Post inseriti da Denise Moscuzza

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Scritto da: Denise Moscuzza
Quanto è bello andare a fondo per poi risalire. Albeggiare. Ricominciare. Cadere per rialzarsi, e ballare. Amare questo bagliore, incorniciato da una città ferrosa e artefatta. Ritrovare in un cassetto un pensiero felice che avevi dimenticato, in mezzo a tanti pensieri brutti. Ti eri perso di vista, non ti ricordavi più di respirare veramente. Ma poi hai guardato nel fondo più nero, e allora sei stato finalmente grato della luce.
Appassionata spettatrice di tramonti, si, ma anche di albe, di nuvole, di vento, di stelle. Appassionata spettatrice di quello che io chiamo bellezza.
Composto sabato 20 agosto 2022
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    Scritto da: Denise Moscuzza
    Abbiamo quasi tutti questo vizio tremendo e radicato di vivere sempre nel passato o nel futuro. A lei ogni tanto veniva in mente, come un lampo, l'immagine nitida del presente. Era davvero un istante, ma bastava per cambiarle l'intera giornata. Come una specie di presa di coscienza. Così le venivano in mente milioni di piccole parole non dette, gesti non fatti, desideri irrealizzati... e molti si erano messi in fila davanti alla sua porta di casa, altri accalcati disordinatamente come cani randagi presi dal panico durante i botti di capodanno... ospiti irrequieti della sua mente e pure della sua anima e ciascuno suonava al campanello con foga. Un po' spregiudicati e maleducati! A quale doveva aprire per primo?
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      Scritto da: Denise Moscuzza
      Come ogni volta ho atteso con ansia quell'istante letale in cui si consuma il giorno, in cui le luci prima di spegnersi e tacere decidono di gridare forte, urlando colori e fiamme. È una sottile follia godere di un tramonto. Mentre il giorno muore e annega, i miei occhi si accendono. E non riesco a staccarli dall'orizzonte, sono incollati, appiccicati come francobolli i miei occhi... ad una busta che è già in viaggio e non sa dove andare e come tornare, o forse non vuole tornare... e sono pure appoggiati alla superficie del mare che scorre come se niente fosse, come se non si accorgesse di quello che accade alle sue spalle o forse nel suo ventre. Fa l'indifferente il mare. Ed io, con pazienza, non posso che aspettare quell'istante leggero e sospeso in cui dopo l'esplosione tutto si calma, il cui l'orizzonte affamato prende a morsi l'ultimo pezzetto di sole.
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        Scritto da: Denise Moscuzza
        È pazzesco come certe emozioni siano inesauribili. Prendi, per esempio, l'alternarsi - apparentemente banale - delle stagioni. La luce che diventa calda, l'aria che inizia a profumare, la natura che si risveglia e si riempie di milioni di sfumature di colore. Quanto è ovvio e semplice tutto ciò? Beh... tantissimo in teoria. Eppure, ogni volta che accade - per dirla tutta... ogni anno - io provo una specie di stupore infantile.
        E così altrettanto scontata è la danza del giorno e della notte, che si alternano e si cedono il passo l'un l'altro con cadenza, con eleganza e maestria, come ballerini provetti. E la magia, poi, delle giornate che si allungano... che il cielo mi sembra un dipinto ad acquerelli con i colori sbavati, che colano oltre i margini del pomeriggio per lasciare qualche bagliore di luce nei primi passi della sera.
        Probabilmente è proprio in queste cose che risulta evidente il mistero della vita.
        Nel fatto che tutti questi dettagli, semplici e ovvi, si ripetono dai tempi dei tempi. Fanno parte della nostra vita fin dal primo istante in cui abbiamo aperto gli occhi, eppure non smettono mai di sorprenderci. Cresciamo e piano piano - purtroppo - smettiamo di lasciarci emozionare da tante cose... eppure di fronte a questi piccoli spettacoli torniamo bambini emozionati.
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          Scritto da: Denise Moscuzza
          Spero ogni giorno di incontrare di nuovo il tuo sguardo.
          Il corpo è una prigione Roberta.
          Me lo hai insegnato tu, nonostante la profonda accettazione e il tuo senso dell'umorismo.
          Il tuo corpo è la tua prigione e certe anime come la tua hanno bisogno di viaggiare e volare come poche...
          Sei pensiero ad ogni mio risveglio.
          Il mio pensiero va ai tuoi occhi che ho imparato a conoscere poco a poco, forse troppo tardi.
          Alle tue freddure e battutacce che mi facevano ridere fino alle lacrime.
          Al soprannome che mi hai dato e che mi faceva sentire speciale. Io sono e sarò sempre la tua Elsa.
          Agli spigoli che prendevo dopo averti medicato e involontariamente fatto male.
          Ripenso alle botte che mi sono data in faccia con le tue mani perché le meritavo parecchio.
          E a quelle che ho dato alle colleghe perché anche loro le meritavano, essendo come dicevi tu "monelle assai assai".
          Ripenso alla tua dolcezza e sensibilità di capire sempre quali fossero i momenti pesanti o di crisi per me, nonostante i miei problemi facessero ridere a confronto della grande battaglia che stavi combattendo tu.
          Pensavo a tutti gli "scusa" che hai detto tu, che non erano mai necessari... e a quanti ho dovuto dirtene io e a quanti non te ne ho detti ma avrei voluto... Perché magari ho commesso qualche errore e mi sono sentita piccola e stupida ma tu eri così comprensiva da capire e perdonarmi sempre. Per me sei stata l'inizio di un percorso meraviglioso che è quello della mia professione... Che dopo di te non sarà mai più lo stesso, nemmeno io sarò mai più la stessa...
          Migliore, spero di essere migliore. Perché tu mi hai insegnato così tante cose che nemmeno puoi immaginarlo.
          Forse la più grande è la forza, non quella fisica.
          E l'emozione... Emozionarsi di gioia nonostante tutto.
          È così... Ripensavo ai tuoi occhi pieni di emozione e lacrime al suono della voce di Mengoni ed io tutta fiera di sapere qualcosa di te andavo ad umentare il volume perché era quello che tu deaideravi.
          Ed ecco... Anche questo.
          Fare quello di cui avevi bisogno, prima ancora che tu me lo chiedessi, mi faceva sentire così felice e forte e importante che poche cose al mondo riescono a darmi un senso di soddisfazione e felicità simile.
          Ripenso agli insulti e alle parolacce che abbiamo inventato assieme e a quelle che abbiamo detto senza senso per ridere da matte. C'erano quei giorni che... Ilio, curva, sandalo e zip... e pure qualcos'altro che sono costretta a censurare.
          Pensavo a quando facevo una battuta e si vedeva che ridevi dal quel tremolio e dai tuoi occhi sorridenti... e avrei voluto abbracciarti ma non lo facevo perché non volevo farti male.
          Sei una farfalla adesso Roberta.
          Nessuno di noi ti può più acchiappare... Ma sei libera finalmente.
          Ci rivedremo un giorno da qualche parte...
          alla fine del mondo...
          ... Lì c'è quel posto dove adesso stai cucinando piatti prelibati, con la musica di mengoni accesa.
          Composto lunedì 3 dicembre 2018
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            Scritto da: Denise Moscuzza
            Ripensavo a un momento di libertà di qualche anno fa.
            Forse più di qualche... diciamo circa dodici anni.
            Mi ricordo che aspettai con ansia il primo temporale estivo, di quelli che ti colgono impreparato nelle ultime settimane di Agosto.
            Ma io non ero poi tanto impreparata... come dicevo, infatti, ero lì che lo aspettavo.
            Era un pomeriggio grigio, fresco... di quelli che ti viene voglia di indossare una maglia a maniche lunghe e comoda sopra ai pantaloncini estivi, perché ci sta proprio con il venticello e l'aria che si prepara all'evento.
            Eccome se ci sta.
            E allora inizia a piovigginare, prima piano.
            Piano,
            Aumenta,
            Forte,
            Tempesta.
            Ed io ho preso le scarpe e sono uscita dal cancello della villetta e ho iniziato a passeggiare tra le stradine disabitate della Fanusa, sotto la pioggia, con un sorriso ebete stampato in faccia e un senso di libertà, gioia, pace nel cuore che poche cose restituiscono così bene e così velocemente.
            E sono rientrata a casa completamente inzuppata che nemmeno un savoiardo nel caffè...
            Composto lunedì 17 settembre 2018
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              Scritto da: Denise Moscuzza
              Pensandoci su avrei voluto che da bambina mi avessero raccontato delle favole diverse.
              Quelle delle principesse salvate dai principi sono davvero surreali e creano aspettative (in una donna) un po' troppo alte.
              Se mai un giorno dovessi avere una bambina le racconterò una favola nuova in cui una ragazza molto indipendente e intraprendente si dedicò con energia e passione a se stessa, alle proprie inclinazioni, al proprio lavoro, ai suoi hobby ed era felice perché sentiva di essere sulla buona strada per realizzare i propri sogni.
              Le favole ci confondono... perché ci hanno fatto credere che innamorarsi di un'altra persona è più importante di innamorarsi di se stessi. Le favole ci hanno inculcato l'idea che una principessa debba essere salvata da un principe ma io credo fermamente che una donna si possa salvare da sola e che, anzi, lo farà meglio.
              Le principesse di oggi sono principesse guerriere e non dipendono da nessuno, perché hanno tutte le armi per sopravvivere da sole.
              Composto martedì 28 agosto 2018
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                Scritto da: Denise Moscuzza
                Il gioco più brutale è quello che fa il tempo.
                Ho desiderato tanto e forte di diventare adulta.
                L'ho desiderato per tutta l'infanzia.
                Che la scuola finisse.
                Che trovassi un lavoro.
                E adesso mi viene una voglia irrefrenabile di tirare le redini.
                Di tirare le redini al tempo.
                Di dirgli "aspetta un po'" che non ho più fretta, che ora è il tempo perfetto, che vorrei mi appartenesse per sempre.
                Di dirgli "finalmente sono arrivata a destinazione e questo momento e questo posto mi piacciono" e non desidero altro.
                Che se ci fosse il tasto pausa lo premerei.
                E invece il paradosso è che, proprio adesso, i giorni mi volano davanti con ali grandi e se ne vanno lontano a perdita d'occhio.
                E le stagioni si alternano come i minuti pari e quelli dispari e sono così piccine che le vedo passare tra le dita come la sabbia della spiaggia, quando la impugno.
                E il tempo non lo puoi impugnare, non è mica tuo e nemmeno degli altri.
                Non si fa acchiappare, non si fa fermare.
                E allora voglio spremerlo come un limone e prenderne tutto il succo, godere della vita, di quello che c'è oggi.
                Oggi è già finito e non voglio andare a dormire.
                Eh si... quando vado a dormire penso sempre che, una volta chiusi gli occhi, lascio che domani possa rubare indisturbato il giorno di oggi.
                Composto lunedì 6 agosto 2018
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                  Scritto da: Denise Moscuzza
                  Ogni donna fa un percorso di crescita fatto di delusioni e lacrime.
                  Sono tanti piccoli gradini, e in cima c'è il cinismo.
                  Ogni donna ambisce al cinismo e alla strafottenza più assoluti.
                  Del resto, all'origine, in ogni donna c'è un'infermiera estremamente umana e sensibile che desidera raccogliere i cocci di un uomo rotto, che gli sembra più rotto di un vaso rotto, e intenerita pensa di doverlo (e poterlo) aggiustare.
                  Ma la lezione che ogni donna, lentamente, impara è che la gente (ammesso che voglia farlo) si aggiusta da sola. La donna scopre nel tempo che un vaso quadrato difficilmente diventa ovale o rettangolare... e che non è il suo amore cieco e smisurato che potrà smussare i contorni spigolosi, fino a fargli somigliare ad un pianeta.
                  La lezione d'amore che una donna impara, è una lezione di amore egoistico, di amore per se stessa. Così una mattina, la donna tenera e romantica, si sveglia nei panni di una cinica, di una stronza, di una disillusa, di una stanca. Si sveglia così.
                  E anche se sembra un brutto risveglio, un cambiamento negativo... non lo è per niente.
                  Perché quel giorno che la cinica leonessa si sveglia e inizia a ruggire, smette improvvisamente di vedere del tenero in quei desolati vasi rotti.
                  Inizia a pensare che non è lei, di certo, a doverli aggiustare.
                  Ma ci sarà un'altra, più giovane e meno stanca, che penserà di sobbarcarsi questa missione.
                  Composto venerdì 22 giugno 2018
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