Frasi inserite da Marco Giannetti

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Scritta da: Marco Giannetti
Il Senatore Esteban Juan Caselli, eletto nella circoscrizione dell'America Meridionale al Senato della Repubblica Italiana, desidera esprimere alcune considerazioni davanti a recenti dichiarazioni della Signora Presidente della Repubblica Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, riferite all'immigrazione storica nel paese sudamericano, inclusa ovviamente quella italiana etichettandola come "dei morti di fame scesi dalle navi".
Sembrerebbe che, per la Presidente, le illusioni di coloro che volevano solo lasciarsi dietro storie d'angoscia e disperazione, causate dalle guerre e dalle conseguenze da essa derivate quale la fame, fossero motivi sufficienti per considerarli inferiori o non degni della generosità che il governo argentino d'allora seppe dimostrare.
Quelle persone alle quali la dottoressa Fernandez chiama "morti di fame" sono state precisamente i nostri nonni che non sono arrivati in terra argentina solo per soddisfare i loro impellenti bisogni - senza assolutamente cercare di ottenere qualche sussidio gratuito in cambio di voti - ma per lavorare duramente costruendo l'Argentina che fu tra i primi sei paesi al mondo per il suo sviluppo.
Sono stati loro che hanno fatto si che il paese diventasse il "granaio del mondo".
Sono stati loro che, lavorando giorno e notte, mangiavano pane e cipolla per risparmiare e poter cosi mandare i figli a scuola.
Sono stati loro, da emigranti, coloro che hanno popolato l'immensa geografia Argentina con i loro figli e nipoti contribuendo a creare, da esempio per tutta l'America Latina, un ceto medio colto ed intraprendente.
I discendenti di quelle meravigliose donne e meravigliosi uomini "morti di fame" hanno imparato che il pane si guadagna col sudore della propria fronte e non con l'assitenzialismo.
Fa veramente rabbia e provoca sdegno ascoltare l'appellativo "morti di fame" pronunciato con una cosi grande superbia verso persone che, certamente, erano affamati ma di progresso e un po' di serenità.
Sinceramente, piuttosto che quella poco generosa ed offensiva descrizione, sarebbe stato meglio rendere omaggio e riconoscenza, non solo agli italiani, ma a tutti coloro che, come dice la costituzione della repubblica argentina, hanno voluto "abitare il suolo argentino" in pace ed armonia con tutti gli altri.
Senatore Esteban Juan Caselli
Roma, 27 settembre 2012.
Composta sabato 27 ottobre 2012
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    Scritta da: Marco Giannetti
    Esile la sua figura a mostrarsi
    in spazi a me vuoti.
    Le sue mani leggere nell'aria,
    a sembrar farfalle a cercar fiori.
    Le labbra a dispensar sorrisi a bambini,
    che giocano nei suoi pensieri.
    Orbite, ad incastonar pepite
    che un tempo furono diamanti,
    con il loro brillar in viso.
    Sonnecchia il suo capo nel suo dondolarsi,
    a sembrar una rosa sbattuta dal vento,
    come a volergli rubare petali
    ormai sfioriti.
    Capelli imbiancati, come la brina sui rovi,
    che sole più non riscalda.
    Che strano quel corpo che vaga,
    e ricordi non trova più, il suo pensare.
    Che strani si è da vecchi,
    è come se uno non avesse
    più passato.
    Composta lunedì 16 luglio 2012
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