Scritto da: Steve BOTTY

A mia madre

Era l'anno 1970, avevo 7 anni, mia sorella 8 e senza aver il tempo di conoscerlo a soli 40 anni, mio padre morì di ictus. Accompagnati da mia madre, una donna dalla forza di un uragano e la determinazione primordiale della conservazione della specie. Giorno dopo giorno coltivò e sorvegliò il sentiero del nostro incerto cammino. È già capitato di avere tra le mie braccia mia madre quando stava male. Sentirla stringermi una mano con discreta tenerezza; una donna così forte, ma in quel momento così fragile e vulnerabile, con la paura e le lacrime negli occhi, ma non per quello che poteva capitare a lei, ma per quello che poteva succedere a noi se lei venisse a mancare per questo, nel momento della sua morte, vorrei avere la fortuna di essere presente per tenerla ancora una volta stretta tra le mie braccia. Accompagnarla cullandola dolcemente, guardandoci negli occhi sorridendo, tra pace e serenità, con la complicità di chi sa che un ponte spirituale ci unirà per sempre, permettendoci di sentire in eterno le carezze del nostro amore.

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