Esseri umani come noi


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Era un giorno nuvoloso. Non faceva tanto freddo, ma quel tanto che basta per prendere di nascosto dall'armadio il mio nuovo cappotto rosso. Non vedevo l'ora di indossarlo, e quello mi pareva proprio il giorno giusto per farlo. La mamma non c'era ma non si sarebbe arrabbiata. Me lo ripeteva sempre:
- Devi coprirti bene, Roma. Non prendere freddo che poi ti viene il mal di gola e non potrai giocare con la neve tra poco quando cadrà.
A me piaceva tanto la neve, qualche volta la mangiavo e la facevo sciogliere piano piano in bocca. Eh sì, come un gelato! E a me piaceva tanto il gelato, solo che non ne avevo mai visto uno. A casa c'era un disegno fatto da mamma che descriveva com'era fatto. Lei sì, lo aveva mangiato tanti anni prima. Beata lei!
Camminai per un po' nel ghetto di Cracovia cercando di incrociare qualcuno che potesse dirmi che avevo un bellissimo cappotto. Mica facile. La gente andava di corsa, senza guardarsi intorno. Parevano tutti nervosi o preoccupati, come se avessero fatto un brutto sogno quella notte.
Trovai il mio grande cugino seduto accanto alla fontana. Lui era sempre allegro con me, ma quel giorno pareva triste ... [segue »]
Composto martedì 27 gennaio 2015

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