Scritta da: jova6971

Savana Urbana

Corri, salta e parla
di più ma non troppo.
Ignorali, come loro
non ti conoscono.
Sguardi estranei da
tempo che vicini
distano poco.
Battute acide sotto voce
risatine sempre nervose
come in una savana
iene che cercano un leone.
Rissa mancata forse
qualche altra risata
forzata ed infine il suono
che confonde vittoria e sconfitta.
Rivalità accesa e nascosta
tra bestie rare, non uniche.
Giudici mai chiamati
e avvocati mal pagati.
Il tesoro non è nascosto
credetemi non è follia
basta solo un po di fantasia
ma nel granito e legno
la fantasia ristagna
e tutto il resto è un altra lagna.
Driiiiiiiin.
Vincenzo D'Ercole
Composta lunedì 26 aprile 2010
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: jova6971

    Grazie

    Lontani e poi vicini,
    come numeri primi
    unici che si incontrano
    in un bar per single,
    noi ci incontrammo per caso
    e il mondo collassò.
    Tutto quello che vedevo
    eri tu
    Tutto quello che volevo
    eri tu.
    Ma ora lottando contro la fine
    cerchiamo l'inizio della storia
    che come un uragano
    travolse noi e ancora
    non si arrende.
    Lontani e poi vicini,
    questo è il nostro destino
    e la nostra sventura.
    Ma gli occhi non
    conoscono distanze e ignorano
    i luoghi, e noi per sempre
    nodi da non voler slegare.
    Vincenzo D'Ercole
    Composta lunedì 26 aprile 2010
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: jova6971

      E Se...

      E se lontano da noi
      ci fosse un altro mondo
      che distante ci chiama?
      Potremmo mai vederlo,
      se ancora qui con ancore
      alla gola respiriamo aria
      finta, come tutto.
      La luce non può scomparire
      noi brilliamo di volontà,
      che invincibile allontanerà
      tutto. Quella luce come
      un sorriso di bimbo
      che aspetta la mamma
      si staglia per noi.
      Quando saremo arrivati,
      dopo corse e pause
      e litigi infantili,
      capirò che
      la luce era solo
      specchio della tua.
      Vincenzo D'Ercole
      Composta lunedì 26 aprile 2010
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: jova6971

        La Gabbia si è Aperta

        Sbattendo e lottando
        l'anima corre libera in me
        nessun ostacolo, mai più
        potrà negar la mia vita.
        Cercando quel che può,
        dimenticando quel che vuol,
        libera come non mai
        solo per cercar guai.
        Tuonate e rombate
        la tempesta non fa paura,
        basta con vizi e virtù.
        Basta.
        Un'onda mai vista si innalza
        a me non fa paura,
        io ci sono sopra.
        Questa onda
        sono io!
        Vincenzo D'Ercole
        Composta lunedì 26 aprile 2010
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: jova6971

          Con Aria ed Inchiostro

          Con aria ed inchiostro,
          questo basta per far
          scorrere la penna della
          mia vita.
          Non senti tu l'urlo?
          Non voglio esser letto
          in un libro in cui si parla
          di morti.
          Il mio dolore è vivo e
          rimanendo qui, vivrà sempre.
          Questa è una maledizione
          per chi sposta i suoi
          occhi su queste parole.
          Solo la coscienza provoca
          dolore, dimentica chi sei
          e ricorda chi sei stato.
          Il futuro non esiste.
          È solo il presente che non conosciamo.
          Il passato non esiste.
          È solo il presente che ci dimentichiamo.
          Il presente è tutto,
          ma dev'esser niente.
          Vincenzo D'Ercole
          Composta lunedì 26 aprile 2010
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: jova6971

            Il Sorriso è una Malattia

            Il sorriso è una malattia
            e voglio esserne portatore
            per questo faccio l'animatore
            per non farlo andar dalle persone via.

            Non importa se venti o da riempir una piazza
            allo stesso modo devo sfinire
            non importa quello che gli altri possono dire
            perché so che non ne avrò mai abbastanza.

            Il sorriso è una malattia
            ed io sono felicemente malato
            perché da quando ti ho incontrato
            tu col tuo sorriso mi hai indicato la via.

            Non c'è bisogno di dottori
            non esiste alcuna cura
            non è uno sbaglio della natura,
            di certo non provocherà dolori.

            E allora cosa stai ad aspettare?
            Devi solo guardarti un attimo intorno
            per capire che con noi è più bello il mondo.
            Salta su con noi, e non ci pensare!
            Vincenzo D'Ercole
            Composta lunedì 26 aprile 2010
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: jova6971

              Leone Tra Tigri

              In gabbia, da soli
              ci guardiamo, niente.
              Nel circo siamo star di stesso livello.
              Solo.
              Loro provano lo stesso timore
              alla nostra vista ma non
              capiscono che la paura è solo
              specchio della nostra.
              Correre intorno, il nostro vero
              ed unico modo di fingere.
              Non possiamo fermarci con
              la frusta che comanda,
              noi schiavi per dilettar schiavi
              altrui. Gabbia sbagliata per
              me che m'inganno di essere
              diverso ma reazioni simili incontriamo.
              Può essere il mio desiderio la
              mia volontà d'essere?
              O siamo tutti nel circo della
              vita solo bestie per diletto?
              Vincenzo D'Ercole
              Composta lunedì 26 aprile 2010
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: jova6971

                iWorld

                Credevo di potercela fare
                di non stare sempre li con
                gli occhi fissi a guardare
                la mia vita che scomponendosi in bit
                fluisce in altri chip.
                Non mi sento strano,
                strano è diverso e di
                unico ho solo il nome
                che non uso più.
                Mentre cammino per le alte mura
                non mi interessa la natura
                ma ticchettando come donna
                di facili costumi sul cellulare
                cerco campo per chattare.
                Mi rendo conto che
                per starmi un po' ad ascoltare
                le cuffie devo indossare
                e dopo aver ascoltato il mio brano
                tutto diventa più chiaro.
                Come un ingranaggio moderno
                io sono
                base e navicella
                porto e nave
                prodotto e produttore
                autosufficiente
                nella mia inesperienza
                di vita che ormai
                non cambierò più.
                Vincenzo D'Ercole
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: jova6971

                  Matrioska

                  Come randagi da tutti abbandonati
                  solo in branco possono sentirsi accettati.
                  Chiamateli come volete, bulli od ultras
                  ma la razza la stessa rimane
                  sono bestie feroci, fiere andate a male
                  il loro habitat naturale è la città.
                  Palloni gonfiati, stanchi di
                  esser speciali, ed ora catalogati
                  come nei supermercati
                  in scaffali lontani
                  per merce avariata.
                  Il prezzo su di loro impresso
                  non è spesa altrui ma
                  loro tempo perso.
                  Ignoranti e vuoti dentro,
                  ma pieni di involucri per
                  nascondere quello che pian
                  piano evapora e poi scompare.
                  Non possono arrendersi più.
                  Non possono lottare più.
                  Non possono amare più.
                  Non possono smettere più.
                  Roditori in gabbiette strette
                  Ormai vecchie barzellette
                  che nessuno considera già
                  questa è la vita
                  dell'animale della città.
                  Vincenzo D'Ercole
                  Composta lunedì 26 aprile 2010
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: jova6971

                    Risata Grassa

                    Che succede bimbo ai tuoi bei occhioni
                    sono finiti i cannelloni?
                    Come mai bimbo sei sempre affamato?
                    Irresistibile il cioccolato?
                    Non ci pensare che arriva mamma per le coccole
                    e nella macchina intravedi delle gocciole!
                    Ma tu aspetta ad aprire la porta
                    con calma mangia prima la tua torta.
                    La mamma ti probisce di mangiare?
                    Meno male che hai la tua scorta personale
                    e se anche questo sogno dovesse finire?
                    Torna nel tuo letto e continua a dormire
                    perché è inutile come tutti faticare
                    sudare e stare con gli altri a giocare.
                    Ovviamente tu sai che intendo;
                    sempre meglio giocare al nintendo
                    di uscire a passeggiare
                    se non hai amici da incontrare.
                    Ricordi che solo in rete
                    dicevi di trovar quiete?
                    Ma perché dicono sempre che con i surrogati
                    si può essere solo degli sfigati?
                    Io dico che tu, certo sei un po grasso
                    non mi dirai che non credevi di esser basso
                    e pensavi che non fosse così male
                    se il livello del colesterolo sale.
                    Tranquillo, tu sei solo ingrassato
                    c'è tempo prima di definirti malato.
                    Vincenzo D'Ercole
                    Composta lunedì 26 aprile 2010
                    Vota la poesia: Commenta