Scritta da: Giulia Bassetti

Il Ricordo

E poi cos'è un ricordo.
un istante.
un addio.
il tuo viso.
posso citare i versi più tristi stanotte
ripensare a te mentre ridi,
sorridi e abbassi la testa,
o prepari il solito caffè.
ma non tornerai.
e allora cos'è un ricordo.
è nostalgia.
è passato.
posso cercarti nel modo più disperato anche oggi
immaginarti ovunque
e non trovarti mai.
Fingere almeno un po'.
Fare finta di aver appena sfiorato le tue labbra,
e gli occhi
quegli occhi,
dio mio se li ricordo.
potrei morire;
ma poi mi guardo:
io son già morta.
io smisi di respirare
nell'attimo in cui toccai le tue labbra.
io smisi di pensare
nell'attimo in cui agli occhi miei
apparve la tua immagine.
e allora è questo un ricordo.
perdersi tutta la notte in un verso,
leggerlo disperatamente
col cuore impazzito
la mente offuscata
e desiderare di trasformarlo in qualcuno.
io non riavrò indietro quei momenti.
è già volato via ogni singolo istante nostro
che a fatica riesco ad accettarlo.
...
e parlarti soltanto non sarà lo stesso.
già vedo gli anni passare,
le abitudini cambiare,
le parole svanire.
e poi vedo te,
forse ancor più bello di ora.
forse più lontano che mai.
magari preso dalla tua vita,
da lei.
lei che non mi somiglia per niente.
e stare in silenzio,
senza far niente.
aspettare soltanto che si faccia avanti un altro cielo
un'altra notte,
ed altre stelle.
prima che le nuvole
portino via anche quelle.
posso scrivere i versi più tristi stanotte,
calcare forte e con rabbia quel foglio,
immaginarti su di esso.
e sperare di poterti far male.
io in quello sguardo non ho mai visto il vuoto.
e sulla pelle,
mai una lacrima che non fosse caduta dal cielo.
posso percorrere tutta la città stanotte,
scorrere sinuosa come acqua per la strada,
come fiumi,
e poi finire chissà dove.
voglio perdermi,
perdermi in questo cielo nero,
e poi chiedere di te.
cercare una risposta al perché non ti lasci amare.
...
ma non risponderà.
il cielo non ascolta più.
il cielo tradisce.
e tu come lui
non avrai pietà di me.
Sento già i ricordi graffiare la pelle,
cercare un appiglio
e non trovarlo mai.
Sento tutto quello che non vorrei sentire
vedo tutto ciò che non vorrei vedere.
perché tu non ci sei.
E poi immagino,
immagino me ancora lì
sdraiata accanto a te mentre un comico alla tv parla,
e tu eri così,
avvolto da troppa bellezza,
a quale dio l'hai rubata?
Eri lì,
accanto a me
non potevo crederci.
sentivo il tuo respiro,
il vento.
Calma apparente
e poi la tempesta.
Il buio,
i nostri silenzi
e poi la luce far affiorare sul tuo viso il paradiso.
i tuoi sorrisi erano il mio ossigeno,
e temo di non poterne vivere senza,
se non sorridi,
se non ti ho qui con me.
Le tue mani scorrere su di me,
come fiumi in piena,
affogami
lasciami morirne qui,
ora.
il tempo scorre come niente,
spostando sempre più quei giorni,
lontano da me,
lontano da te.
tu non li ricorderai.
il tempo non ci vuole,
né questo mondo.
A quale mondo appartieni tu?
A quale paradiso,
se non posso averti.
t'ho amato come nessuna,
e t'amo.
non scordo più,
io non ti dimentico più.
E ora chiudo gli occhi.
E ti vedo.
Sei in cucina che sorseggi un caffè,
e mentre rimetti tutto in ordine
io dal divano ti osservo.
Dio quanto sei bello.
Dio se ti amo.
Poi spegni le luci e ti avvicini.
Io tremavo.
Io sto tremando ancora.
Ti siedi accanto a me e parli,
guardando la televisione.
Ed io ero rapita,
io non potevo chiedere di più.
io avevo tutto.
Chissà se l'hai sentito,
o l'hai capito.
Queste labbra difficilmente ti cancelleranno,
tu rimarrai per sempre in quella parte di cuore
che a fatica sa ragionare,
che ogni tanto batte più forte perché manca il respiro,
se manchi tu.
E mai la lascerai credo.
Ho paura di non trovare il modo di liberarmi del tuo sguardo,
ho paura di non saperti cancellare.
Nonostante tutto il male,
nonostante il tuo silenzio.
Ci sono cose che non smetterai mai di volere.
Cose che potrebbero ucciderti in qualsiasi momento,
ma le vorrai sempre.
Come fossi acqua,
con il dono di potermi dissetare,
e nell'istante dopo far annegare.
E ragionarci è inutile.
Guardare le ferite sanguinare ancora,
e cercare di convincersi che fanno male.
Mentre l'unica cosa che sa procurarmi dolore è la tua assenza.
Gli occhi della gente,
le notti passate a cercare di nascondersi,
e poi bruciare come fuoco.
Ma ho ancora i brividi,
se ripenso a quelle sere belle da morire,
piene d'amore,
mentre il profumo infuoca le pareti,
e il respiro spazza via il mondo.
Lenzuola come onde,
baci come tempeste,
e poi lasciarsi andare dimenticandosi del tempo.
dimentichandoci di noi.
E poi il resto.
Un cielo nero e le sue stelle sorvegliare,
questa notte è stata fatta per noi,
perché io possa rifugiarmi tra le tue braccia
quando niente non va.
Posso scrivere i versi più belli stanotte,
immaginando il tuo viso,
e poi disperderli nel vento,
come polvere,
perché possano arrivarti.
A te, che non sai,
non lo sai che t'amo ancora,
e ancora ti cerco.
Posso uscire stanotte
e non tornare più.
Perdere altro non posso,
se ho già perso te.
Cadere più in basso di così non posso.
io non cadrò.
Amarti più di così non posso.
Io ti riavrò.
Giulia Bassetti
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