Scritta da: Artemis

Troppo tardi

Qualcosa si è rotto
Il tuo sguardo lontano
Tira i fili del burrone
Precipito nella salvezza
Senza sapere se riuscirò a tornare.

Ti ho perso
Mentre la nebbia si dissolveva
La rabbia spariva
e il rancore si incrostava.

Le trentuno notti hanno asciugato
Le lacrime che non ho mai versato
Le scuse leggere
Si sono trasformate in pietre
e non riesco a scioglierle.

Ho provato il nulla
i giorni senza te
e ho imparato a camminare da sola
a sorridere per me
Ma più i ricordi si fanno lontani
Più tu diventi insignificante.

Posso perdonare quello che hai fatto
Ma non quello che non fai
La non voglia di rimediare
Il non ammettere la verità
Mi rende impotente
Brucia da morire
Persino la sabbia sul cuore.

E cosa rimane a me
Se non questi lembi di carne insanguinata
Che ho imparato a guarire da sola
a forza di disperarmi?

Hai perso ogni minuto
Ogni momento
Ogni occasione
Per chiedere scusa
Per essere sincero, una volta sola
Ti guarderò dalla fine della strada
e se vedrai cadere una lacrima
Credimi
Sarà solo perché provando l'umiliazione
Si cresce
e non tornerò indietro a salvarti stavolta
Non ti prenderò per mano
Non ti guarderò negli occhi per tentare di intravedere la verità
Mi costruirò un mondo diverso
Dove non ci sono bugie
Ma solo il cielo che esplode sul viso
Avrà la forza di cancellare
Il sordo dolore dell'umiliazione
Che sporca ancora le pareti della mia mente.

Sei morto nella mia testa
Nel mio cuore sei solo una bianca cicatrice
Richiusa con l'indifferenza
Cosa si prova ad essere ignorati
Ad amare senza essere rispettati
a non essere importanti
a piangere contro un cuscino
Vergognandoti di te stesso
Quando tutto quello che sai fare
è augurare felicità a qualcuno
Che non sei tu.

Cadi all'infinito
Dentro te stesso
Le pareti sono troppo lisce
Non puoi risalire.
Dovrai affondare e graffiare
Gridare senza essere udito
Contro te stesso
Solo nella solitudine
Per poter rinascere
e capire l'immensità della vita.

Addio.
Marta Calò
Composta mercoledì 2 dicembre 2009
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    Scritta da: Artemis

    L'altalena

    Schiacciata dalla tua idea
    Al di fuori il vortice del mondo
    Sfiora i miei confini;
    Maschera fedele
    Inesorabile sorride
    Sotto io affogo
    Nei tuoi colori più bui.

    Poter amare
    Non mi è concesso
    Rinchiusa nella mia sfera
    Scorgo da lontano i tuoi pensieri
    Scivolano indifferenti
    Senza vedermi.

    Il muro che ho eretto
    Non posso più abbatterlo
    Pregno di illusioni
    e di ambigui ricordi
    Non cadrà
    Si scioglie solamente
    Con le lacrime della luna
    Che brucia negli occhi
    e fluidifica il male.

    Sorride di amaro
    e quasi per scherzo
    Illumina la mia ferita
    Rierge le mie mura;
    Solo alla Solitudine io posso
    Mostrarmi debole
    Trasformarmi nell'inesorabile rumore
    Delle onde del mare
    e nell'immobilità delle stelle.

    La meraviglia che ho dentro
    Il fiume della luce
    Lo devo paralizzare
    Fugge di nascosto
    Attraverso le fessure del mio limite
    Ma non può esplodere
    e non può morire;
    l'altalena del mio vivere
    Nella perenne maledizione
    Di sorridere e tacere.

    Non mi lascio sfiorare
    Non ti permetto di convincere
    La mia rassegnazione
    Ti impedisco
    Di essere il tutto
    Per non farti diventare
    La breccia nel muro.
    Ho paura di essere felice
    Di abbandonare la ragione
    Di osare pensare
    Pensieri che sanno di cielo
    Di credere a parole
    Che ingannano come farfalle
    Quando sono così simili alla luna.

    Blocco le orecchie
    Perché il tuo suono scivoli via
    Respiro il grigio dell'asfalto
    Piuttosto che il tuo sorriso
    e l'altalena torna giù
    Il mondo si ferma
    Ma la strada che ha percorso
    Io l'ho persa di nuovo.

    Quanto posso lasciarti intravedere
    Della mia verità
    Quanto posso permetterti
    Di cominciare a capire
    Senza dovermi riparare ancora
    Nel raggio della luna
    Senza dovermi far guarire dalla notte
    Perché ricucia con i suoi fili di tempo
    Le mie bruciature?

    Devo rischiare di affogare
    Per imparare a volare
    Devo saltare giù
    Dall'altalena infernale
    Per avere il coraggio
    Di guardare da terra
    Tutti gli istanti
    Che inconsciamente ho nascosto.
    Marta Calò
    Composta sabato 24 ottobre 2009
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      Scritta da: Artemis

      L'altalena

      Ho paura di essere felice
      Di osare pensare
      Pensieri che sanno di cielo
      Di credere a parole
      Che ingannano come farfalle
      Quando sono così simili al sole.

      Blocco le orecchie
      Perché il tuo suono scivoli via
      Respiro il grigio dell'asfalto
      Piuttosto che il tuo sorriso
      e l'altalena torna giù
      Il mondo si ferma
      Ma la strada che ha percorso
      Io l'ho persa di nuovo.

      Quanto posso lasciarti intravedere
      Della mia verità
      Senza dovermi riparare ancora
      Nel raggio della luna
      Senza dovermi far guarire dalla notte
      Perché ricucia con i suoi fili di tempo
      Le mie bruciature?

      Devo rischiare di affogare
      Per imparare a volare
      Devo saltare giù
      Dall'altalena infernale
      Per avere il coraggio
      Di guardare da terra
      Tutti gli istanti
      Che inconsciamente ho nascosto.
      Marta Calò
      Composta lunedì 26 ottobre 2009
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