Scritto da: Pietro Rossini

Il Parco

Il parco, nudo e immortale come i nostri cuori e come le nostre primordiali e crude anime. La legna marcisce sotto la Continua e persistente pioggia di fine agosto. Ogni singolo componente di questo luogo sconosciuto e sterile è priva di significato per un qualunque passante, ignaro di tutto. Rami, foglie mosse dalla prezza delle prime pioggie, voci fragili e sinfonie leggere monotone all'orecchio ma distinte al cuore. Momenti vissuti in Eterno ritrovati tra le braccia di Morfeo. Eravamo due perfetti estranei, due passanti, quando anche per noi quell'angolo di mondo era privo di importanza, quando tutto ciò era solo una previsione delle nostre crude fantasie. Il buio dei nostri occhi nascondeva tale bellezza. Come la morte l'amore non può essere ne predetto ne respinto ma solo accolto nella sua magnificenza con consapevolezza, ebbene tutto ciò da me e stato accolto con gran fremito. Come può essere un ammasso di metalli arrugginiti e di legna putrida un posto che ti fa sentire a casa? Come fa tutto ciò farti star bene? Farti sentir coccolato e al caldo un luogo umido e abbandonato come questo? Risposte non ne ho e non ne ho mai cercate. Ricordi, l'unica cosa certa che ha l'umano, ciò che lo tiene in vita anche quando tutto va a puttane. Ahimè l'eterno amore che provo per questo parco, sebbene sconosciuto, sarà eterno come l'amore che provo per te. E solo tra essi, anelli e catene, mi troverò al sicuro come tra le tue braccia.

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