Poesie di Maria Daniela Bozza

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Scritta da: Maria Daniela

Eva

Seduta sola,
sulla terra nuda,
come unica coperta
la sua nuda pelle,
come unica vita
la sua breve vita,
come unica speranza
la sua esile speranza,
come unico amore
il suo fragile amore.
Si è alzata,
è stata rivestita,
ricreata,
è stata nuovamente plasmata,
ha riacceso la sua speranza,
ha rafforzato il suo amore,
ha creduto
nel suo Creatore.
È nata la nuova donna,
la nuova Eva.
Maria Daniela Bozza
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    Scritta da: Maria Daniela

    Moto

    Tutto è in continuo moto.
    Nulla è fermo,
    nulla è buio.
    Tutto si muove,
    tutto è luce,
    tutto è vita.
    Anche nella notte
    più buia,
    brilla una stella.
    Anche nella quiete
    più assoluta,
    c'è qualcosa
    che cresce,
    che si evolve,
    che si gonfia,
    che si scompiglia.
    Anche nella morte
    si vive,
    sia essa
    eternità
    o ricordo
    o pensiero.
    A volte si vive
    perché si vegeta,
    ma il più delle volte
    perché "si ama".
    Maria Daniela Bozza
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      Scritta da: Maria Daniela

      Ridi pagliaccio

      Ridi pagliaccio, finché puoi
      Ridi pagliaccio,
      finché il tuo riso farà ridere anche me,
      finché si specchierà
      nel riso
      di un bimbo felice.
      Ridi pagliaccio,
      finché dai tuoi occhi
      non scenderanno lacrime di delusione,
      di amarezza;
      lacrime
      che cadendo a terra si frantumeranno
      come vetri di cristallo.
      Ridi,
      finché le tue lacrime
      non sono ancora scese,
      perché quando lentamente
      scenderanno sul tuo volto
      allora, ti mancherà il tuo riso,
      il tuo viso;
      ti mancherà il sorriso
      dei bimbi felici;
      la tua maschera
      di pagliaccio ridente.
      Ridi pagliaccio,
      finché la gente ride con te;
      ridi pagliaccio,
      finché il dolore
      non ti attanaglierà il cuore
      e il vento
      trasporterà con sé il tuo riso.
      Quando esso si placherà
      e le tue risa
      non potrà più trasportare
      ai confini del mondo,
      cercherai invano
      con gli occhi umidi
      di amaro pianto,
      di umano pianto,
      le tue risa
      e le risa di chi hai fatto ridere.
      Ridi pagliaccio,
      finché non toglierai
      dal tuo volto la maschera,
      e lo specchio
      rifletterà il tuo vero volto;
      allora,
      non avrai più nulla da ridere,
      più nulla per poter far ridere.
      Sarai solo un anonimo buffone,
      tra tanti buffoni anonimi;
      con il riso represso,
      con la maschera cancellata
      da batuffoli
      di cotone colorato
      che ormai non userai più
      con la mente annebbiata
      che rincorre
      fantasmi del passato,
      fantasmi ridenti
      che non appariranno più.
      Ridi pagliaccio,
      finché ti è consentito farlo.
      Maria Daniela Bozza
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