Trama del film Peterloo

Il giovane trombettiere Joseph sopravvive miracolosamente alla sanguinosa battaglia di Waterloo e torna a casa, a Manchester, dalla sua famiglia di umili operai. Ma un'altra battaglia si prepara da quelle parti: quella del popolo inglese del dopoguerra, ridotto alla fame dalla disoccupazione e dalla tassa sull'importazione del grano e trattato con a ferocia e ingiustizia da una magistratura ecclesiastica arrogante e violenta. Giovani radicali e meno giovani riformisti moderati prendono a riunire folle sempre più numerose, pronte a domandare in piazza il diritto di voto che la Costituzione prevede per loro. Il governo di Londra, informato dei fatti, si prepara invece a difendere i propri privilegi, affilando le armi.

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Prevedibilissimo super flop al botteghino poiché Leigh "depriva Peterloo d'enfasi proletaria, destinandolo così a un pubblico di stampo intellettuale invece che a quel pubblico che dovrebbe far indignare e, magari, anche ribellare" (Daria Pomponio). "L'analisi meticolosa della vanità della parola in entrambe le fazioni e la freddezza, l'austerità, il distacco com'antidoto a tale retorica son'eccessivi" (Aldo Spiniello), le deformazioni caricaturali e grottesche (Grosz al posto di Turner) sono superflue, e alla fine ne pagano le spese epicità e coinvolgimento emotivo: sarebbe stato molto meno noioso leggere un saggio sull'argomento.

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