Trama del film C'era una volta a... Hollywood

Los Angeles, 1969. Sharon Tate, promettente attrice americana e sposa di Roman Polanski, è la nuova vicina di Rick Dalton, star della televisione in declino. Dalton condivide la scena con Cliff Booth, stuntman che si è fatto (e rotto) le ossa nei western girati a Spahn Ranch. Controfigura e chauffeur di Dalton, Cliff vive in una roulotte con una cane disciplinato e fedele proprio come lui che da anni ammortizza le cadute e i rovesci dell'amico. E l'ultimo scacco costringe Rick e il suo doppio a traslocare dall'altra parte dell'oceano per girare un pugno di spaghetti-western. Sei mesi e una moglie (italiana) dopo, Rick e Cliff tornano a Los Angeles dove li attende la notte più calda del 1969.

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Nel 1990 Gore Vidal, presidente della giuria veneziana*, sì comportò come molti oggi con questo lavoro pseudoregistico, e fece scandalo con un'"opinione fragilissima, ai limiti del ridìcolo" (Beniamino Placido: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/22/venezia-scatenata-la-vendetta.html). Tarantino miglior storyteller e grande letterato? Allora pubblicasse direttamente le sue sceneggiature, se non sa (più) trasformarle in cinema col suo codice diverso, quello audiovisivo ch'esige "instant cult", inquadrature e sequenze che dovrebbero scalfire il c.d. immaginario collettivo, mentr'in questo caso dopo metà film, visto (ascoltato?) il monologo di DiCaprio, mi son'addormentato. La smettesse di citare e ricordare soprattutto "The Big Sleep".

*Questa notizia non è presente nelle voci di Wikipedia a lui dedicate.

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