Scritta da: Silvana Stremiz

Stanca essere

Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge.
A noi estranea, in noi e fuori,
precipita l'ora, e tutto in lei precipita.
Inutilmente l'anima lo piange.

A che serve? Che cos'è che deve servire?
Pallido abbozzo lieve
del sole d'inverno che sorride sul mio letto...
Vago sussurro breve.

Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia,
della futile promessa del giorno,
morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda
in cui l'anima confida.
Fernando Pessoa
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Non sto pensando a niente

    Non sto pensando a niente,
    e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
    mi è gradita come l'aria notturna,
    fresca in confronto all'estate calda del giorno.

    Che bello, non sto pensando a niente!

    Non pensare a niente
    è avere l'anima propria e intera.
    Non pensare a niente
    è vivere intimamente
    il flusso e riflusso della vita...
    Non sto pensando a niente.
    È come se mi fossi appoggiato male.
    Un dolore nella schiena o sul fianco,
    un sapore amaro nella bocca della mia anima:
    perché, in fin dei conti,
    non sto pensando a niente,
    ma proprio a niente,
    a niente...
    Fernando Pessoa
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Tutte le lettere d'amore

      Tutte le lettere d'amore sono
      ridicole.
      Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
      ridicole.

      Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
      come le altre,
      ridicole.

      Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
      devono essere
      ridicole.

      Ma dopotutto
      solo coloro che non hanno mai scritto
      lettere d'amore
      sono
      ridicoli.

      Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
      senza accorgermene
      lettere d'amore
      ridicole.

      La verità è che oggi
      sono i miei ricordi
      di quelle lettere
      a essere ridicoli.

      (Tutte le parole sdrucciole,
      come tutti i sentimenti sdruccioli,
      sono naturalmente
      ridicole).
      Fernando Pessoa
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Libertà

        Ma che piacere
        non compiere un dovere,
        avere un libro da leggere
        e non farlo!
        Che noiosa la lettura,
        che pochezza la cultura!
        Il sole splende senza letteratura.
        Il fiume scorre, bene o male,
        senza edizione originale.
        E la brezza che passa,
        naturale e mattiniera,
        sa che ha tempo, e non ha fretta...

        I libri sono carta inchiostrata.
        Lo studio è una cosa ove è indistinta
        la distinzione fra il niente e cosa alcuna.

        Quanto è meglio, se c'è bruma,
        aspettare Don Sebastiano,
        venga o non venga
        Grande è la poesia, la bontà e le danze...
        ma le cose migliori son l'infanzia,
        fiori, musica, chiardiluna, e il sole, che pecca
        solo se invece di nutrire secca...

        E ancor meglio di questo
        è Gesù Cristo,
        che non sapeva niente di finanze
        né consta che avesse biblioteca.
        Fernando Pessoa
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          Scritta da: Elisa Iacobellis

          Ho pena delle stelle

          Ho pena delle stelle
          che brillano da tanto tempo,
          da tanto tempo...
          Ho pena delle stelle.

          Non ci sarà una stanchezza
          delle cose,
          di tutte le cose,
          come delle gambe o di un braccio?

          Una stanchezza di esistere,
          di essere,
          solo di essere,
          l'essere triste lume o un sorriso...

          Non ci sarà dunque,
          per le cose che sono,
          non la morte, bensì
          un'altra specie di fine,
          o una grande ragione:
          qualcosa così, come un perdono?
          Fernando Pessoa
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            Scritta da: Elisa Iacobellis

            Orizzonte

            Mare anteriore a noi, le tue paure
            avevano corallo e spiagge e alberete.
            Sbendate la notte e la caligine,
            le tormente ppassate e il mistero,
            si apriva in fiore la Lontananza, e il Sud siderale
            splendeva sulle navi dell'iniziazione.

            Linea severa della riva remota:
            quando la nave si approssima, s'alza la costa
            in alberi ove la lontananza nulla aveva;
            più vicino, s'apre la terra in suoni e colori:
            e, allo sbarco, ci sono uccelli, fiori,
            ove era solo, di lontano, l'astratta linea.

            Il sogno è vedere le forme invisibili
            della distanza imprecisa, e, con sensibili
            movimenti della speranza e della volontà,
            cercare sulla linea fredda dell'orizzonte
            l'albero, la spiaggia, il fiore, l'uccello, la fonte:
            i baci meritati della Verità.
            Fernando Pessoa
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              Scritta da: Elisa Iacobellis
              Dietro quella finestra
              la cui tenda non muta
              situo la vista di lei
              che l'anima studia in sé stessa
              nel desiderio che la rivela.

              Non ho difetto d'amore.
              Chi m'ami non manca.
              Ma altro sapore avrebbe,
              se ciò accadesse all'interno
              di quella alta finestra.

              Perché? Se sapessi, avrei
              tutto che avere desidero.
              Amai un tempo la Regina,
              e c'è sempre nella mia anima
              un trono da occupare.

              Ogni volta che posso sognare,
              ogni volta che non vedo, situo
              il trono in quel luogo;
              oltre la tenda il focolare,
              oltre la finestra il sogno.

              Così, passando, intreccio
              l'artificio della strada
              e un poco di me m'oblio.
              Poi più nulla chiedo alla vita,
              tranne d'esserne il vicino.
              Fernando Pessoa
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                Scritta da: Marilù Rossi

                Prendemmo la città dopo un intenso bombardamento

                Il bambino biondo
                giace sul selciato.
                Ha le viscere fuori
                e legato a uno spago
                un trenino ignorato.

                È un fascio il suo volto
                di sangue e di niente.
                Luccica un pesciolino
                un pesciolino di vasca da bagno
                accanto al marciapiede.

                Sulla strada viene sera.
                Un chiarore sullo sfondo
                annuncia un futuro che sorge.

                E quello del bambino biondo?
                Fernando Pessoa
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