridere alla simpatia
                di Donatella, del Luciano, od osannare il mio preferito Jo Black.

                Ma un Eclissi nella mente Scheggia di porpora i ricordi.
                Un Toffali nel candido Marimare nel mio cuore
                ed ecco il desiderio di rivivere una vera amica.
                Complice nella vita, che da qualche Valle, alle Stremiz del cielo
                certamente mi guarda e sorride.

                Ana, per gli amici.

                Incommensurabile Dana nella mia vita.
                Pronunciarlo mi fà sentire un Prencipe,
                d'altronde mi hai sempre eletto gran Cavalera.
                Brunason i tuoi Capelli
                Che Rubini e Ametista i tuoi occhi.
                Hai vissuto in un 'mondò Di Pinto da Baron e pirati,
                Valli D'Urso, molti carnefici, nessun Salvatore.
                Pensare che per esser felice ti bastava un cuore, Panizza e farinata.

                Nonostante il tuo Cannistra fosse colmo d'orpelli di gioia,
                neanche il tuo santo Patruno poté alcunché.
                Il tuo non esser mai Barbara ti ha riservato il destino di San Giorgio.

                Dalla prima volta che il tuo sorriso incontrò la sua maschera,
                lo eleggesti a tuo Davide di Donatello.
                In realtà altro non era che un Kagib di Kabul.
                Fantasticavi sulla tua vita immaginandoti attrice accanto a lui,
                uomo famoso fra i 'pollicì del 'casalingò in scatola.
                In realtà non era Gassman ancor meno Mastroianni,
                più o Mehis un triste, squallido pollicino da tele Novelli senza Grazia.

                Ti ricordo con le labbra unte e verdi
                quando con l'immancabile radioso sorriso
                divoravi il pesto di mia madre.
                Tengo sempre un vasetto nel frigo,
                è lì per te dolce Ana.
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Piramidi nell'immenso

                  Quelle notti svegli e sentirsi persi,
                  Quei giorni scomparsi e poi ritrovati
                  Quanta forza ci vuole per affrontare questa vita?
                  Quanto coraggio ci vuole?
                  Quanto dobbiamo combattere ancora?
                  Non si possono rincorrere Albe depresse
                  e sere abbandonate in quel vortice di rabbia e paura
                  Dei e Santi che osservano il nostro cammino
                  senza aiutarci,
                  Lo faccio per me
                  ora lo so,
                  Questa vita ha voglia di combattere
                  ma non posso immaginare un'altra guerra qui,
                  Il mistero della vita perseguita la mia anima
                  Quanti traguardi devo superare senza sperare
                  La notte è buia non si vedono nemmeno le stelle
                  Il giorno è lontano non intravedo nemmeno il mare
                  Con grande coraggio affogo nella luna
                  Squarcio orizzonti e catturo sogni
                  Questo cielo non vuole tramontare
                  Nel paradiso non ci sono più posti liberi
                  Volare e perdersi nell'immenso dolore di un sospiro nel vento
                  Anche le tenebre ci chiederanno il conto
                  e l'inferno non lascerà nemmeno la mancia
                  Ho costruito piramidi nell'immenso e arcobaleni nel deserto.
                  Composta giovedì 17 giugno 2010
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                    Scritta da: Davide Bidin

                    La Notte non si chiede chi Io Sia

                    Qualcosa di nuovo mi è apparso
                    mentre camminavo nella notte
                    un silenzio che tutto copriva
                    come se il mondo fosse, in totale
                    simmetrica e composta beltà stridente
                    come se niente fosse al posto sbagliato
                    dalla cigolante panchina nel prato
                    al rivolio inquinato dai cocci verdastri
                    fin dalle lontane fronde dell'abete struccato
                    silenzio e nulla, se non
                    la notte ch'è tutto e niente
                    non cerca, non lamenta, né condanna
                    perché, essenzialmente, non le interessa
                    del barbone che gira pei viali illuminati
                    da un'oscura luna
                    dalla nuvola arancia che copre il mondo
                    di una città periferica
                    un piccolo angolo di buio
                    che risplende come raggiante e silente
                    hotel alla fine del mondo
                    la notte
                    se ne frega del viandante
                    che son io
                    che, errabondo scivola nelle strade scapestrate
                    corrucciate da, un'immobile, pozza d'acqua
                    mentre tra le sterpi più alte si vede il riflesso
                    d'un rovo dalle acute spine
                    alla notte non importa cosa ricerca
                    quel piccolo uomo
                    che son io
                    perché nella sua fresca lentezza al passaggio
                    non nota la cerca ostinata
                    di cosa, non si chiede
                    forse, un fiato di labbra rubate
                    forse, l'ultimo bicchiere di rosso shiraz
                    forse, ancora, un suono non rivelato
                    o ancora, la mera ispirazione per un'opra nuova
                    che poi, son io.
                    L'anima mia c'ha tutto si piega.
                    Composta domenica 6 giugno 2010
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