Commenti a I Fiori di Aldo Palazzeschi


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Caro Impenitente, purtroppo per miei motivi personali la giornata odierna non è l'ideale per ingolfarmi in una critica della poesia di Palazzeschi. Oltretutto non mi picco di essere un critico d'arte, ma un semplice appassionato che si diletta anche a tentare di scrivere e anche talora di mettere in musica o dipingere qualcosa.
    Io sinceramente, dopo questa conoscenza... fiammeggiante, anche dato l'incalzare della stagione calda che sottrae energie e rende insopportabile il.. bollire degli spiriti, sarei dell'idea di sotterrare definitivamente l'ascia di guerra: oltretutto, abbiamo due care amiche in comune, e dunque una qualche sintonia tra di noi (esclusi i fiori di Palazzeschi :)) vi sarà pure.
    Per inciso, e per non avere peli sulla lingua, vorrei qui osservare che mi sarei aspettato, proprio da queste comuni amiche (che evidentemente la conoscono meglio di me),  un intervento volto a pacificare e sdrammatizzare... ma chissà... probabilmente sarà stato effettuato nei suoi soli confronti. Mi ha stupito tuttavia, in particolare, che Flavia non abbia fatto alcun cenno di ringraziamento ai miei auguri per il suo compleanno: mi auguro proprio che sia stata una svista... ma la coincidenza dei tempi è stata singolare, direi quasi... inquietante. Neanche a farlo apposta... : ))
    Riservandomi di affrontare nei prossimi giorni un commento più approfondito alla poesia di Palazzeschi, nel merito posso per ora brevemente dire che il mio commento iniziale è derivato, a caldo e nell'immediato, da una istintiva ed irresistibile sensazione di repulsione per la traslazione onirica dell'immoralità e dei vizi umani (attenzione: VIZI, non costume generalizzato; non siamo ancora per fortuna a Sodoma o Gomorra) dall'uomo alla natura, per la cui innocenza ho il più profondo rispetto, direi anzi venerazione. Per esemplificare la mia sensazione, essa è stata analoga a quella che si potrebbe provare nel vedere al circo un nobile animale su un monociclo, o vestito da clown, o comunque ridic*olizzato.
     Le dirò onestamente: prima di scrivere il mio commento, non ho mancato di riflettere sulla circostanza che la mia opinione fuori dal coro avrebbe potuto essere comunque invisa... ma nella mia vita mi sono sempre ed in ogni modo sforzato di agire superando ogni forma di timore o rispetto umano, per cui ho ritenuto doveroso esprimere francamente il mio sentire in proposito.
     Mi ha confortato molto il commento di Rossella Porro, non solo per quanto espresso, ma soprattutto per quanto motivato in ordine all'abitudine dei più (e spesso anche mia) di votare e commentare pensieri o poesie solo ove si sia concordi o entusiasti. Ritengo quindi ancora possa sussistere, in ordine alla poesia de quo, una sorta di "maggioranza silenziosa" concorde con la mia opinione (che - ripeto - è stato un sentire più che un opinare).
     Tornerò comunque, come dicevo, sull'argomento. 
     Frattanto sotterro unilateralmente l'ascia di guerra, nella speranza che  questo gesto venga  apprezzato e possa portare (chissà) addirittura ad una amicizia. Per esperienza di una vita, i miei migliori amici (salvo taluni in palese malafede, rimasti "impenitenti" :)) sono sempre divenuti quelli con cui inizialmente (o anche successivamente) si era litigato o vi erano stati accesi scambi di opinioni.
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Caspita, che gaffe memorabile! Ho consigliato ad un avvocato di consultare un legale!

Mio caro, simpatico e sempre più Chiarissimo Sig. Freda, le Sue provocazioni non mi sfiorano neppure e l’unico effetto in grado di produrre sono il perpetuarsi di quella risata di cui già Le ho detto. Ma La prego non insista oltre: anche la barzelletta più gustosa finisce di divertire se ripetuta più volte. Ridere è certo cosa buona ma è bene non abusarne.

Il mio nome non lo trova per il semplice fatto che il mio è un profilo utente e non un profilo autore: se lo crede opportuno, ne chieda conto e ragione allo Staffche così ha predisposto le cose, non a me! Ovviamente, non essendo io un autore, ha ben ragione nel definirmi uditore o visitatore ma dice una cosa non vera nell’insistere a caratterizzarmi quale anonimo. D’altra parte, pur essendo un uditore, le regole del sito mi danno facoltà di parola al fine di esprimere commenti circa le opere presentate. Nulla vieta che le opinioni espresse possano essere diverse: su questo, credo, siamo tutti d’accordo. E nessuno è obbligato a spiegare alcunché. Ma qualunque uomo che abbia anche solo un minimo di onestà intellettuale sa che di una qualche responsabilità morale dovrà pur farsi carico… Ed infatti Lei (mi riferisco al commento #7, ndr) con grande correttezza, non si limita a dire “Orrore! Non mi piace!” ma aggiunge le motivazioni che la spingono ad un giudizio di bocciatura implacabile e totale. Sin qui non ho assolutamente nulla da ridire: Lei ha espresso la sua opinione, ha dato un voto negativo, ha spiegato le motivazioni e, sebbene non richiesta, si assunta la piena responsabilità di quelle dure parole.
Il suo comportamento, sin qui, è da 10 e lode.
E’ a questo punto che arrivo io. Leggo I Fiori di Aldo Palazzeschi. Ascolto le parole di Dario Pautasso, Davide Bidin, Sagea, Gaetano Toffali, Armanda, Klara Erzsebet Bujtor. E, naturalmente anche le Sue parole, Sig. Freda. E il Suo giudizio così netto e aspro mi impone di rileggere più volte il testo in esame.

Per quanto mi sforzi non riesco a cogliere ne I fiori il da Lei presunto sentire volgare di Palazzeschi; al contrario ne colgo come una sorta di denuncia contro una volgarità strisciante ma imperante che il Palazzeschi vede nella società e che egli cerca di raccontarci con i mezzi che gli sono propri: originalità nello stile e ironia nell’esposizione. Non vedo visioni distorte: al contrario, v’è come una sorta di registrazione quasi giornalistica di una realtà sempre più oscena e sempre meno nascosta. Non vedo malattia dello spirito nell’Autore: intuisco, al contrario, l’insoddisfazione (raccontata in quei “Non so perché” alternati ai ”Chissà perché?”), l’inquietudine ( “sazio come un re/digiuno ero come un mendico”), l’insofferenza ( “un'indefinita pesantezza/mi gravava sul petto,/un vuoto infinito mi sentivo nel cuore...”) di un uomo consapevole di trovarsi in un giardino meraviglioso che però si sta trasformando in un gran puttanaio. E infine no, non leggo alcuna fantasia malata: al contrario leggo di una incredulità crescente ( “Anche voi! … Anche voi!”) che culmina in un grido di rifiuto (“Basta! Basta!”) e in una preghiera disperata (“Dio,/abbi pietà dell’ultimo tuo figlio/aprimi un nascondiglio/fuori dalla natura” ).

Ecco. Io questo ho letto e questo ho inteso dal testo in questione. E leggo che anche altri hanno dato questa lettura. Ed ha ragione Bea: non è divertente. Non lo è affatto. Non lo è perché ciò che v’è scritto ne I fiori sembra essere terribilmente vero, spaventosamente reale, tremendamente sempre più attuale.

Naturalmente la mia è soltanto una opinione personale. Non so a Lei ma a me a volte capita di non capire le cose. E così succede che magari interpreto male qualche concetto e di conseguenza mi formo una opinione sbagliata. Ed ecco allora che leggere le altrui opinioni può servire a correggere o confermare la propria visione; oppure a modificarla; o addirittura ad ampliarla ed arricchirla. Nel caso in questione è fortemente probabile che io stia interpretando male le parole di Palazzeschi; o forse, con pari probabilità, non riesco a cogliere il senso delle Sue parole, Sig. Freda. Il mio “ci chiarisca” (pluralis maiestatis o falsus procurator, scelga Lei basta che ne usciamo!) non è diretto alla Sua opinione (sulla cui chiarezza né io né, credo, nessun altro può avere dubbi) bensì è rivolto alle motivazioni che Lei adduce: motivazioni che non riesco a mettere in relazione al testo. Che Lei ci creda o no, il mio commento #8 aveva questo solo ed unico scopo: capire quelle motivazioni che, perdoni i miei limiti mentali, ma proprio non riesco a comprendere in cosa trovino giustificazione.
Mettiamola più semplice: io in qualcosa sto sbagliando di sicuro ma non riesco a capire dove.  Naturalmente non è un Suo obbligo chiarire alcunché ma faccio affidamento a quanto Le ho già riconosciuto fino al commento #7: una condotta esemplare ed una limpida onestà intellettuale di cui Lei ha dato prova spontaneamente. Senza considerare che chiunque dovrebbe poter contare su quell’assunzione di responsabilità che Lei stesso rese disponibile nell’annunciare la Sua opinione fuori dal coro.
Io, sin qui, nonostante tutto la rispetto.
Scelga lei la strada da seguire.
Se quella della civiltà, dell’educazione e del rispetto reciproco.
Oppure quella dell’insulto gratuito, arrogante, pretestuoso e presuntuoso.
Nel primo caso, io sono qui, con animo sereno e tranquillo, felice di poterla ascoltare.
Nel caso dovesse propendere per la seconda opzione continui pure a darmi del vigliacco, a definirmi anonimo purgante, ad indicar come squallide le mie parole. Continui tranquillamente a farmi rotolare per anni e anni nel fango, a spedirmi all’inferno ed augurarmi buon purgatorio: non raccoglierò nessuno dei suoi insulti.
Qualcuno, di certo, l’applaudirà estasiato.
Tutti gli altri capiranno.

Buona vita a tutti.
Anche a Lei, Sig. Freda.
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Klara, sei un critico letterario formidabile.
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.."libero esprimersi di libere opinioni." se non offende la dignità, sentimenti chi lo ascolta, lo legge, non tutti possono permettere liberamente esprimersi,tra le loro mani diventa un arma, solo poeti possono farlo, perchè qualcosa di "divino" hanno, e questa poesia, visione di Palazzeschi espresso palesemente, a volgo, fa intendere questo falso, marcio mondo che ci circonda, che ci vuole insegnare....
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Rossella...!

Che dirti...?
"COMPLIMENTI"
(***** ***** ***** ***** *****)

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