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Scritto da: Giorgia Linho
Adesso dateci pure la laurea ad honorem in psicopatologia, a noi donne. Noi che di matti ne abbiam conosciuto a bizzeffe. Noi che il tipo più strambo, più stronzo, più psicopatico era il nostro fidanzato. Noi che non ne abbiamo azzeccata mai una giusta in amore, ma, contente di fare le crocerossine, ci siamo accalappiate sempre i casi più contorti e disperati. Si, meritiamo una laurea in psicopatologia, ad honorem, però. Per tutte le ore passate sui libri e su forum femminili, a confrontarci sulle nostre storie pazze, ore e ore a stilare teorie riguardo i comportamenti incoerenti di questi uomini. E del tirocinio svolto in questi anni, la pratica, ne vogliamo parlare? Giornate intere a parlargli, analizzarli come topi di laboratorio, convinte che solo noi li avremmo capiti e cambiati. Chapeau, donna, dottoressa, psicologa, prenditi questo 110 meritatissimo con tanto di lode e bacio accademico.
Composto mercoledì 3 maggio 2017
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    Scritto da: Giorgia Linho
    Ne ho abbastanza delle amicizie di convenienza. Quelle che vanno avanti fino a quando hanno un piacere da cacarti, dopodiché puoi anche avere una febbre da cavallo o stare in un letto d'ospedale... non interessa, non ti chiederanno mai se stai bene o se ti sei ripresa. Ne ho abbastanza di rapporti finti dove non c'è vero interesse per l altro, ma interesse solo se puoi aiutarli o servirli a loro comodo piacimento. Sì, da oggi chiamatemi. Ma chiamatemi per Pasqua, per Natale, per augurarmi una buona domenica, per sapere se anche io magari ho bisogno di svagarmi un po', chiamatemi per offrirmi un passaggio, chiamatemi in modo che anche io possa ogni tanto essere aiutata e non solo aiutare. Chiamatemi non solo nel vostro bisogno, ma anche per sapere se anche io, casomai, da essere umano e non da maciste, possa averne bisogno.
    Composto venerdì 14 aprile 2017
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      Scritto da: Giorgia Linho
      Rush. Il potere di una mano
      2 aprile 2017fioridarancio2017
      è li, è in agguato, sta arrivando. Vuole farti visita anche oggi e non puoi chiudergli la porta in faccia. Non ancora, non sei abbastanza forte da poterlo fare.

      Ti assale come un ladro munito di pistola, con tanto di passamontagna nero, dal quale puoi vedere solo due occhi, quelli cattivi di sempre. Non capisci più niente, la vista si annebbia, dalla punta dei piedi, fin sopra la testa diventi bollente, tranne lo stomaco, quello lo senti di ghiaccio. Le tue sicurezze svaniscono, tutto intorno a te non è più reale, diventa lo scenario di un videogioco, di un telefilm, di cui sei lo sventurato protagonista.

      C'è tanta gente intorno che però ti appare come una flotta di alieni, nessun volto ti sembra familiare, non ritrovi nessun punto di riferimento. Tutto attorno a te diventa sconosciuto, non sembra più la realtà in cui, fino a pochi minuti prima, stavi vivendo normalmente la tua vita.

      E se stessi morendo? Se questa volta fosse davvero un infarto? Mi tira anche il braccio, a pensarci bene; ho un senso di vomito, la pressione del sangue si abbassa drasticamente mentre la fronte si imperla di sudore. Noto che qualche donna di buon cuore si apre un varco tra la folla dei passeggeri, mi chiede cosa abbia, perché io mi stia accasciando al suolo. Non lo so, rispondo, vorrei soltanto che questo vagone della metropolitana potesse diventare, come per magia, la mia rassicurante camera da letto e che tutti questi pendolari, di colpo, togliessero la loro maschera, rivelandone i volti a me familiari. Così starei meglio, molto meglio.

      Ascolto frasi sconnesse: c'è chi propone di chiamare un dottore, chi si accinge a sbottonarmi la giacca per farmi prendere aria, chi si prodiga per aprire i finestrini di plexiglas... Cerco di mantenere quel briciolo di lucidità che mi resta, facendo tesoro dell'aiuto che sto ricevendo e inizio a pensare alle cose belle, a ciò che potrei fare adesso per sentirmi meglio: telefonare a un'amica, messaggiare con mio marito. Non voglio che, intorno a me, tutte queste persone si agitino, mi viene peggio.

      Però la mano fredda e morbida della signora col cappotto viola mi tira fuori dal baratro, facendomi sentire protetta. Adotta la mia anima orfana di sicurezza, in quel treno che ha continuato, imperterrito, la sua corsa regolare lungo un percorso già stabilito da tempo, portando il mio corpo sempre più lontano e, con esso, la mia vita incerta e priva di assi.

      Mi sento già meglio, il puzzle costruito finora, con tanto sforzi e su cui è scoppiata una bomba carta, mandandone all'aria tutti i pezzi, uno ad uno, si sta ricomponendo e tutto grazie ad una sola mano, fredda, morbida, tesami al momento giusto, sbucata dal nulla. Mano coraggiosa, forte e allo stesso tempo discreta e vellutata, come quel cappotto viola, da cui con grazia e decisione è venuta fuori.
      Composto domenica 2 aprile 2017
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        Scritto da: Giorgia Linho
        Hey, cucciola,
        peccato che tu non possa sentirmi, né vedermi, almeno non a livello sensoriale.
        Quanto mi piace parlarti mentre dormi, con quella trapunta alzata fin su il naso e è il pollice accostato alle labbra, come fosse un succhietto.
        Sei una cucciola, te l'ho detto!
        Ti prego, non piangere quando guardo la mia foto sul comodino, anzi, sposta la, riponila in un cassetto, portami nel cuore, se il vedermi ti fa riaffiorare ricordi troppo dolorosi.
        I tuo piccolino quanto sta crescendo! Somiglia tantissimo a tuo padre da ragazzino: le stesse guance paffute e è la fossetta sul mento, che ha fatto innamorare anche me subito.
        Ti ricordi quando mi dicesti di essere incinta? Non sapevo se gioirne o strangolare!
        Dovetti tirare a sorte per decidermi. Tuo padre prese a rassicuranti, ricordandomi quanto tu fossi una ragazza assegnata, matura e coi piedi ben piantati per terra: tutta tua madre (ha ha ha)
        avevo paura che un figlio, tu così giovane, potesse tarparti le ali. E invece, guardati adesso, sei una mamma, moglie e avvocato (o avvocatessa? Come preferisci?) Realizzata.
        Sì, tuo marito, quello lì, ti ama, non lambiccarti il cervello a chiedertelo tutto il santo giorno. È fatto così, a modo suo, non è il tipo da fare grandi complimenti: gli uomini lo sai, hanno paura che una donna poi, si monti la testa e vada via con un altro.
        Una bacchettata sulle mano, però, come ai vecchi tempo, se la meriterebbe ugualmente.
        Ricordi quando la tua insegnante, alle elementari, te ne dava svariate volte, perché non stavi mai zitta un attimo, in classe?
        "Signora, mi diceva, sua figlia pone troppe domande, durante la spiegazione, è una ribelle e contesta persino il pensiero di noti filosofi come bla bla bla..."
        mi mettevo in imbarazzo, lo sai? Quanto ti sgridava in sua presenza!
        Ma, in fondo, ero soddisfatta di te, ero soddisfatta di non avere una figlia con la zucca vuota, di quelle che non confutano mai nulla e che prendono tutto ciò che ascoltano come oro colato.
        Sei sempre stata un bel peperino... ecco... mi mancano le nostre chiacchierate al telefono, sul divano, fuori al giardino, dove ci scambiavano gli ultimi pettegolezzi e le ricette più bizzarre che trovavamo nel web.
        Quella torta di compleanno, che mi confezionasti, a sorpresa, per i miei 50 anni, alle fragole, prima che sicurissimo di avere in casa un ospite poco gradito, che in pochi mesi mi ha portata via da voi...
        adorata figlia, sappi che io ti sono sempre accanto, sono il tuo angelo per la vita ormai e nulla potrà mai separarci.
        Quel ciondolo a forma di cuore che hai trovato per strada, stamattina? Ero io
        quell'uomo che ha preso per mano il piccolo giacomo, mentre attraversava distratto? Ancora io
        lo scivolone della tua "amatissima e gentilissima" collega, che le è costato un figurone con tanto di gambe all'aria? Sempre io!
        Eh Dio mi perdoni, ma quella donna è di una perfidia!
        Non ti libererai facilmente di me e non credere a coloro che dicono che, dopo la morte, non esiste nulla; diventiamo angeli e, come tali, veglio sempre su di te, ti ascolto, ti abbraccio, ti parlo, seppur tu non possa vedermi.
        Buonanotte cucciola.
        La tua madre dal cielo.
        Composto mercoledì 22 marzo 2017
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          Scritto da: Giorgia Linho
          Ogni tanto mi imbatto nel sapientone di turno, quello che sa sempre cosa farebbe, al posto tuo, quello che elargisce consigli non richiesti sulla tua vita. Quello che della "tua" vita sicuramente ne farebbe un capolavoro, ma non della sua, no. Perché lui, al posto tuo, adesso sarebbe già affermato, perché lui, sempre al posto tuo, sarebbe già arrivato fin lì su o, per lo meno, ci avrebbe provato, ma sicuramente ci sarebbe riuscito. "Perché vedi, forse tu sei troppo umile, hai pochi obiettivi, hai poco polso, hai poche palle, hai la testa vuota, hai dei grilli che ballano assieme ai neuroni". Ecco, a volte ti imbatti in questi esseri, che mi ricordano la sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte che, distesa languida su un divanetto, amante dello sfarzo, dava ordini alla servitù, mentre, di consueto, filosofeggiava sulla vita, senza però aver mai mosso neppure un alluce del suo pallido e marmoreo piede. Bene, anche questa volta, signori, avete detto la vostra, perché è facile essere vincenti nei panni degli altri, quando poi, nei nostri, non permettiamo a nessuno di entrarci, neppure di misurarli appena, giusto per toccarne la morbida stoffa. I miei orecchi hanno ascoltato, le mie membra hanno capito, vi ringrazio per il sermone; l'ho trovato commovente, peccato sia poco convincente, a tratti allucinante, alla fine accattivante. Grazie, vi farò sapere.
          Composto domenica 19 marzo 2017
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            Scritto da: Giorgia Linho
            Ammiro tantissimo gli uomini, anche solo per il fatto che riescono a mantenere lo stesso umore fino alla fine della giornata noi donne siamo prima serene, poi ansiose, poi incazzate, poi ottimiste e speranzose, dopodiché ci sentiamo depresse e avvilite. Non cade ancora la sera che già di nuovo siamo gioiose, passa un minuto e ci ritroviamo stanche e paranoiche. Se su Facebook venisse chiesto di aggiornare l'umore, anziché la foto della nostra storia, su in alto, dovremmo cambiarla almeno ogni 50 minuti sembra un continuo giro della ruota delle emozioni. diamoci una tregua!
            Composto venerdì 17 marzo 2017
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              Scritto da: Giorgia Linho
              Quattro chiacchiere con Silvia Nelli.

              Silvia Nelli nasce in provincia di Pisa, il 14 giugno del 1973. Delusa dall'amore, col suo modo inconfondibile di scrivere, diretto e semplice, non solo ha trovato un modo terapeutico per buttar fuori il suo dolore, ma ha altresì scoperto la sua grande passione: la scrittura, che le ha portato l'amore di tutte le persone che la seguono, ogni giorno sui social, rispecchiandosi nelle sue parole, che sanno toccare con delicatezza e umiltà il cuore, soprattutto delle donne. 20170316_110912

              domanda: Silvia, soltanto su Facebook, 57.726 persone hanno messo "Mi piace" alla tua pagina e migliaia di utenti, giornalmente, visualizzano, commentano e condividono i tuoi pensieri. Ti aspettavi una simile popolarità?

              Risposta: No. Sinceramente no. La mia primissima pagina, che portava il nome di "Semplici Pensieri" nacque in una notte davvero brutta. È stata il mio diario, il mio punto di sfogo, dove scrivevo esclusivamente ciò che passava nella mia testa. Non sapevo cosa fosse un copyright e nemmeno essere "Autore". Poco a poco ho iniziato a dare una vera e propria forma a ciò che scrivevo, facendole diventare delle vere e proprie citazioni o pensieri. Non so cosa mi abbia portato dopo 5/6 anni a vedere il mio nome ovunque quasi. Quello che credo sia stato fondamentale è che non ho mai cercato dei veri e propri consensi. Non ho mai puntato a piacere ad ogni costo. Io mi sono solo limitata ad esternare ciò che la mia mente elaborava, sia da esperienze mie, sia da quelle che la vita mi poneva di fronte. Le ho esternate senza pensare a cosa la gente leggendo potesse pensare, non ho mai guardato molto la "Forma". Io ho una terza media, per questo nemmeno oggi mi ritengo scrittrice, ma solo una persona come tutti voi, che esterna una sua passione. Io quando scrivo, le parole escono esattamente come le direi a voce a chi ho di fronte. Questa mia semplicità, questa forma estremamente diretta, schietta e spesso dura ed anche un po' "Grezza", credo sia stata proprio il modo con cui io sono riuscita ad arrivare alle molte persone che mi seguono.

              D: Più volte hai affermato che la scrittura ti ha salvato dal baratro ed è, ancora oggi per te, una terapia. Spiegaci meglio.

              R: Si, devo alla scrittura la mia guarigione da un bruttissimo periodo che ho affrontato nel 2010. In una brutta notte, dove volevo scrivere una sorta di lettera di "Addio", ho cominciato a scrivere su un foglio tutti i motivi di quell'addio. Ho cominciato a gettar fuori il dolore, la rabbia e le angosce che tenevo dentro... è stato proprio li, che mi sono resa conto che man mano che quel foglio si riempiva, magicamente io mi svuotavo. Stavo meglio e, come per magia, ero più leggera. Da quella notte non mi sono più fermata. Si, la scrittura è stata la mia terapia e ancora oggi lo è. Quando sto male, quando sono arrabbiata, quando la vita mi mostra cose ingiuste, comportamenti indecenti ecc... Io getto fuori e me ne libero. Mi libero di tutto il negativo che certe sensazioni ti lasciano dentro. Questa è una delle motivazioni per cui molte delle mie frasi hanno un retrogusto "Arrabbiato". In molti pensano che io sia una persona che vive arrabbiata con il mondo. No, non è così, anzi... Sono una persona solare, allegra e piena di vita. Solo che proprio perché scrivere è una sorta di sfogo, le cose belle non mi fanno sentire la necessità di liberarmene, anzi... Le tengo strette dentro al cuore e le assaporo. 20170316_110932

              d: La maggioranza del tuo pubblico è femminile, ma non manca una grande fetta di pubblico maschile, che non disdegna, anzi, apprezza i tuoi testi.
              Qual è il segreto di tanti consensi?

              R: Il segreto di molti consensi credo sia il fatto che questo mondo è pieno di opportunismo, di ferite, di dolori e delusioni. In molti si rispecchiano in ciò che scrivo, perché tutti prima o poi si sono imbattuti in qualche esperienza simile o uguale a quelle descritte nelle mie citazioni. Succede alle donne e anche a molti uomini. Perché io spesso scrivo al "Femminile" essendo donna mi viene naturale, ma quando si parla di ferite, delusioni e dolori non esiste uomo o donna... ma persone. Siamo persone e il dolore non ha sesso. Ci sono uomini sbagliati che hanno distrutto delle vere donne, ma ci sono molte finte donne che hanno distrutto veri uomini. Non paghi il prezzo se sei uomo o donna, ma lo paghi se sei una persona che usa ancora valori che oggi sono rari e quasi inesistenti. Questo purtroppo fa in modo che tu possa imbatterti spesso in persone "Sbagliate" ed è proprio questo che fa in modo che in ciò che scrivo le persone si rispecchiano.

              D: Hai scritto tre libri, dove si possono acquistare?

              R: Si. Il primo è stato "Frasi & Citazioni di Silvia Nelli". Poi "Frasi & Citazioni di Silvia Nelli (2a Edizione)" e in fine "Il meglio di Silvia Nelli" che è una raccolta delle citazioni più belle rilegata in una versione più economica. I libri sono acquistabili nel sito "Il mio libro". Potete trovare i link di accesso diretto ad essi nelle info della mia pagina. I libri sono autopubblicazioni che io ho avuto il piacere di fare solo allo scopo di rilegare e radunare le mie frasi. Non ho mai pensato di fare della scrittura il mio lavoro. Anche se nei miei progetti c'è un libro vero e proprio, editoriato a dovere, le frasi di esso sono ancora inedite e in produzione.

              D: Recentemente sono state create pagine a tuo nome, dove sono stati copiati, illegalmente, moltissimi dei tuoi testi. Come intervieni in queste circostanze e quanto ti offende questa mancanza di rispetto verso il tuo lavoro intellettuale?

              R: Il fatto che altre pagine usino le mie citazioni a me non dispiace, anzi è una cosa che mi fa solo piacere e mi riempie di gioia. Ovvio in fondo ad esse gradisco vedere la fonte, ossia il nome dell'autore, cioè il mio. Questo come forma di rispetto verso il lavoro di chi le ha scritte. Quello che è successo in alcuni casi a me, va oltre l'usare le mie frasi. Sono state create proprio pagine e profili a mio nome. Il furto d'identità è un grave reato e su questo ci sono già procedimenti in corso. Diffido tutti dal credere che Silvia Nelli abbia altre pagine, io ne ho solo una ed è quella di cui stiamo appunto parlando. Oltre la pagina ho, come ogni utente di Facebook, un mio profilo personale.

              D: In passato hai affermato che dalla vita hai imparato più dalle delusioni che dalle gioie e che nell'amore non credi più. È cambiato qualcosa da allora? Il tuo cuore adesso batte per qualcuno?

              R: Si, il mio cuore conta diverse ferite e cicatrici. La vita stessa me le ha date, non solo l'amore. Ci sono state prove durissime che ho dovuto affrontare e che ho egregiamente superato. Ferite ed esperienze che mi hanno cambiata, ma allo stesso tempo fatto crescere e diventare la donna che oggi sono e di cui vado fiera. L'amore... Non è stato facile tornare a crederci. E non è che non ci credessi più, ma non credevo più nell'esistenza di persone capaci di amare come intendo io. Il mio cuore è tornato a battere un po' di tempo fa. Quando è entrata nella mia vita una persona che porta il nome di Salvatore. Lui ha saputo smentire tutto, abbattere tutti i muri che avevo costruito e mi ha fatto capire che uomini capaci di amare in modo sano e concreto ancora ci sono. Oggi sono una persona amata e innamorata. Per la prima volta amo in modo sereno, senza dubbi, paure e arrabbiature. Oggi sono una donna completa e appagata a 360°.

              D: Un messaggio per le persone che ti seguono e, magari, hanno vissuto esperienze simili alle tue o soffrono per amore. Cosa vuoi dire loro?

              R: a tutte le persone che mi seguono, la prima cosa che mi sento di dire è sicuramente: "grazie". Grazie perché loro hanno sostenuto me nei momenti peggiori, quindi sono un punto fondamentale per me. Il consiglio che do loro è di non aspettare, di non bramare. Vivete, ritrovate voi stessi, il vostro equilibrio interiore. Imparate a stare soli con voi stessi. Imparate a scegliere! Perché chi sa stare da solo, non si accontenta di chiunque, non ha quel bisogno viscerale d'affetto da portarlo a credere a chiunque e magari a non vedere l'ennesimo sbaglio che lo porterà a soffrire ancora. Alzate la testa, respirate, vivete e piano piano le cose giuste arrivano. L'importante, come prima cosa è amare se stessi. Sentirsi giusti, avere la consapevolezza di chi siamo e di cosa vogliamo. Essenziale è anche il rispetto per se stessi... Esso è l'unico modo che ci permetterà di valutare meglio chi avremo di fronte. È comunque ovvio però, da persone mature, avere la consapevolezza che immuni dalle fregature non saremo mai.
              Composto giovedì 16 marzo 2017
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                Scritto da: Giorgia Linho
                Quando sei circondato da persone che ti sottovalutano, che ti criticano e ti giudicano, senza capire cosa ci sia dietro un tuo comportamento, una tua azione od omissione, a lungo andare, come una candela che si consuma, così va via la tua autostima. Ti senti svuotato, senza più un'anima, solo un corpo sporco con uno spirito emigrato chissà dove...
                Vivi come un'automa, non trovi più un senso alle cose che fai e, come una profezia che si autoavvera, inizi a chiudere il tuo cuore, i tuoi occhi diventano di ghiaccio e fanno seguito stranamente dei comportamenti talvolta meschini, egoisti e incomprensibili, che non t'appartengono.
                Un giorno, però come per magia, fato o disegno divino, quando ormai non ci credevi più, incontri qualcuno, che con una giusta parola, un sorriso al momento propizio, riesce a toccare, con delicatezza, le corde del tuo cuore.
                Questo qualcuno ti comprende, ti parla e "sente" tutte le sfumature della tua anima, che credevi sepolta.
                Pian piano torni a credere in te stesso, in quella persona che eri, ma che in pochi si sforzavano di capire e ancor meno, stare accanto.
                Il tuo cuore lascia l'inverno e ritrova il calore del sole di primavera, i tuoi occhi si ridipingono di mio è sfumature iridescenti.
                Anche questa volta, come una profezia che si rivela, dai vita come a un circolo virtuoso, a cose positive, belle, che ti danno la carica.
                Sono andati ormai i tempo in cui ti svegliavi senza più sapere chi eri.
                Adesso hai un obiettivo: non deludere chi crede in te, rimboccarti le maniche e realizzare tutti quei sogni ancora chiusi nel cassetto, da cui tutti ti avevano allontanato.
                Adesso lo sai, sei speciale, sei una bella persona e l'opinione negativa degli altri non ti farà più vacillare.
                Non proverai più neppure rabbia o rancore, semplicemente non ti hanno capita. Pazienza.
                Invece tu hai capito loro, gente che si ferma all'apparenza, vivendo nel loro bozzolo di pregiudizi preconfezionati.
                Perché ricorda, tanti ti hanno conosciuto, molti ti hanno frequentato, pochi ti hanno capito e rari sono rimasti al tuo fianco.
                Tu vivi per quei rari.
                Composto lunedì 13 marzo 2017
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