Poesie di Alda Merini

Poetessa e scrittrice italiana, nato sabato 21 marzo 1931 a Milano (Italia), morto domenica 1 novembre 2009 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Andrea De Candia

Una Maddalena

Uomo, mi hanno condotta dall'estremo
dove vivevo intera la "mia" vita
al Tuo opposto tremendo di giustizia:
che cosa dedurranno dal confronto
dei nostri due insondabili princìpi?
Qualcuno certo, conscio del Tuo inizio,
tratteneva i Tuoi volti successivi
in un travaglio cieco di rapporti
ma io, ancor prima che gli anelli tutti
della mia vita fossero congiunti,
mi distaccai precipite dal nulla
e proclamai la carne concepita.
Uomo Perfetto, cosa dannerai
di questo seme che, nel modularsi,
s'è rinforzato solo di se stesso
senza estasiarsi in giochi di virtù?
Certo conoscerai che equilibrando
ogni comandamento che mi esorta
a saturarmi tutta di peccato,
che riportando a questo intendimento
la perfezione delle mie lacune,
confluirei con adeguato passo
verso una vita lineare e assente.
Ma per ora, il peccato del mio tutto,
resta la tappa ultima e possente
ed un ritmo incessante di condanna
mi rigetta dal muovermi comune.
Quando, fanciulla appena, mi concessi,
quando mi sciolsi per la prima volta
da quel bruciore acuto di purezza
che sublimava ambiguità tremende,
sentii l'impegno che covavo dentro
crescere, quasi a forza di missione.
Non ho altra virtù che di condurmi
a prodigiose altezze di consenso
e una stanchezza illimite mi prende
se non mi adagio sopra un'altra forma...
Allineando tutte le mie ombre
volte perdutamente verso terra,
posso durare un tempo indefinito
accentrata in un'unica figura.
Ma che dolore sale le mie braccia
reggenti il grave fascio di me stessa:
l'essere dura giova solamente
a questa dubbia resistenza mia...
Sotto il piede che immagino sicuro
cerco il terreno viscido di sempre:
la tentazione è come un tempo lungo
ch'io devo bere, abbrividendo, in fretta...
Guarda, perché previeni il Tuo guardarmi
con errata coscienza di pudore?
Guarda, senza sapere l'astinenza,
queste carni purgate dal piacere,
questi occhi sinceri nell'orgoglio,
questi capelli dal profumo intenso
di vita e di memorie...
Peccato questo vivere me stessa?
So che la santità germoglierebbe
esercitando in me falsi connubi,
ma asségnami una giusta tolleranza
se l'indulgenza nega questo passo,
fa che il ritorno al vivere di sempre
non sprofondi nel buio di un abisso
e che non mi si dia maggiore colpa
se come gli altri, e con eguale indugio,
gioco il distacco dalla mia matrice.
Alda Merini
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Lirica

    Oh, dove prima al limite del giorno
    s'appiattava una forza ordinatrice,
    quale scoscendimento pauroso
    che mi rimonta sulla stessa ruota,
    sulla ruota del giorno e del tormento?
    E dove il digiuno di un incontro
    rovesciare codeste verità?
    Ah, fantasmi di te, mille fantasmi
    arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
    Una forza stranissima si insinua
    nelle mie labbra docili e le incurva;
    io ruoto, sento, sul mio desiderio
    schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
    La corsa dopo invaderà il mio corpo
    che la esercita in sé, nel suo tormento,
    per superare ciecamente il solco
    dove tu, assente, non puoi più fiorire.
    Ardo di mille musiche diverse,
    ma dove è tempo di un incontro nuovo,
    resiste il "poter essere" di te.
    Alda Merini
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Pax

      Leva morte da noi
      quell'intatto minuto come pane
      che l'amante non morse né la donna
      al colmo dell'offerta.
      Dove vita, di sé fatta più piena
      ci divide dal corpo
      e ci annovera al gregge di un Pastore
      costruito di luce,
      nasce morte per te. D'ogni dolore
      parto ultimo e solo
      che mai possa procedere dal seno...
      Eppure a noi lontano desiderio
      di quell'attimo pieno
      viene a fatica dentro giorni oscuri
      ma se calasse nella perfezione
      di sua vera natura
      presto cadremmo affranti dalla luce.
      L'albero non è albero né il fiore
      può decidersi bello
      quando sia forte l'anima di male;
      ma nel giorno di morte
      quando l'amante, tenebroso duce
      abbandona le redini del sangue,
      sì, più pura vicenda
      si spiegherà entro un ordine di regno.
      Ed il senso verrà ricostruito,
      e ogni cosa nel letto
      in cui cadde nel tempo avrà respiro,
      un respiro perfetto.
      Ora solo un impuro desiderio
      può rimuovere tutto, ma domani
      quando morte s'innalzi...
      Alda Merini
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        Scritta da: Andrea De Candia
        Tu che sei il fratello del marito
        irsuto sempre dentro nella persona
        e buona come forse fu il paziente
        Giosuè tu che incanti la parola
        dentro il disegno a me facesti segno
        di grandissimo e placido ritratto
        onde rimasi come poetessa
        che tu tanto vedevi il cuore mio
        come l'amor di Pierri universale
        che tu sia benedetto per la donna
        che ti sei tolta al fianco come diva
        uomo di spalle luminose assorte
        dentro l'aperta musica del bene.
        Alda Merini
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          Scritta da: Andrea De Candia
          Uomo che ingigantisci la tua ombra
          sicuro tuono di quella medusa
          che trionfa nell'algebra dei nomi
          Portatore di luce e nascimento
          di nuova legge tu al cospetto umano
          rendi moneta a Cesare sicura
          e ti vanti del ruolo di dominio
          onde percorso sei nelle tue vene
          Come ghianda si sfascia sulla terra
          ogni tanto il tuo resto viene meno
          alla fascinazione dell'Iddio
          ma ti immergi in Tomaso e vi ricavi
          quell'acqua nuova della scienza pura.
          Alda Merini
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            Scritta da: Andrea De Candia
            Ero al balcone della tua fortuna
            e guardavo un cavallo, o monumento,
            pari a un discorso fisso senza data.
            Se tu domandi ciò che vedo intorno
            alla giustizia, ti dirò che il volto
            della paura ha un senso maledetto,
            ti dirò che cercare il rosmarino
            o le felci nel buio di un teatro
            è come ricordare il paradiso
            e i colli della prima giovinezza,
            ti dirò di cercar la voce nuova
            di cui io forse sono sentimento
            e che profonda come la tua voce
            mi tolse dall'inferno del sapere.
            Quella cultura che forse mi devasta
            non è altro che un suono dell'amore
            e la chiusura della sua speranza:
            egli morì di folle sentimento
            come attaccato a un germe di vergogna
            e si rinnova in estasi profonda
            e si rinnova a ogni rinverdire
            di fronde, come fosse là nel solco
            di quel cortile cieco e maledetto
            dove questo poema si conclude
            dentro una forza fredda di natura.
            Alda Merini
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              Scritta da: Andrea De Candia
              O idolo tremendo che in galera
              passi il tuo tempo a diventare pazzo,
              o fustello di rabbia e di paura
              come ti debbo domandare venia?
              Anche se sei un ragazzo e mi cavalchi
              come un puledro, a volte sei gentile,
              pieno di morta grazia come sei,
              le tue carezze dividono il mio viso
              in due pareti piene di armonia:
              lo spaccano in due mondi universali.
              Alda Merini
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                Scritta da: Andrea De Candia
                Angolatura dolce
                del fragrante destino,
                brivido dentro l'ossa
                di un presagio leggero,
                e mano di dominio,
                forse persecuzione,
                ma perché i manicomi
                guardano verso l'alto
                con le cuspidi accese
                e il Gran Capo richiama
                a sé le folte schiere
                dei malati d'amore?
                O accensioni protese,
                guardatevi dal cuore,
                Egli è dominio oscuro,
                incantato signore,
                guardatevi dai gigli
                dalle espansioni di luce
                e dai vorticosi canti
                di chi geme la pace,
                noi siamo sulla terra
                come i grandi iniziati,
                aspettiamo un richiamo,
                ma il paradiso è in noi
                coi suoi fermi segreti.
                Alda Merini
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                  Scritta da: Andrea De Candia
                  Le dune del canto si sono chiuse,
                  o dannata magia dell'universo,
                  che tutto può sopra una molle sfera.
                  Non venire tu quindi al mio passato,
                  non aprirai dei delta vorticosi,
                  delle piaghe latenti, degli accessi
                  alle scale che mobili si dànno
                  sopra la balaustra del declino;
                  resta, potresti anche essere Orfeo
                  che mi viene a ritogliere dal nulla,
                  resta o mio ardito e sommo cavaliere,
                  io patisco la luce, nelle ombre
                  sono regina ma fuori nel mondo
                  potrei essere morta e tu lo sai
                  lo smarrimento che mi prende pieno
                  quando io vedo un albero sicuro.
                  Alda Merini
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