Poesie di Patrizia Longo

Questo autore lo trovi anche in Racconti.

Scritta da: la_dea

Napoli il sole dov'è?

Sangue seminato come semi di un campo.
Corpi frazionati e labbra aride.
Fracassi e colpi.
Sguardi irrorati di pianto iroso.
Frasi imprigionate sulle strisce.
Sogno di duellare.
Nostalgia di onestà, bagliori malinconici.
Mare sedato dalla pace ipocrita.
Frotta che geme.
Folla che attende la luce.
Napoli commuove.
Napoli non gioisce.
Non brilla.
Perisce derelitta a largo.
Gocce scarlatte sui percorsi.
Foglio disonorato.
Occulti spiriti fuorviati circolano.
Indoli cinerei albergano.
Soffitto rivestito da angoscia.
Il sole dov'è?
Patrizia Longo
Composta venerdì 9 dicembre 2011
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: la_dea

    Tu tronco noi rami

    Colpire l'uscio, legno scuro.
    Campanello impolverato.
    Infinità ultraterrena.
    Inconsueto, nel silenzio notturno.
    Luci, placcate.
    Ammirevole si divincola con onde sollevate.
    Flutti che si sbriciolano, sui ciottoli.
    Ti denigrano.
    T'infliggono, la scomunica.
    Ardiscono, lemmi avventati.
    Esortandosi di sorreggere, sguarniti della tua conoscenza.
    Governa le loro anime.
    Ti percepisco disteso
    sulla battigia della costa.
    Massa di un reduce, occhi vaghi,
    grinze che l'assediano.
    Sguardo affranto
    Chioma argentea diradata.
    Spinge la frescura.
    Bastoncello deteriorato
    Scribacchia un nome sulla rena innaffiata.
    Sparge sorsi di lacrime.
    Osserva il nome scalfito nella rena.
    Rammarico nello scorgerle disperse dalle acque.
    Sfiorito, nessun ricerca. Nessun confida.
    Ha incoraggiato. Ha incitato i nostri palpiti.
    Albergando in ogni territorio ed epoca.
    Tormentato, è salpato.
    L'ultimo biglietto del battello.
    Che sia lodato e premiato.
    Sia in ogni materia dell'infinito.
    Viva sulle labbra dello sconfinato.
    Nei flussi dell'immensità.
    Nello scintillio delle comete.
    Lacrime e gioie.
    Contese e battaglie.
    Disfatte e trionfi.
    Avanza si eleva dalla riva.
    Scaglia il tralcio nella linfa.
    Segue i passi, giunge.
    Dispone la via.
    Le rugosità sorgono placate.
    Occhi bruciano di fuochi.
    Non dona le armi all'ostile.
    Nessuna rinuncia nessuna resa.
    Guerriero e vittorioso.
    La nave aspetta.
    Non si abbandona.
    Cardini di una stessa sostanza.
    Fronde rianimate di sogni.
    Tu tronco.
    Noi rami.
    Patrizia Longo
    Composta venerdì 9 dicembre 2011
    Vota la poesia: Commenta