Sarebbe stato facile scrivere le solite banali parole come "mi manchi" o "ti amo", lo fanno tutti.
Ma tu non sei tutti, ecco perché ti sto scrivendo qualcosa di più importante: "sono qui".
Ho paura di piangere, di soffrire, di voler bene a qualcuno, di mostrare la mia fragilità, la mia natura.
Ho paura di essere troppo umana.
È davvero strano come, spesso, le persone più solitarie e silenziose siano quelle più interessanti. Quel loro essere così scostanti, alle volte intimoriti, forse non è casuale. Forse temono che quel qualcosa che li rende speciale gli venga tolto dagli altri, forse hanno paura di far vedere quello che possono dare. Forse hanno solo paura di venire inghiottiti dalla fretta e la freddezza del mondo.
Ci sono amori che tolgono il fiato;
e non lo restituiscono più.
È che può succedere che un giorno ti svegli e capisci di non aver ancora capito niente di questa vita; che quelle parole erano troppo forti per la tua fragile bocca, che quei gesti erano troppo grandi per il tuo piccolo corpo, che se ti viene fatto del male non ha senso avvelenare anche chi ti sta intorno, che alle malignità devi rispondere con il sorriso più bello che possiedi.
Uno che non beve o fuma non può capire la dipendenza.
Uno che non ama non può capire la mancanza.
Uno che non ha non può capire chi ha.
Sono solo parole lo so, hanno vita breve.
Ma la speranza in esse è eterna.
Credi a tutto ciò che non dico.
- Forse non era destino.
- Il destino non esiste; esistono le conseguenze.
Eravamo così vicini; a distanza di un bacio.