Commenti a "Cielo, fonte di speranza: "spesso alziamo gli..." di Chiara Libero


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Sotto altro aspetto la tua frase, con la sua implorazione di aiuto, è assolutamente BIBLICA: "Io alzo gli occhi ai monti, donde mi verrà l'aiuto? L'aiuto mi vien dall'Eterno, che ha creato i cieli e la Terra" (Salmo 121, versi 1-2). Solo che l'Eterno... è dentro di te, e in certa misura, sei tu stessa, cioè tu stessa ne costituisci scintilla. (Nota: c'è un commento precedente "sotto esame" perché "potrebbe contenere un testo non appropriato", e solo quando comparirà potrai comprendere questo, che vi si riconnette). Questo sito continua ad essere un miracolo di... Lasciamo perdere. :)
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Ma oltre il caro saluto, e al di là delle considerazioni tra me e me svolte nei panni di... abacuc, vorrei provare a dare, su questo tuo pensiero, un contributo in qualche modo più preciso, e anche più utile. E provo a spiegarmi. Istintivamente, i nostri cinque sensi ci inducono a ritenere che esista un nostro mondo interiore, e un mondo esterno che ci circonda. Che esista cioè da una parte il sé, l'io, il soggetto cosciente che ciascuno di noi è ed appare, e dall'altra ciò che è ESTERNO a questo soggetto: la natura, gli altri, e... il cielo. Questo ci conduce a vedere nella società umana un complesso di INDIVIDUI distinti l'uno dall'altro, che entrano in relazione tra loro attraverso le azioni materiali per il tramite delle quali si estrinsecano i sentimenti e il pensiero. Non ci sfiora neanche l'idea che questi soggetti possano GIA' essere in relazione tra loro attraverso un'unica sorta di COSCIENZA COMUNE, come una sorta di stormo di uccelli o di sciame di api. E che addirittura questa COSCIENZA COMUNE possa essere il terreno, l'humus nel quale sbocciano e al quale ritornano le coscienze individuali. Coscienza comune che non comprenda, semmai, il solo genere umano, ma l'intero universo, l'intera REALTA', costituita non di entità materiali produttive di psichismo, ma, all'inverso, di uno psichismo dal quale di tempo in tempo emergono realtà materiali che poi alla fonte comune ritornano. Ove si entri in questa prospettiva, il "cielo" cessa di essere qualcosa situato al di fuori di noi, cui rivolgerci e nel quale sperare chiedendogli aiuto, per divenire un qualcosa che è dentro di noi: la nostra matrice, la NOSTRA realtà sepolta dentro di noi, alla quale dobbiamo ricongiungerci superando il senso di estraneità istintivamente avvertito nei confronti della natura e degli altri. - Lascio qui questa idea come spunto di meditazione... come una sorta di specchio, o semmai di microscopio, attraverso il quale esaminare se stessi e la realtà. Si tratta, peraltro, di una visuale che non è un ipotetico sogno, ma qualcosa di più, per cui vedi il link http://www.fisicaquantistica.it/scienza-di-confine/coscienza-globale-un-esperimento-ne-conferma-finalmente-l-esistenza.  Conclusione: il cielo e la speranza sono veri, concreti, reali: ma sono dentro, non fuori di ciascuno di noi. Questo li rende molto meno ipotetici  e misteriosi di quanto appaia, e anche molto più facili da raggiungere. In questo senso, ma solo in questo senso, la nostra mente " (...) è di gran lunga più grande più misteriosa e forse addirittura migliore di tutto ciò  che guarda", come diceva Mirtillo. Rinnovo il saluto. : )
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Ciao Cristallina, abacuc ero naturalmente io. Dopo tanto tempo di assenza, avevo perso memoria della password. Un caro saluto anche a te.
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Questo sito, da cui manco da tempo, è lo stesso di cent'anni fa. Vanno e vengono le stesse persone, come anime in pena alla ricerca di qualcosa che neanche loro sanno cos'è. Forse... proprio del cielo; o semmai di qualcuno che ci crede, per il solo sfizio di discuterne un po'. - Il cielo...Il cielo, al massimo è oggetto, non fonte di speranza... La speranza è una virtù: e dunque fonte della speranza non può essere altri che colui che spera. Quanto poi all'egoismo, lo si combatte con l'altruismo. E anche là il cielo non c'entra: c'entriamo solo noi. Perché, su questa terra, per dare un senso alla vita, dobbiamo esserlo noi, il "cielo"... E poi tentiamo di essere sinceri: una richiesta di aiuto per se stessi, non è forse un atto di egoismo? Cioè un pensare a se stessi??? E' come chiedere una raccomandazione a un onorevole... :)  Semmai, l'aiuto va chiesto per gli altri, se e quando non ce la facciamo ad aiutarli noi. Ammesso che ce ne siamo mai davvero interessati, degli altri: e che non siamo anche noi, di riffe o di raffe, esponenti del "crudele egoismo umano"... cosa che ritengo di gran lunga, tra tutte, la più probabile. Poveri noi... (Saluti a Vincenzo, ed anche ad Alessandro Mirtillo). ;)
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Forse non è  il cielo che da speranza , è la sua mente che vede tutto questo in un semplissimo spazio azzurro.
Insomma quello che vorrei dire è che secondo me la sua mente è di gran lunga più grande più misteriosa e forse addirittura migliore di tutto ciò  che guarda . Forse non è  il cielo a dovere ringraziare.

Una volta uno disse : risorge sempre la speranza , come un fungo velenoso .
Ma forse era solo cinismo .

Un saluto .

Saluto anche Vincenzo per l ultima volta ... altrimenti sembriamo totò  e Peppino .

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