Poesie di Sergej Esenin

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Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco

Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco
verso un paese di silenzio e di quiete:
e presto anch'io dovrò preparare
al viaggio le mie spoglie mortali.

O care foreste di betulle!
E voi campi, sabbie delle pianure!
Davanti a questa folla di emigranti
non riesco a frenare la tristezza.

Forse ho creduto troppo qui nel mondo
a ciò che veste l'anima di carne.
Pace sui pioppi che l'ombrello dei rami
hanno specchiato dentro l'acqua rosa.

Quanti pensieri chiusi nel segreto,
quante canzoni composte a bassa voce:
ma sì, felice sono in questo nero universo
d'ogni respiro, d'ogni cosa vissuta.
Sergej Esenin
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Non invano hanno soffiato i venti

    Non invano hanno soffiato i venti,
    non invano c'è stata la tempesta.
    Un misterioso qualcuno ha colmato
    i miei occhi di placida luce.

    Qualcuno con primaverile dolcezza
    ha placato nella nebbia azzurrina
    la mia nostalgia per una bellissima,
    ma straniera, arcana terra.

    Non mi opprime il latteo silenzio,
    non mi angoscia la paura delle stelle.
    Mi sono affezionato al mondo e all'eterno
    come al focolare natio.

    Tutto in esso è buono e santo,
    e ciò che turba è luminoso.
    Schiocca sul vetro del lago
    il papavero rosso del tramonto.

    E senza volerlo nel mare di grano
    un'immagine si strappa dalla lingua:
    il cielo che ha figliato
    lecca il suo rosso vitello.
    Sergej Esenin
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      Scritta da: Lucio Dusso

      Io lo ricordo, amata, io lo ricordo

      Io lo ricordo, amata, io lo ricordo,
      Lo splendore dei tuoi capelli;
      Non fu allegra vicenda, né leggera,
      Per me l'abbandonarti.

      Delle notti autunnali mi ricordo,
      Del murmure nell'ombra di betulle:
      E se allora più corti erano i giorni,
      Più a lungo dava luce a noi la luna.

      Ed io ricordo che tu mi dicevi:
      "Questi anni azzurri se ne andranno via,
      E tu, mio amato, dimenticherai,
      Per sempre, per un'altra".

      Ma oggi il tiglio che va rifiorendo
      Di nuovo ha ricordato ai sentimenti
      Come teneramente cospargevo
      A quel tempo i tuoi riccioli di fiori.

      E il cuore, non disposto a raffreddarsi,
      E amando un'altra con malinconia,
      Va ricordando con quell'altra te,
      Come un lungo racconto prediletto.
      Sergej Esenin
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