Spesso la paura di sbagliare mi ha condotta verso strade diverse da quelle che volevo percorrere. Tu eri una di quella strade in cui volevo perdermi, quelle strade in cui non vedi e non pensi ad una fine, ma speri solo che quella fine che è solita in tutto, lì non ci sia. E, invece di perdermi in questa strada, spianata solo per me, ho preferito abbandonare tutto e tornare alla vita più facile, quella in cui non serve lottare.
Ti amo mentre ti scrivo e ti amo mentre rileggi questa lettera. Mi spiace di non trovare le parole per dirtelo meglio. Ti amo tanto, marito mio. Tu sei, e sei sempre stato, il mio sogno.
Non puoi capire come si sta, non puoi capire com'è quando una parte del tuo cuore cessa di battere, non puoi capirlo. Tu sei la mia metà, se tu non ci sei niente va bene, un cuore non funziona a metà.
Quando magari saremo insieme per sempre, spero di avere il coraggio di avvicinarmi a te, far scivolare le mani sulla tua pelle e dirti che ti vorrei con me per sempre, che ti vorrei per sempre mio. Forse ti aspettavi un "non ti lascerò mai", ma quello non aveva il motivo di uscire dalla mia bocca, perché era la cosa più ovvia esistente sul pianeta, uscì solo quel ti vorrei. Ti vorrei per sempre qui, accanto a me.
Un giorno, eravamo io e te.
Dirai che eravamo semplicemente due, due esseri soli in un emisfero di creature acide, ma io con te non ero in quel mondo. Con te ero con te e basta. Non esisteva altro, eravamo un pianeta distante dagli altri, irraggiungibile, indistruttibile.