Scritto da: logos probus

Il mito della caverna, applicato


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"Il mito della caverna" applicato all'idea di natura duplice, della luce, come potrebbe riferirsi a qualche altra realtà "particolare". Se si potesse considerare dall'esterno, e vederla nel suo insieme, la luce ci potrebbe sembrare sempre "eterogenea"/multiforme, ma sarebbe (nel suo insieme) integra/compatta/unitaria, e soprattutto sarebbe tutt'altra cosa, cioè meno che: luce e l'idea che abbiamo di luce. Invece, la luce ci appare normalmente con una natura duplice: una prima ragione "metafisica", di questa idea/impressione, può essere la nostra tendenza generale alla "suddivisione" (della realtà), per pervenire a una sintesi, che però può essere considerata a sua volta un'idea - tesi da cui partire, per arrivare a qualcosa sempre (di) più "grande". Le idee sono sempre frammenti di realtà. Questa nostra visione frammentaria anche della luce, (che in questo senso potrebbe "amplificarsi", per apparirci triplice, e via dicendo), potrebbe essere riconducibile in prima analisi, alla nostra "abitudine" di decostruire, per costruire un'idea su un'immagine, nel senso che la prima scomposizione operata, può divenire una seconda scomposizione, e non una vera e propria composizione come invece si voleva, (questo, forse anche per una sorta di "principio dell'assimilabile", a cui tende la mente). Generalmente si tende ad amplificare Il concetto di grande così ... [segue »]
Composto mercoledì 4 marzo 2015

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