Scritto da: Manuela Costa

Filosofia della Nutella


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Il tutto ebbe inizio alcuni anni fa.

Non svelerò in codesta sede la mia fonte d'ispirazione.
Erano bei tempi quelli.
Con elegante superbia l'afferrai... il mio primo barattolo di Nutella, peccaminoso attraente, mistico.
Nonostante la tenera età, fui consapevole dei molteplici rischi che andavo correndo.
Padrona del mondo... schiava di me.
Una bambina viziata... con ideali da donna.
Ambizioni esaltate... fuori dalle vedute dei miei coetanei...
Attimi furono quelli che trascorsero dall'impulso di possederlo alla consapevolezza di viverlo.
Con impulso estraneo alle mie conoscenze di allora, affondai l'indice nel fluttuoso vortice di nocciola.
L'impatto suscitò in me sensazioni nuove, ingestibili oserei dire... l'apice del piacere.
La felicità, la soddisfazione... l'amore...
Tutto questo non può che durare attimi.
Né ore. Né giorni. Tanto meno anni.
Colma di emozioni inebrianti aumentai il livello di foga nell'invano tentativo di impadronirmi di tutto.
Così accadde... in apparenza ovviamente.

A tutti è capitato di possedere almeno una volta un barattolo di Nutella nella dispensa di casa.
Qual è la parte più ambita? Il fondo.
Sa di follia ma è la realtà... [la realtà che è folle... o la follia che è reale?]

Il fondo... stuzzicante piacere di affondare il cucchiaino sino ad intravedere la trasparenza del ... [segue »]

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